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Laboratori di dialogo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:16

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    Laboratori di dialogo

    La riunione di discussione è un’occasione privilegiata per offrire e cercare incoraggiamento. Un luogo dove scoprire, grazie all’interazione con gli altri, l’infinito potere insito nella vita di ciascuno

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    La riunione di discussione è un’occasione privilegiata per offrire e cercare incoraggiamento. Un luogo dove scoprire, grazie all’interazione con gli altri, l’infinito potere insito nella vita di ciascuno

    Nelle nostre riunioni di discussione abbiamo la possibilità di affinare l’arte di relazionarci e collaborare con gli altri. Queste occasioni strappate agli impegni quotidiani possono rappresentare un’oasi, un momento di scambio intenso nel quale ci troviamo a condividere sentimenti intimi con persone che a volte conosciamo appena. Possiamo raccontare le nostre esperienze e ascoltare quelle degli altri, dare e trarre ispirazione dalle parole di tutti, confrontarci e incoraggiarci. Soprattutto, ci ricordiamo a vicenda il punto di vista del Buddismo sulle varie faccende della vita di tutti i giorni e ci sproniamo a progredire, da ora in poi. Ovviamente, una riunione non è che un contenitore vuoto, che acquista o meno valore a seconda di quello che ci mettiamo dentro. Se i partecipanti escono rinfrancati e pieni di energia, allora la riunione ha avuto successo. E questo successo viene determinato dalle preghiere e dalla partecipazione attiva di ciascuno. Per una persona timida e riservata può essere lo sforzo di parlare; per una persona prolissa quello di essere concisa e concedere più tempo all’ascolto. Può voler dire studiare qualcosa sul tema scelto, pensare alle situazioni personali dei nostri amici per trovare un argomento che possa essere interessante per loro, valorizzare il contributo di tutti o raccontare di noi.
    Dare valore al tempo è dare valore alla vita. In un momento possiamo sentire di avere il mondo in tasca, in un altro magari facciamo fatica, ma il solo fatto di esserci dimostra la nostra voglia di non venire sconfitti, di resistere e non darsi per vinti. Mettendoci la testa e il cuore, possiamo fare in modo di non sprecare il tempo che dedichiamo ai nostri incontri, così che ciascuno di noi possa dire a se stesso che è valsa la pena partecipare.

    L’arte di incoraggiare

    Quando ci concentriamo per tirare fuori da dentro di noi fiducia e speranza per poterle offrire a qualcuno, siamo i primi a trarne beneficio. Nel tener viva la scintilla della vita negli altri, ravviviamo la fiamma di coraggio, fiducia e prospettiva anche in noi stessi. Ogni volta che ci impegniamo in un dialogo sincero, che ci sproniamo reciprocamente per fare emergere il meglio di noi, stiamo rammendando il tessuto sfilacciato delle relazioni umane, invertendo la tendenza alla disgregazione della nostra società. Non si possono fare veri progressi nella nostra rivoluzione interiore con una pratica concentrata solo su noi stessi, se pensiamo che ci occuperemo degli altri quando avremo più tempo, quando la nostra situazione sarà cambiata, quando ci sentiremo meglio o quando saremo in grado di offrire una prova concreta convincente. Noi e gli altri che lottiamo insieme, noi e gli altri che diventiamo felici insieme: questa è la visione del Buddismo.
    «Quando vediamo qualcuno in difficoltà, non siamo capaci di girare la testa dall’altra parte. Quando vediamo qualcuno che sta lottando, non riusciamo a fare a meno di offrire incoraggiamento. Quando vediamo qualcuno che soffre, non possiamo fare altro che abbracciarlo. Credendo nel potenziale di ogni persona cerchiamo di avere rapporti positivi e significativi con tutti» (BS, 140, 47). Questo, dice Daisaku Ikeda, è il comportamento dei membri della SGI.
    Se desideriamo veramente trovare la maniera di incoraggiare qualcuno, non possiamo esimerci dal varcare la soglia delle nostre anguste visioni personali e ricercare una saggezza più grande. Cosa dice il Gosho a proposito di questo argomento? Qual è il punto di vista del Buddismo? Cosa ne pensa sensei?
    Interrogandoci, riflettendo e chiedendo a chi ha più esperienza di noi possiamo trovare il modo. Un modo rispettoso, che non calpesti nessuno, che non faccia ricorso a un buonismo di seconda categoria o a un moralismo di bassa lega, ma che punti dritto all’essenza, alla meravigliosa, imparziale, omnicomprensiva saggezza del Budda. Una saggezza profonda e scevra dal giudizio, capace di rendere le persone libere nel senso più vero del termine.
    Oltre alle parole, una calda considerazione ha molti modi di esprimersi: può essere un abbraccio fraterno, una stretta di mano, una tazza di caffé. Un ascolto attento, un sorriso di benvenuto, una frase letta insieme. Con ogni gesto, con ogni parola che germoglia dalla convinzione di avere davanti a noi un Budda in “missione speciale”, stiamo disegnando un nuovo modo di stare al mondo. Smettiamo di vederci vulnerabili e imperfetti e ci ricordiamo l’un l’altro che siamo nati su questa terra insieme al nostro maestro con un sogno in comune.

