Uno dei momenti più significativi del giorno di apertura del corso è stato l’intervento del direttore generale dell’Istituto Buddista. Il messaggio emerso è che grazie alla convinzione dei giovani è possibile scrivere nuove pagine di storia
Per essere felici servono tanti sforzi, un lavoro continuo. L’importante è non smettere mai. Tutti desiderano la felicità, ma non sanno come ottenerla. Noi però lo sappiamo.
Il presidente Ikeda ha realizzato tutte le vittorie della sua vita semplicemente trasmettendo la sua convinzione. Anche nel nostro caso, quando facciamo shakubuku, più che le parole in sé, è la nostra convinzione che riesce a ispirare gli altri. Sensei, fin da giovane, ha avuto sempre una determinazione assoluta. La Soka Gakkai è cresciuta sia in quantità che in qualità proprio grazie al potere della convinzione. Nel 1951 Toda dichiarò che 750.000 famiglie si sarebbero unite alla Soka Gakkai prima della sua morte e, a quel tempo, i membri erano solo tremila. Toda morì nel 1958 e, facendo il calcolo, ha realizzato la sua promessa in sette anni. Se ogni anno la Soka Gakkai fosse cresciuta raddoppiando i suoi membri, ciò non sarebbe bastato per arrivare al risultato di 750.000 famiglie. Prima di morire, Toda chiese a Ikeda di impegnarsi per arrivare a tre milioni nei successivi sette anni, e così è stato. Questo tipo di crescita è il frutto di una decisione che coinvolge tutte le persone. Quando un giovane decide, emergono enormi capacità e si possono realizzare grandi cose.
Ora è cominciato il secondo periodo di kosen-rufu nel mondo. Ci sono tanti giovani bravissimi e molti di voi sono nati in famiglie con il Gohonzon. Questo, alla luce del Buddismo, dipende dalla vostra pratica passata e dalla fortuna che avete accumulato.
Questa è un’epoca che non ha precedenti nella storia: in ogni parte del mondo, ventiquattr’ore su ventiquattro, ci sono persone che recitano la Legge mistica. Adesso noi stiamo creando le fondamenta di kosen-rufu, anzi, stiamo costruendo le fondamenta delle fondamenta, ancora più in profondità. Perciò dobbiamo renderle il più solide possibile.
Anche se talvolta ci sembra di essere sommersi dai problemi, non dobbiamo mai dimenticare che chi pratica il Buddismo nell’epoca di Mappo [un’epoca di dispute e conflitti, n.d.r.] è qui per portare avanti kosen-rufu, per divertirsi, non per soffrire! Proprio come i surfisti che si divertono quando le onde sono alte e difficili da cavalcare, allo stesso modo dobbiamo decidere di divertirci, grazie alle sofferenze. Quando arriva un’onda alta, chi sa cavalcarla si diverte, chi non riesce a farlo si preoccupa. Come Bodhisattva della Terra abbiamo deciso di nascere per affrontare le sofferenze più dure, perché se fossero state facili sarebbe stato noioso! Anche se è difficile, le affrontiamo per divertirci, per verificare quanto funziona la pratica buddista. Da questo punto di vista le cose cambiano totalmente. Il problema non rimane un problema, ma diventa una sfida da superare.
Il presidente Ikeda crede con totale convinzione. Anche noi siamo persone assolutamente capaci. Nella filosofia occidentale, per essere sicuri che una cosa funzioni, bisogna prima testare se funziona davvero: solo quando sperimentiamo che funziona ci convinciamo. Per la filosofia orientale è l’opposto: se crediamo, cambiamo le cose. Per vedere un cambiamento può volerci un tempo infinito se non crediamo, viceversa può volerci un attimo se crediamo.
Noi ci impegniamo a proteggere la Soka Gakkai e questo porta un immenso valore alla nostra vita. Ci sono due modi per farlo: uno è facendo shakubuku; l’altro è lottando contro le ingiustizie e le menzogne. Inoltre, da una parte dobbiamo impegnarci nel dialogo interreligioso, che è importantissimo; dall’altra dobbiamo credere nel Gohonzon. La cosa importante è l’ichinen, la nostra decisione: se crediamo fino in fondo, la nostra decisione diverrà realtà. Se invece crediamo nei nostri dubbi, allora essi diventeranno realtà. Questo è ciò che ho capito in cinquantanove anni di pratica.