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Preghiera, unità, coraggio - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:33

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Preghiera, unità, coraggio

Una forte preghiera, stringere legami di unità e agire con coraggio sono tre preziosi suggerimenti ricevuti al corso primaverile della SGI per diventare persone le cui «storie ispireranno innumerevoli generazioni a venire», come ha scritto Daisaku Ikeda nel messaggio del 3 maggio

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Una forte preghiera, stringere legami di unità e agire con coraggio sono tre preziosi suggerimenti ricevuti al corso primaverile della SGI per diventare persone le cui «storie ispireranno innumerevoli generazioni a venire», come ha scritto Daisaku Ikeda nel messaggio del 3 maggio

Febbraio 2015: veniamo contattati per partecipare al Corso primaverile della SGI in Giappone che si terrà a maggio. Tutti e sette residenti in città e realtà diverse, lontani fisicamente, ma uniti dal Daimoku, sentiamo che la partenza è in quel momento. Ed è proprio allora che con messaggi ed email iniziamo a presentarci, a conoscerci e a condividere obiettivi, lotte, preghiera e studio.
Quando ci incontriamo a Malpensa è come se ci conoscessimo da sempre, ed eccoci finalmente in volo per Tokyo.
Primo giorno del corso: emozionati entriamo nel Palazzo del grande voto di kosen-rufu (Kosen-rufu Daiseido) insieme agli altri partecipanti, in totale 270 persone provenienti da tutto il mondo, di cui 56 dall’Europa e noi 7 dall’Italia; dopo la foto di gruppo saliamo nella sala principale per fare Gongyo.
Iniziamo a recitare Daimoku, ma veniamo interrotti dall’arrivo del presidente della Soka Gakkai Minoru Harada e da Yoshitaka Oba, direttore generale della SGI, che ci chiedono di uscire velocemente e tornare nel cortile; ci disponiamo in due file. Ci comunicano che sensei ci vuole salutare e dopo qualche minuto la macchina del presidente Ikeda e di sua moglie Kaneko passa adagio tra di noi nella commozione di tutti! Ecco il messaggio che ci ha rivolto: «Sono molto felice di avervi potuto incontrare. State bene! Vi porgo i miei migliori saluti. Quando farete rientro a casa per favore porgete i miei più affettuosi saluti a tutti i compagni di fede nei vostri paesi».
Ancora commossi, torniamo nella Sala per recitare Gongyo davanti al Joju Gohonzon promettendo di realizzare kosen-rufu nella nostra nazione.
Riflettendoci, proprio in questo primo giorno di corso, 8 maggio 2015, cade il settantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale in Europa! Questa ricorrenza insieme al saluto ricevuto dal nostro maestro ci ha dato ancora più consapevolezza della grandezza della nostra missione.
Nel pomeriggio riceviamo l’incoraggiamento del vice direttore della Soka Gakkai Shigeo Hasegawa e studiamo con il responsabile del Dipartimento di studio Morinaka il Gosho L’apertura degli occhi. Entrambe le sessioni sono state centrate sull’importanza del 3 maggio e sulla cura di ogni singolo individuo. Hasegawa ci ha incoraggiato con tre indicazioni precise per vincere nella lotta per trasformare il proprio karma, punti ripetuti spesso da sensei e che possono essere applicati in ogni ambito della vita. Essi sono:

Primo: Vincere con una forte preghiera
Recitare senza determinazione, senza pregare con il desiderio di vincere assolutamente, non serve. Solo con una preghiera risoluta e determinata si riesce sicuramente ad aprire la strada e a far emergere i benefici dal proprio cuore. È la propria vita che si apre, si manifesta, riuscendo a far emergere qualcosa che già è dentro di noi latente, e che noi schiudiamo solo attraverso la forza di Nam-myoho-renge-kyo.

Secondo: Vincere con l’unità di diversi corpi, stessa mente
Se c’è la fede che nasce dalla relazione tra maestro e discepolo, nascerà anche l’unità di itai doshin, se c’è desiderio di volersi unire per la felicità dei membri, qui risiede anche la realizzazione dei benefici personali. Se ci si impegna nella via della pratica con questo spirito, si vincerà sicuramente. Contribuire al movimento di kosen-rufu significa praticamente avere cura della propria famiglia, avere cura dei propri amici, avere cura della propria comunità. Questi tre elementi sono kosen-rufu, non bisogna fare qualcosa di speciale.

Terzo: Vincere agendo concretamente con coraggio e tenacia
Da questo momento qualsiasi cosa accada non bisogna demordere. Sensei è riuscito a vincere in ogni sua sfida grazie al coraggio e alla forza. Il 3 maggio 2015 si festeggia il cinquantacinquesimo anniversario della nomina di Daisaku Ikeda a terzo presidente della Soka Gakkai. Da allora, nonostante sia stato attaccato e tradito, non si è riposato neanche un momento e non si è tirato indietro di un solo passo pur sopportando enormi difficoltà. Ma il suo desiderio di rendere ogni persona felice è talmente grande che, grazie alle sue lotte, oggi tutti noi possiamo praticare il Buddismo e possiamo intraprendere una vita nobile.

