Una preghiera determinata, pervasa dal voto di realizzare kosen-rufu riesce a smuovere qualsiasi cosa, ad abbattere qualsiasi muro e ad aprire la strada alla felicità e alla realizzazione
Per celebrare il giorno dell’Ikeda Kayo-kai (4 giugno) e il giorno della Divisione donne italiana (9 giugno), donne e giovani donne si riuniranno insieme il 7 giugno in piccoli gruppi, per lo più a livello di settore.
Saranno occasioni per dialogare e incoraggiarsi l’un l’altra, riunioni a cui invitare anche le nostre amiche, le nostre madri, sorelle, figlie…, per far conoscere il Buddismo di Nichiren tramite le nostre esperienze di fede e offrire un caloroso incoraggiamento. Così anche quest’anno abbiamo l’opportunità di rafforzare i legami tra donne e giovani donne, con il desiderio di creare un movimento gioioso di persone che collaborano insieme per allargare la rete di donne Soka che aspirano alla pace e alla felicità.
Nel messaggio che ci ha inviato lo scorso anno in occasione dell’8 giugno, il presidente Ikeda scrive: «Sono certo che riuscirete a costruire una meravigliosa solidarietà femminile Soka, voi giovani donne imparando dalle donne e voi donne incoraggiando amorevolmente le giovani donne. Come troviamo scritto in questo famoso passo del Gosho: “Una figlia apre la porta”, le donne riescono a far prosperare la famiglia e le generazioni successive per l’infinito futuro. […] Se una donna di forte fede “si alza” e prende l’iniziativa con fermezza, riuscirà a guidare la famiglia e l’ambiente in cui vive verso la direzione della felicità» (NR, 540, 8).
È proprio così: tutto dipende dalla forza della nostra fede. Una preghiera determinata, pervasa dal voto di realizzare kosen-rufu riesce a smuovere qualsiasi cosa, ad abbattere qualsiasi muro e ad aprire la strada alla felicità e alla realizzazione.
Prendiamo l’esempio della famiglia: quante volte abbiamo problemi con i figli o con il partner, con i genitori o un fratello, una sorella… spesso la disarmonia che viviamo in famiglia ci fa sentire impotenti e in contraddizione con noi stesse, con i nostri ideali. Parliamo di pace e poi ci troviamo a vivere in conflitto proprio con le persone più vicine, a partire dai nostri familiari.
«Non è lontana la pace», recita un verso di un poema di sensei (NR, 530, 9). Essa parte da noi stessi, all’interno delle nostre famiglie, proprio là dove viviamo, dove ci alleniamo ogni giorno a crescere come persone sagge, dove siamo “costrette” a fare noi per prime la nostra rivoluzione umana, con pazienza e perseveranza. A volte è davvero difficile, qualche volta sembra impossibile, ma basandoci su una forte preghiera davanti al Gohonzon riusciamo a trasformare qualsiasi problema, a ricreare legami profondi e a costruire una famiglia armoniosa.
Alla prima conferenza delle donne e giovani donne, lo scorso novembre, sensei ci ha dato tre linee guida molto precise, tra cui: «Eseguite un’aurea danza di felicità e vittoria con un turbine di Daimoku» (NR, 549, 10). Un’immagine bellissima e rassicurante per ricordarci che la base di ogni cosa è il Daimoku, il suono della Legge mistica che avvolge l’universo.
Generalmente noi donne siamo piene di impegni e problemi da affrontare, e spesso è difficile trovare un equilibrio e non esaurire le forze correndo dietro alle varie situazioni. Proprio per questo è essenziale migliorare la qualità della nostra fede e pregare con convinzione. In particolare, la preghiera del mattino è fondamentale per trasformare qualsiasi cosa e vincere in ogni circostanza. Naturalmente non è importante solo la quantità del Daimoku, ma occorre un atteggiamento serio e sincero, e poi agire basandosi sulla saggezza che deriva dal Daimoku.
Come scrive il presidente Ikeda: «La vera forza motrice del cambiamento sono le preghiere delle donne e le loro attività profondamente radicate nella vita quotidiana. La forza delle donne può essere paragonata alla forza della terra. Quando la terra si muove, ogni cosa si muove. I baluardi del potere crollano e anche le montagne apparentemente inamovibili si spostano» (NRU, 11, 50).