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Un energetico sound - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:24

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Un energetico sound

Abbandonato il mondo dell’atletica, Luca scopre una grande passione per la musica. Ma la giovane e acerba band fatica a decollare, finché non scopre il potere del Daimoku riversando sul palco energia e divertimento

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Abbandonato il mondo dell’atletica, Luca scopre una grande passione per la musica. Ma la giovane e acerba band fatica a decollare, finché non scopre il potere del Daimoku riversando sul palco energia e divertimento

Ho conosciuto il Buddismo attraverso i miei genitori che grazie alla pratica hanno vinto su molte sofferenze. Fino al 2012 ho fatto atletica leggera: correvo per un’importante club di Roma, finché non mi sono fatto male alla schiena. Iniziai a praticare il Buddismo per tornare a correre, ma vedendo che i dolori alla schiena non miglioravano, smisi.
Iniziai a suonare il basso e decisi di formare una band alternative metal con mio fratello minore, un batterista e un cantante.
Il primo concerto andò veramente male. Eravamo timidi e impacciati, il cantante si scordava i testi delle canzoni e non c’era coesione tra noi. Eravamo piccoli e le altre band ci prendevano in giro.
Un giorno, il fidanzato di mia zia invitò me e mio fratello a una riunione di discussione. Non mi andava di ricominciare con la pratica, ma mio fratello era curiosissimo e mi chiese di accompagnarlo. Alla fine della riunione ero entusiasta e decisi di tornare anche alla successiva.
Però agli incontri non parlavo tanto, mi sentivo imbarazzato e inadeguato, come al primo concerto.
Intanto con la band decidemmo di partecipare a degli eventi, di cui uno proprio nella mia scuola. Prima di suonare recitai tantissimo e il concerto andò “da paura”: sembrava che il mio Daimoku avesse influenzato anche il resto della band. Da timidi e impacciati, ci siamo trasformati in una band capace di divertirsi e far divertire.
A giugno 2014 vincemmo le finali di un altro contest, ma i festeggiamenti vennero rovinati dalla band seconda classificata che ci derise e si lamentò con la giuria. La serata finì quasi a botte.
Io continuavo a praticare, ma ancora non ero diventato membro. A novembre partecipai alla riunione degli artisti al Centro culturale di Roma. Ascoltando diverse esperienze, mi commossi e capii che il Daimoku funziona davvero. Sentii il valore della mia vita, capendo che per sentirlo ulteriormente dovevo recitare davanti al Gohonzon anche per la felicità degli altri, e non solo per i miei obiettivi.
Dopo un mese diventai membro. Intanto con la band incidemmo un nuovo singolo: Dead Poets Society. Nel nostro quartiere era scomparso un ragazzo e in quella canzone parlavamo della morte. Ebbe un buon successo, tanti coetanei ci mandarono messaggi incoraggianti. Il nostro album però era stato interamente registrato live e la qualità era scadente. Intanto ci ritrovammo nuovamente a essere la band più giovane in una gara, nuovamente derisi, ma io recitavo sempre Daimoku prima di salire sul palco e questa volta tutto andò liscio: non ci furono né botte né lamentele. Abbiamo superato le selezioni e la nostra canzone, Dead Poets Society, è passata più volte alla radio. Ho anche stretto amicizia con il cantante di un famoso gruppo italiano, che ci ha proposto di registrare il nostro album.
Credo che tutto ciò senza il Daimoku non sarebbe accaduto. Inoltre adesso quando suono ho una carica incredibile, come se venisse fuori l’energia che “ricevo” dal Gohonzon. Ora parlo tranquillamente a tutte le riunioni e faccio amicizia molto più in fretta. Sono sicuro che col Daimoku possiamo vincere tutti.

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