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Si vince tutti assieme - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:32

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    Si vince tutti assieme

    Tre voci raccontano la storia del gruppo Kudoku, di sole quattro persone, arrivato al traguardo di ventuno presenze. Nuovi arrivi e vecchi amici che ritornano. Infine la divisione con la nascita del gruppo Dama. Il segreto? La collaborazione di tutti

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    Tre voci raccontano la storia del gruppo Kudoku, di sole quattro persone, arrivato al traguardo di ventuno presenze. Nuovi arrivi e vecchi amici che ritornano. Infine la divisione con la nascita del gruppo Dama. Il segreto? La collaborazione di tutti

    Spilamberto, Modena. In una tranquilla domenica invernale Giulia, Stefania e Tania raccontano la storia del gruppo Kudoku.
    Sono emozionate e felici di ripercorrere questi anni vissuti fianco a fianco e dalle loro parole si percepisce subito la solidità del loro legame.
    Giulia si avvicina al Buddismo in un momento difficile della sua vita. Dopo qualche mese, a novembre del 2011, decide di ricevere il Gohonzon e nel 2013 accetta la responsabilità di gruppo. «Nel giro di un anno per i più svariati motivi (trasferimenti, nuove responsabilità, difficoltà…) molte persone, tra cui la mia corresponsabile, hanno lasciato il gruppo. In particolare, al primo incontro di settembre 2013, ci siamo ritrovate in quattro: io, Marika e Stefania che avevano appena ricevuto il Gohonzon e Maria Rosaria, che all’epoca era ancora principiante. In quel momento non mi sentivo in grado di sostenere nessuno».
    Interviene Tania, responsabile di settore: «Il gruppo era costituito da persone molto giovani nella fede quindi, come settore, ci siamo mossi subito per dar loro una mano. Siamo partiti condividendo una forte determinazione: con questa attività avremmo dato una grande prova concreta nelle nostre vite e il gruppo si sarebbe diviso a breve. Il primo effetto di questa determinazione è stato che, spontaneamente, Marika e Stefania si sono organizzate per seguire le comunicazioni e l’accoglienza agli zadankai. Per almeno un anno Marika ha mandato, oltre alle comunicazioni varie, un messaggio al giorno ai membri del gruppo con una frase d’incoraggiamento. Il loro spirito sincero è stato per noi un grande stimolo a sfidarci ancora di più per la vittoria del gruppo».
    «Abbiamo creato tante occasioni per recitare assieme e questo ha dato origine a forti legami e a una grande unità. Ci siamo messe grandi obiettivi personali e abbiamo condiviso le nostre lotte giorno dopo giorno. Il gruppo è cresciuto nella misura in cui sono cresciute le nostre vite» continua Stefania.
    Sono arrivati in molti: membri che si trasferivano ma principalmente tanti ospiti. Si è creata una catena incessante di shakubuku e in un anno il gruppo è arrivato a ventuno presenze, ha consegnato otto Gohonzon e due persone che si erano allontanate hanno ripreso a praticare. A settembre 2014 il Kudoku si è diviso ed è nato il gruppo Dama a Castelvetro. Separarsi è stato difficile, ma i legami creati sono fortissimi e non mancano mai occasioni per vedersi tutti assieme.
    Stefania racconta: «Fondamentali per la crescita del Kudoku sono state le esperienze. Ognuno si è sfidato nel trasformare l’impossibile in possibile. Ogni obiettivo realizzato incoraggiava gli altri e creava un effetto a catena. C’è chi ha vinto la sua lotta con la malattia, chi dopo due dolorosissime perdite ha coronato il suo sogno di avere un figlio e chi è riuscito a riunire una famiglia divisa il giorno del suo matrimonio, tra lo stupore di parenti e amici».
    «Ognuna di noi ha attraversato giornate difficili e proprio nei momenti di sofferenza, anziché chiuderci in noi stesse, ci siamo sfidate nel sostenere gli altri con azioni concrete, quotidiane. Il Buddismo è diventata la risposta a ogni evento della vita e queste esperienze sono diventate terreno fertile per parlare di Buddismo a tante persone» aggiunge Giulia.
    Alla domanda: «Come si vince?» la risposta arriva all’unisono: «Con la decisione di dare la prova concreta e con tanto tanto Daimoku». In linea con le parole del presidente Ikeda: «Nel momento stesso in cui stabiliamo un’irremovibile determinazione nella profondità della nostra vita, abbiamo già vinto, simultaneamente realizziamo la vittoria assoluta» (NR, 450, 4).

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