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Firmata l'Intesa tra lo Stato Italiano e l'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:13

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Firmata l’Intesa tra lo Stato Italiano e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

La firma dell’Intesa con lo Stato italiano rappresenta l’approdo di un percorso iniziato quattordici anni fa, un atto di grande valore istituzionale e costituzionale che vedrà il suo coronamento dopo l’approvazione definitiva del testo in Parlamento

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La firma dell’Intesa con lo Stato italiano rappresenta l’approdo di un percorso iniziato quattordici anni fa, un atto di grande valore istituzionale e costituzionale che vedrà il suo coronamento dopo l’approvazione definitiva del testo in Parlamento

Sabato 27 giugno, alle ore 18, lo Stato Italiano ha sottoscritto l’Intesa con l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. La cerimonia di firma si è svolta a Firenze, presso la sede nazionale dell’Istituto (Villa di Bellagio), alla presenza dei rappresentanti provenienti da tutta Italia e delle istituzioni. Il documento, che verrà presto trasmesso al Parlamento per la sua definitiva approvazione, è stato firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi e dal Presidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai Tamotsu Nakajima.
L’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai è nato nel 1998 ed è stato riconosciuto ufficialmente con decreto del Presidente della Repubblica nel 2000. La firma dell’Intesa ora sottoscritta, ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione italiana che sancisce l’eguaglianza di tutte le confessioni religiose davanti alla legge, rappresenta il pieno riconoscimento da parte dello Stato Italiano della fede buddista della Soka Gakkai. «Le confessioni religiose diverse dalla cattolica – recita l’articolo 8 – hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze».
Rivolgendo il suo caloroso benvenuto al Presidente del Consiglio, alla delegazione del Governo, al Sindaco di Firenze Dario Nardella, ai parlamentari e a tutte le autorità civili e militari presenti, il Presidente Tamotsu Nakajima ha affermato: «È la prima volta che un Primo Ministro italiano si reca in visita ufficiale in un Centro culturale della Soka Gakkai italiana. Poco fa abbiamo firmato il testo dell’Intesa tra la Repubblica italiana e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai: è un atto storico per la nostra scuola buddista e una giornata memorabile per tutti coloro che vedono nella libertà religiosa e nel rispetto di tutte le fedi la base di una società che vive e desidera la pace, di un paese che costruisce opportunità, che guarda al presente determinando un futuro di speranza e prosperità per tutti. L’Intesa che abbiamo sottoscritto oggi rappresenta l’approdo di un percorso iniziato quattordici anni fa, e la partenza di un altro che terminerà con l’approvazione definitiva del testo in Parlamento.
«Il nostro scopo – ha proseguito Nakajima – è semplice: costruire una società pacifica partendo dallo spirito della Legge buddista. Il maestro Ikeda afferma: “Solo quando i leader agiranno basandosi sul profondo rispetto per la dignità della vita di ogni persona potrà svilupparsi una società fiorente”».
Dopo aver ricordato che la chiave per una pace duratura è la rivoluzione umana di ogni singola persona, Tamotsu Nakajima ha concluso: «Oggi siamo presenti in centonovantadue paesi e territori nel mondo, in alcuni siamo parte della vita sociale come religione di massa, penso al Giappone, Brasile, Stati Uniti. La nostra missione rimane la stessa: portare la pace attraverso il dialogo basandoci sugli insegnamenti buddisti di Nichiren Daishonin. Siamo una comunità religiosa e non entriamo nella politica. Rimaniamo indipendenti. Ogni membro della Soka Gakkai mantiene la sua idea o credo politico. Ognuno sviluppa la propria posizione politica. Ma è chiaro che ognuno deve interessarsi di politica attivamente, soprattutto in momenti come questo».
Il premier Matteo Renzi ha sottolineato a sua volta il valore istituzionale e costituzionale dell’Intesa, soffermandosi sull’urgenza che in un paese come il nostro, in questo momento storico, si affermi il valore della libertà religiosa come “un caposaldo della dimensione comunitaria”. Proprio all’indomani degli attentati in Tunisia, in Francia e in Kuwait, alle cui vittime è stato dedicato un minuto di silenzio in apertura della cerimonia, «mentre il terrore si sparge sul pianeta – ha affermato Renzi – rispondiamo alla violenza con la capacità di dialogo, di ascolto, di partecipazione alla vita sociale, di impegno personale che caratterizzano l’insegnamento del maestro Ikeda e il vostro movimento. “La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità” – ha proseguito il premier citando la celebre frase dalla prefazione al romanzo La rivoluzione umana -, questo è un principio della vostra fede religiosa, ma è anche un grande principio per la comunità italiana. Ecco perché il gesto della firma non è soltanto un fatto burocratico, ma è anche l’assunzione di un impegno reciproco, quello da parte vostra di essere sempre più parte, sempre più cittadini, ed è un riconoscimento anche alla vostra esperienza. E quanto bisogno abbiamo di buoni cittadini!».
Un impegno e un auspicio che si esprimono anche nel messaggio inviato da Daisaku Ikeda per questa occasione, quando afferma: «E in modo particolare, anche per rispondere alle aspettative e alla grande fiducia accordata dalla società italiana – maturate nella forma della presente Intesa con lo Stato – come buddisti nonché come buoni cittadini siamo decisi a contribuire, con gioia e in maniera ancora più attiva, alla realizzazione della nostra e altrui felicità e della pace di tutto il genere umano, rafforzando la nostra preghiera per la sicurezza e lo sviluppo della società».

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