Con la nascita di un gruppo Chiara ne diventa la responsabile. All’inizio la situazione è difficile, ma attraverso il suo cambiamento interiore anche il clima nel gruppo cambia: tanti giovani, nuove esperienze e soprattutto un entusiasmo contagioso
Nato da una precedente divisione, il gruppo Tigre di Pietra è sbocciato a Livorno nel settembre del 2013. Me ne proposero la responsabilità insieme a un’altra persona che poi, per motivi personali, rinunciò. Recitando Daimoku per trovare il nome più adatto per il gruppo mi ispirai al Gosho Il generale Tigre di Pietra perché in questo scritto Nichiren afferma che, con determinazione e una forte fede, si può trasformare qualsiasi cosa da impossibile a possibile. Speravo così di poter trasmettere proprio questo ai miei compagni di fede.
All’inizio eravamo pochissimi e tutti accomunati da storie di vita ed esperienze gravi e dolorose, si respirava disunità e non c’era gioia. La chiusura che profondamente avevamo in noi respingeva automaticamente le altre persone e per molto tempo non arrivarono ospiti. Guardavo fuori di me non riuscendo a capire perché, nonostante i miei sforzi incessanti, nulla cambiava all’interno del gruppo. Mi sentivo sola e soprattutto non all’altezza della situazione.
Poi, però, approfondendo lo studio e sostenuta dai miei responsabili, ho capito che proprio perché la vita e l’ambiente sono inseparabili (esho funi), quello che avevo intorno rispecchiava me stessa: potevo migliorarlo solo facendo la mia personale rivoluzione umana, dovevo partire unicamente da me. Nell’ottobre 2014 partecipai a un corso di studio tenutosi a Cecina. Da quel momento tutto è cambiato: mi ero sempre presa cura delle riunioni di discussione, questa volta però cominciai a farlo con più consapevolezza, non “per fare bene il meeting”, ma affinché le persone ne uscissero contente e soddisfatte. Inoltre non mi dimenticai dell’obiettivo nazionale di accogliere due nuovi membri nel gruppo entro dicembre: anzi determinai che Tigre di Pietra triplicasse il numero dei membri entro quella data.
Con questo desiderio nel cuore e il sostegno dei responsabili di settore, di lì a breve cominciarono ad arrivare ospiti fra cui giovani uomini, un evento insolito per il gruppo. Fu come un’onda inarrestabile e il mio cuore conobbe un’apertura mai provata prima. Come effetto di questa profonda decisione, nel gruppo si sono respirate finalmente tantissima gioia e unità. I legami tra di noi ora sono forti, ogni occasione è buona per ritrovarsi, recitare Daimoku e studiare, ognuno dà il suo contributo e, anzi, facciamo a gara per chi, al meeting, spiegherà l’argomento o racconterà l’esperienza!
Mayra infatti racconta: «Ci sentiamo come in una grande famiglia che porta avanti lo spirito della Soka Gakkai. Siamo i “buoni amici” di cui parla il presidente Ikeda!». Anche Rosa e Silvia vivono il gruppo come una famiglia, «in cui cresciamo, ci aiutiamo e sosteniamo l’un l’altro, dove ognuno fa qualcosa e poi tutti, in unità, ne condividiamo il frutto, le esperienze, le riflessioni e anche i dubbi. Il Daimoku che facciamo insieme è incredibile, tanto che la gioia di stare insieme risplende nei nostri volti».
Adesso nel gruppo Tigre di Pietra siamo sempre pronti ad accogliere nuove persone con entusiasmo e calore, proprio come dice il nostro maestro. Lo spirito è quello di rendere felici le persone e così nel nostro piccolo andiamo avanti fra una risata e l’altra seguendo gli incoraggiamenti del presidente Ikeda per realizzare kosen-rufu. Federico, con noi da sei mesi, racconta: «La prima volta che partecipai al meeting di questo gruppo mi sentii a casa. Rimasi affascinato dalla loro energia e ora sento di aver costruito un gran legame con tutti, è un piacere ogni volta confrontarci e sono certo che con il tempo la nostra amicizia si solidificherà sempre di più perché al meglio non esiste fine».
Durante questo percorso ho sentito quanto fosse importante il sostegno di un corresponsabile e, a febbraio, è arrivato Victor: «Dentro di me ho trovato energia, compassione e coraggio; mi impegno nel trasmettere lo stesso agli altri abbracciando le parole del presidente Ikeda».
Adesso siamo davanti a una nuova esperienza: a breve ci divideremo e abbiamo deciso di portare il nostro entusiasmo nel nuovo gruppo e di trasmettere ai principianti lo spirito del nostro maestro e la potenza del Buddismo.