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Con lo sguardo dei bambini - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:00

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    Con lo sguardo dei bambini

    Attraverso la voce degli adulti che si prendono cura degli incontri dedicati ai bambini nei Centri culturali abbiamo raccolto esperienze, giochi e riflessioni di grandi e piccini

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    Attraverso la voce degli adulti che si prendono cura degli incontri dedicati ai bambini nei Centri culturali abbiamo raccolto esperienze, giochi e riflessioni di grandi e piccini

    «Non ci sarà futuro se non decidiamo di formare persone che posseggano una profonda filosofia e un’ampia visione delle cose, che possano contribuire all’umanità e alla pace mondiale. Per questo motivo ho creato un sistema educativo completo che include tutti i cicli scolastici» (La nuova rivoluzione umana, cap. 27, “Germogli di gioventù”, in NR, 546, 19).

    È ora di fare Gongyo al Centro culturale di Torino ma oggi il Daimoku ha qualcosa di speciale, come se venisse dalla voce di un bambino. Sì, è proprio un bambino che scandisce il Sutra del Loto, tutto solo davanti a un Gohonzon più grande di lui e che guida una trentina di “Saggi gelsomini”. Sono i bambini che hanno scelto questo nome per il gruppo che, da alcuni anni, raccoglie ogni mese al Centro di Torino i piccoli dai sei agli undici anni. Come tanti altri bambini in Italia, non hanno ancora l’età per entrare nella Divisione futuro ma hanno voglia di stare insieme. È l’età in cui in Giappone i bambini iniziano la Scuola elementare Soka, fortemente voluta dal presidente Ikeda, perché consapevole che questa è una fase cruciale della vita. Si legge infatti ne La nuova rivoluzione umana, in occasione dell’inaugurazione della prima Scuola elementare Soka: «Per far sì che i bambini possano costruire la propria felicità bisogna coltivare non solo la conoscenza, ma anche la forza d’animo per superare qual­siasi difficoltà si presenti senza tirarsi indietro, oltre alla saggezza e allo spirito di sfida. Shin’ichi era convinto che il periodo della vita in cui si inizia a costruire tutto questo è proprio l’età scolare» (NR, 544, 16). Animati da questo stesso spirito, in alcuni Centri culturali italiani, compagni di fede lungimiranti e dal grande cuore hanno dato vita ad attività dedicate ai bambini. Con spirito instancabile, hanno creato materiale didattico, giochi ed eventi in modo autonomo gli uni dagli altri eppure animati dallo stesso spirito di sensei. Per la prima volta in modo organico Il Nuovo Rinascimento, con un reportage da varie parti d’Italia, dà a queste realtà tutta la luce che si meritano, nella speranza che possa ispirarne altre.

    Roma, dove da tre decenni si coltiva la relazione con i compagni e con sensei.
    Con i suoi trent’anni di incontri, Roma è la pioniera dell’attività dedicata ai bambini dai sei agli undici anni. A inaugurarla, nel lontano 1984, è stata una pioniera, Asa Nakajima. Ispirata dall’esempio di sensei, che da sei anni aveva creato la prima scuola elementare Soka, Asa ha saputo imprimere così tanta forza all’iniziativa da farla arrivare vitale ed effervescente fino a noi, ogni seconda domenica del mese, curata con dedizione da varie generazioni di sostenitori: nel 1994 da Monica Martella e Alessandra Corvo e dieci anni dopo da Sara Aprile, oltre che da un nutrito gruppo di entusiasti che si sono avvicendati. Anzi ai “Fulmini e Saette”. «Sono stati proprio loro a scegliersi questo nome – racconta Monica – . I Fulmini sono i bambini dai sei agli undici anni e le Saette i ragazzi delle scuole medie che adesso sono confluiti nella Divisione futuro». Sebbene all’inizio dell’anno si indichino i temi che ispireranno gli incontri, l’attività di Roma lascia molto spazio alla spontaneità tra i bambini. «Il filo tematico – continua Monica – è costituito dai princìpi buddisti che illustriamo con le parabole contenute nel Gosho o con i racconti di sensei, a volte ricorrendo alla “partecipazione straordinaria” di un ospite speciale (maestri di coro, coreografi, musicisti) di cui utilizzare il talento. Periodicamente diamo vita a eventi, come ad esempio il tradizionale “Saluto dei Fulmini” di inizio anno, nel 2015 dedicato a Senzatomica e presentato a Capodanno al nuovo Centro culturale di Roma. La Festa dell’estate è il momento di massima partecipazione, in cui arriviamo fino a cinquanta bambini».
    Nonostante questa grande ricchezza di attività, l’obiettivo di tutte le generazioni di corresponsabili che da trent’anni anni si sono avvicendati alla guida del gruppo Fulmine ha come focus, più che i contenuti, le relazioni. «Miriamo a far sì che i bambini creino legami profondi tra di loro e con sensei – precisa Monica – perché questa è la vera ricchezza che possono accumulare adesso per la loro vita futura». «Relazioni create a questa età – commenta Sara Aprile – educatrice che da dieci anni affianca Monica – sono un vero tesoro che si conserva anche quando si cresce. Come è successo a una “fulmine” che ora ha diciotto anni, la quale salendo su un bus a Roma, ha riconosciuto in un ragazzo uno dei bambini dei “fulmini” che nel frattempo non praticava più, e questa è stata l’occasione per riaccompagnarlo davanti al Gohonzon».