Hasegawa ci esorta quindi a vincere con coraggio e tenacia, facendo ardere lo spirito della Soka Gakkai, incarnando l’essenza della relazione fra maestro e discepolo e manifestando l’esempio con solide vittorie: questo è l’unico mezzo per garantire il futuro del nostro movimento alle generazioni a venire. Ciascuno formula in cuor suo questa determinazione.
Insieme a Morinaka studiamo la lezione di Gosho del presidente Ikeda. I concetti che spiega sono quelli del voto, di non retrocedere mai e di lottare qualsiasi cosa accada. Ci ricorda che hosshaku kempon (abbandonare il transitorio e rivelare l’originale), non significa diventare qualcuno di straordinario o divino, ma manifestarsi come siamo, da esseri umani. Il Budda originale è un essere umano che manifesta il potere di Myoho-renge-kyo, il potere posseduto da tutti gli esseri umani. Nichiren Daishonin in questo Gosho desidera trasmettere lo stesso stato vitale a tutti i suoi discepoli.
Nei giorni a seguire abbiamo partecipato alla Riunione di Centro presso il Toda Memorial Hall e alle riunioni di scambio con i membri giapponesi della prefettura di Chiba, oltre alla visita al Soka Bunka Center, la Soka University, l’Associazione Min-On e il Women International Center. Sensei ci ha inviato messaggi di gruppo e personali ogni giorno, per incoraggiarci in ogni attività o visita che stavamo facendo.

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Sette compagni di fede per sette esperienze

Un corso di questo tipo può imprimere una svolta significativa alla propria vita. Ogni partecipante ha raccontato che cosa lo ha davvero colpito e cosa porterà per sempre scolpito dentro di sé. Ne emerge un quadro ricco di gioia e di legami armoniosi

Roberta PasseriniLazio
Metto l’accento sul concetto di non dimenticare nessuno. Durante la lezione su L’apertura degli occhi, Morinaka ha affermato: «Indignatosi per il comportamento del brahmano che aveva disprezzato il dono del suo occhio, Shariputra, se avesse avuto accanto i membri della Soka Gakkai, sarebbe riuscito a trasformare il proprio risentimento e magari col tempo avrebbe accompagnato anche il brahmano a una riunione di discussione». Questo è un grande invito a non trascurare nessun “Shariputra” ci capiti di incontrare.

Lucia TogliaToscana
Questo ricordo rimarrà per sempre nella mia vita. Sono immensamente felice di essere venuta in Giappone dove è nata la Soka Gakkai e sentire da così vicino il cuore del maestro. Grazie alla calorosa accoglienza di tutti i membri, soprattutto dei membri di Chiba, sento una gioia profonda.

Romano CasalboniEmilia Romagna
Per tutti questi giorni si è avvertita la presenza del presidente Ikeda e la grande fiducia che ha in noi! Averlo potuto incontrare e salutare prima del Gongyo al Daiseido ha reso questo corso indimenticabile e meraviglioso. La relazione maestro-discepolo è ciò che più mi rimarrà impresso da questo corso; l’ho avvertita non solo dai responsabili intervenuti nelle varie riunioni, ma nelle riunioni di scambio, negli incontri informali, a tavola, in cui sono stati raccontati aneddoti e comportamenti del nostro maestro volti a incoraggiare ogni singola persona e a stabilire un dialogo con praticanti e non. Ora credo sia arrivato il momento di dimostrare al maestro, con i fatti più che con le parole, che la fiducia che ha riposto non viene delusa. Quindi intendo portare a sensei una tangibile prova concreta sia personale che di attività, realizzando gli obiettivi di crescita che ci siamo posti.

Federico DucaMarche
Ho visto il sogno di un uomo prendere vita e concretizzarsi. Quest’uomo ha avuto il suo maestro come costante riferimento, il Daimoku come potente mezzo, la compassione nel cuore, la determinazione nella mente e l’azione nelle gambe. Anche io, grazie a lui, ho tutto questo, allora perché non decidere di continuare a contribuire allo sviluppo Soka? Vincerò ogni mia paura senza dimenticare quello che ho visto con i miei occhi, realizzerò kosen-rufu con e per sensei.

Luca PietramalaCalabria
Sono stato impressionato dalla cura nell’accoglienza e ho sentito in ogni persona il cuore del maestro. Sono stato commosso dal vedere cosa ha realizzato in un periodo così breve, in fondo solo settant’anni. Ho anche avuto la fortuna di incontrare sensei, non avrei mai pensato di poter avere questa possibilità. Inoltre il poter condividere tutto questo con un gruppo di persone sentendomi a mio agio, proprio io che sono una persona estremamente riservata, è stato davvero eccezionale. Ora desidero incoraggiare i membri della Calabria e fare shakubuku con gioia.

Tamiko KanedaToscana
Il corso è stato un nuovo punto di origine per la relazione di non dualità tra maestro e discepolo. Sono determinata a promuovere un movimento di kosen-rufu caratterizzato da “gioia, armonia e risolutezza”.

Giada GaravagliaLombardia
Questo corso è stato risolutivo per comprendere tre punti essenziali: 1. Coltivare ogni giorno la relazione maestro-discepolo. 2. Incoraggiare sempre la persona che si ha di fronte. 3. Manifestare con il proprio esempio il potere della Legge mistica. Questi sono i tre punti per la vittoria personale e per realizzare gli obiettivi di attività che ci siamo preposti. Sono determinatissima a vivere da oggi in avanti così.

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