    Imparare dai maestri

    Le scritture buddiste sono piene di parole incoraggianti. Il Sutra del Loto è una celebrazione della vita e delle sue possibilità, un inno alla speranza e alla gratitudine. Tutti i presenti riuniti sul Picco dell’Aquila ricevono la predizione dell’Illuminazione, e anche noi, persone comuni delle epoche future, veniamo descritti come nobili e ­maestosi bodhisattva che emergono dalla terra danzando. Cosa può esserci di più incoraggiante? Anche le lettere ai discepoli scritte da Nichiren sono piene di parole di lode e ringraziamento, intuizione e capacità di vedere lontano. Dietro Shijo Kingo che gli fa visita a Sado, Nichiren coglie una moglie premurosa che l’ha sostenuto; si commuove come davanti a un miracolo nel vedere arrivare su quell’isola sperduta Nichimyo con la figlioletta; sa quale coraggio le sia occorso per sfidare sentieri infestati da briganti e un mare in tempesta per arrivare fin lì. Non riesce a terminare la lettera di condoglianze per la morte del giovane fratello di Nanjo Tokimitsu perché sopraffatto dalla tristezza, proprio come se avesse perso un figlio. Per tutta la vita continua a guidare e sostenere la famiglia Nanjo con tutto il cuore.
    Nichiren ci insegna l’arte di apprezzare e lodare senza essere servili o adulatori e ci tocca nell’animo con la sua capacità di cogliere le emozioni intime delle persone e di farle sentire accolte e comprese. Anche quando è severo o preciso nei suoi consigli, possiamo percepire la sua compassione che avvolge come un mantello la vita dei suoi discepoli.
    Scrive Ikeda: «Comportarsi con compassione buddista significa essere attenti ai sentimenti delle persone che stanno lottando e fare tutto ciò che possiamo per alleviare, anche solo un poco, il dolore di quei cuori colmi di tristezza che si disperano per le amare prove della vita. Significa dare speranza a coloro che si stanno sforzando duramente in circostanze difficili, dare coraggio a chi si sente a un punto morto e non sa più come andare avanti. Significa insegnare, dimostrare e risvegliare gli altri al fatto che possiedono dentro di sé il potere di superare qualsiasi problema e metterli in grado di attingere concretamente a quel potere. Anche questi sono punti importanti per far crescere persone capaci. Noi cerchiamo di aiutare le persone a far emergere la loro forza interiore per rimuovere le cause della sofferenza e affrontare le sfide della vita quotidiana con gioia e ottimismo. Cerchiamo di aiutarle a sentire che alla fine sicuramente vinceranno. Quando nel profondo del loro essere si risveglia questa convinzione, saranno in grado di agire con coraggio e determinazione. Questa è l’educazione che Nanjo Tokimitsu ricevette dal Daishonin, che gli permise di condurre una vita piena di significato» (BS, 167, 59).

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