    Torino, dove Kung Fu Panda insegna che “Tu sei speciale, io sono speciale”.
    Grazie ad un quarto d’ora di proiezione di Kung Fu Panda, proposta da Maida, Carlo e gli altri animatori del gruppo “I saggi gelsomini”, i bambini scoprono come, utilizzando uno smodato desiderio di biscotti, il Maestro guidi Po, il panda, a superare i suoi limiti con la forza della determinazione e, da panda comune, a risvegliarsi alla missione di salvare la sua comunità. Scopre così di essere, seppure come prima un po’ ciccione e goffo, soprattutto unico e speciale. Partendo da qui inizia il gioco “Io sono speciale, tu sei speciale” dove ogni bimbo si sforza di raccontare agli altri il meglio di sé. Allora Olivia si sente speciale perché le deve nascere una sorellina, Israel è speciale perché cinque mesi fa ha preso un cane, Francesca perché… “sono unica al mondo come voi”!
    Queste e altre attività sono create ogni mese in un meeting di preparazione. «Abbiamo iniziato nel 2010 con l’obiettivo di far sbocciare i futuri leader per kosen-rufu – racconta Maida Caira, ideatrice e animatrice dell’attività insieme a Carlo Vai ma anche con Milena, Alessandro e Sara -. Siamo partiti con i ragazzi della scuola media, dai dodici ai quindici anni, ma quando sono confluiti nella Divisione futuro ci siamo domandati “che fare”? La risposta è arrivata forte e chiara dai genitori dei bimbi delle elementari che erano pronti a sostenerci numerosi: quaranta-cinquanta alla volta! E da lì abbiamo iniziato da zero senza testi di supporto ma con la consapevolezza che il Daimoku e le parole di sensei sarebbero state il nostro riferimento». «Qualunque sia l’attività organizzata – conclude Carlo – quindici minuti prima di finire ci riuniamo con i bimbi e li guidiamo a riflettere su quello che hanno fatto per riportare l’esperienza giocosa e libera nella loro vita “là fuori”. È il momento più importante, loro stessi si aiutano, si confrontano, si danno una mano. Imparano a essere bambini, come ci indica sensei, allegri, generosi, tenaci»: «Sensei, in qualità di portavoce del futuro, ce la metteremo tutta! Promettiamo di diventare da oggi dei bambini, come dice lo slogan della scuola, allegri generosi, tenaci» [Il bambino speaker della cerimonia d’inaugurazione del primo anno scolastico della nuova Scuola elementare Soka, 9 aprile 1978, n.d.r.] (NR, 542, 19).

