Leonard e Irene hanno entrambi otto anni: lui ha scelto la macchina fotografica per scoprire la mostra Senzatomica, lei carta e penna per dedicare alla nonna una poesia sul Buddismo
Coinvolgere i più piccoli e aiutarli a esprimere il loro potenziale attraverso disegni, parole e attività come la fotografia.
L’esperienza di Leonard, otto anni di Rubiera, nasce dall’incontro con il fotografo Marco Ziglioli durante la mostra “Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari” a Bologna nel 2013. In quell’occasione lo staff fotografi aveva organizzato un’attività specifica rivolta ai bambini. Una classe di scuola primaria ha scattato alcune fotografie all’interno della mostra dopo averla visitata; divisi in piccoli gruppi, gli studenti hanno potuto immortalare liberamente ciò che desideravano. Unica regola: fotografare solamente ciò che piaceva loro.
«I bambini erano emozionati e contenti – racconta Marco – perché giravano per la mostra scattando fotografie, facendo una sorta di reportage sentendosi liberi, senza vincoli, e questa è una cosa che non succede spesso. Un’attività non ordinaria entusiasma gli adulti e, a maggior ragione, i bambini. Percepiscono che stai dando loro fiducia». L’esperienza di Leonard è partita un pomeriggio quando, in occasione di un evento teatralmusicale nell’ambito della mostra, Marco lo ha invitato a fare degli scatti. «Gli ho dato la mia macchina fotografica professionale – aggiunge Marco – e l’ho lasciato libero; in un secondo momento poi abbiamo fatto insieme un giro per la mostra. Affido la mia macchina a chi non ce l’ha perché ha il diritto di fotografare, se lo desidera, e dare una macchina professionale in mano a un bambino significa credere in quello che fa». Leonard ha raccontato la sua visita alla mostra Senzatomica alle maestre e ai suoi amici: «Quando mi hanno chiesto di fare delle foto ero felicissimo – racconta entusiasta – e ho passato molto tempo in giro, anche nella parte dedicata ai grandi. Per me è stato interessante, così tutti possono vedere le cose con i miei occhi. Ho fotografato tutte le cose che mi piacevano». Come scrive il presidente Ikeda: «Cerchiamo di creare tanti bei ricordi per i bambini. I momenti indimenticabili dell’infanzia sono la forza che li sosterrà per tutta la vita» (La mappa della felicità, esperia, 8 ottobre). Dare fiducia ai più piccoli e far comprendere che il loro parere e il loro lavoro ha un grande valore è stata la base del laboratorio che ha fatto nascere in Marco il desiderio, per il futuro, di creare uno “staff fotografi” solo di bimbi dai tre ai cinque anni.
Irene non vive lontana da Leonard e ha la sua stessa età, otto anni. È nata il 16 marzo, giorno di kosen-rufu e ha scelto la poesia come mezzo per esprimersi. La nonna Giliola, praticante di Parma, le ha parlato del Buddismo di Nichiren e lei ha deciso di scrivere una poesia che poi le ha regalato:
«Io impugnerò questa forza / come se fosse una spada / correrò con questa felicità / come fosse un cavallo / sentirò la tristezza / come fosse musica / respirerò questa rabbia / come fosse aria / assaporerò la vita / con bellezza e felicità / come fosse cibo».
«Per far sì che una famiglia sia allegra e gioiosa, bisogna essere continuamente creativi – scrive sensei -. Un semplice brano musicale può fare della nostra casa una sala da concerto, mentre un disegno di nostro figlio può trasformarla in una galleria d’arte» (Ibidem, 20 marzo).