    Milano, dove le “Mille gru” creano mostre fatte da bimbi per i bimbi.
    È dal 2005 che una domenica al mese dalle 10 alle 12,30 i bambini in età scolare hanno una loro attività dedicata, partita grazie all’iniziativa di Carmen Virdia. «Nel 1992, quando Daisaku Ikeda varcò la porta del Centro culturale di via Keplero a Milano – racconta Carmen -, sono stati i bambini ad accoglierlo. Tutti sapevano quanto per sensei fosse importante che i bambini crescessero con un’educazione spirituale. Da allora mi sono ripromessa di seguire la direzione che sensei ci indicava. Ho iniziato nel 2005 con una compagna di fede a raccontare fiabe buddiste a un gruppetto di nostri bimbi. L’arrivo della Divisione giovani tra i coordinatori è stato determinante per dare vita ad attività ludiche ed educative per il gruppo che allora si chiamava “Futuro”. Dal 2011, dopo la nascita della Divisione futuro, il gruppo cambia il nome in “Mille gru”. Ogni anno i bambini con gli educatori decidono un tema da sviluppare insieme e ci lavorano costantemente a ogni incontro».
    «Nel 2012, in occasione della mostra Senzatomica allestita dai “grandi” – prosegue Carmen – i bambini ne hanno progettata una tutta loro, a iniziare dal titolo “Disarmiamoci insieme”. Hanno elaborato diciotto pannelli con l’obiettivo di presentare a loro volta il tema ai loro coetanei. Grazie all’interessamento di alcuni genitori, oltre a Corsico, si sono aggiunti i Comuni di Laveno e di Brugherio. Erano i bambini a invitare i loro amici nonché a fare i “ciceroni”. In questa attività sono stati coinvolti circa sessanta bambini dai cinque ai dieci anni di tutta la regione Lombardia e il video dell’evento è stato inviato al presidente Ikeda». Nel 2013 ha visto la luce il progetto “Calendario mille gru”, contenente le date significative per i membri della Soka Gakkai, composto da dodici tavole disegnate da loro. Infine, per tutto il 2014 il gruppo “Mille gru” ha lavorato a una mostra sulla vita di Nichiren Daishonin inaugurata lo scorso 16 novembre al Centro culturale.

    Firenze, dove i bambini invitano i genitori alla “loro” attività.
    Al Centro culturale di Firenze c’è una lunga tradizione di attività destinata ai bimbi della scuola elementare: un gruppo che inizialmente si chiamava “Peter Pan” e che ora si chiama “Fiori di amicizia”. Dal 2005, a settembre di ogni anno, cinque animatrici della Divisione donne si riuniscono per decidere il programma dei mesi successivi. «Per far comprendere i princìpi buddisti ai bimbi – racconta Stefania Giannellini – abbiamo usato le favole buddiste e le immagini del Gosho. A volte l’incontro si basa sul contributo che possiamo ricevere da persone con talenti speciali come nel caso dell’esperto di botanica che, illustrandoci con una lezione “dal vivo” le varie specie vegetali, ha fatto comprendere ai bambini anche la diversità di ognuno di loro, unici ma al tempo stesso parte della stessa specie. E per rendere questa esperienza ancora più concreta, abbiamo messo a dimora un albero come aveva fatto sensei all’inaugurazione della scuola elementare Soka».
    La ricerca di collaboratori con talenti “speciali” è una delle caratteristiche delle attività del Centro culturale di Firenze. «Abbiamo collaborato con il gruppo degli artisti -, commenta Lucia Amori che da sette anni coordina tutte le attività dei “Fiori di amicizia” – per rendere ricche e memorabili le loro esperienze. Come ad esempio la messa in scena di uno spettacolo teatrale. Anche il gioco è un ottimo mezzo didattico. Nel 2014 abbiamo deciso di spiegare i princìpi buddisti con i giochi – continua Lucia -. Per esempio, per spiegare i dieci mondi abbiamo organizzato una grande caccia al tesoro. Appena ritrovato il simbolo di ognuno dei mondi, la squadra doveva inventare una frase in rima ispirata allo stato d’animo proprio del mondo “conquistato” prima di passare alla ricerca del successivo».
    Un’altra particolarità dell’attività fiorentina è la partecipazione, misurata, dei genitori. «Ispirandosi alla famosa novella di Alberto Moravia Gi-Raffa cerca se stessa, che abbiamo letto insieme – racconta Lucia – abbiamo invitato i genitori a costruire un grande puzzle a forma di giraffa (nella foto a lato) a cui ogni bambino o genitore ha aggiunto una tessera che esprimesse la propria identità e nell’insieme formasse quella di Gi-Raffa. È stata una bellissima esperienza e molti genitori si sono trovati a creare, inventare e soprattutto, recitare Daimoku a fianco dei loro bambini e dei loro giovani compagni di fede».

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