La sconfinata fiducia del maestro alimenta il desiderio dei discepoli di mettersi alla prova, imparando che la felicità nasce proprio dal credere in ciò che può sembrare impossibile
Nel messaggio di Capodanno il maestro Ikeda scrive: «Settecentoquaranta anni fa Nichiren Daishonin dichiarò: “Può esserci qualche dubbio che, dopo il periodo in cui ‘la pura Legge sarà oscurata e perduta’ predetto nel Sutra della Grande raccolta, la grande pura Legge del Sutra del Loto si diffonderà ampiamente nel Giappone e in tutti gli altri paesi di Jambudvipa?” (RSND, 1, 491). Egli enunciò queste parole in un’epoca turbolenta, in cui la società era travolta da conflitti e calamità. Coloro che hanno concretizzato la convinzione e l’immensa visione del Daishonin, che aspirava alla pace e alla felicità di tutto il genere umano, siamo noi, i membri della SGI.
«Quest’anno segna il settantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, che provocò devastazioni e orrori mai visti nel corso della storia. Era il 3 luglio 1945, poco prima della fine del conflitto [la resa del Giappone avvenne il 15 agosto 1945, n.d.r.], quando il secondo presidente Toda uscì dal carcere, dove insieme al suo maestro resistette all’oppressione del governo militare giapponese e portò avanti imperturbabilmente una lotta in difesa delle sue convinzioni. Josei Toda, discepolo del primo presidente Tsunesaburo Makiguchi – morto in carcere per essere rimasto fedele ai suoi ideali e a cui era legato da una relazione di non dualità – si alzò da solo in un paese devastato dalla guerra affermando: “Aiuterò a ogni costo le persone nell’angoscia e nella sofferenza a diventare felici. Il momento di realizzare kosen-rufu è proprio ora, ora è il momento di trasformare il karma dell’umanità!”» (NR, 549, 4).
Cari amici della Divisione futuro, il 2015 è iniziato da poco e il nostro maestro ha appena compiuto ottantasette anni. Anche la sua vita è stata una continua lotta per concretizzare la visione di kosen-rufu e gli ideali del suo maestro Josei Toda. Noi membri della Divisione futuro, che abbiamo la grande fortuna di vivere insieme al maestro, possiamo fare altrettanto.
Alla fine del 2014 ho potuto sperimentare in prima persona quanto sforzarsi di realizzare il desiderio del maestro sia la strada per diventare forti e costruire una felicità autentica.
Continuiamo a recitare Daimoku e a chiederci: «Cosa desidera il maestro che io faccia? Come posso renderlo fiero di me?». In questo modo possiamo costruire una perfetta unità con sensei e, grazie alla gioia e al dinamismo che ci caratterizza, essere protagonisti di questa trasformazione del karma dell’umanità. Come afferma il motto della Divisione futuro italiana “Crea il tempo, agisci adesso”, è giunto il momento di agire con lo stesso cuore del maestro e creare il tempo della felicità.
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I sogni, una ricchezza
di Adele, 16 anni, Chivasso (TO)
Ho iniziato a praticare il 3 ottobre 2013, quando chiesi a mia mamma di portarmi a una riunione di discussione perché stavo affrontando un periodo davvero tosto della mia vita: una mia carissima amica aveva smesso di frequentarmi, i compagni di classe non mi coinvolgevano più ed ero in lotta con me stessa, con il mio corpo e col mio sentirmi inferiore e sempre in difetto. In quell’occasione sentii subito un senso di appartenenza e un forte legame con il Gohonzon. La settimana dopo partecipai a un meeting giovani: emersero le mie insicurezze e provai imbarazzo, mi sentivo fuori posto, ma non mi lasciai scoraggiare e decisi di continuare questa avventura di sentimenti ed emozioni assieme al Daimoku.
A Capodanno decisi di voltare pagina e di rendere il 2014 un anno di valore. Poco dopo però, a causa della morte di un mio caro amico, mi ritrovai ad affrontare un dolore mai provato prima. In quel momento veramente difficile, la svolta arrivò grazie un meeting della Divisione futuro dove mi sentii sollevata: è stato per me un trampolino di lancio!
A giugno la scuola mi ripropose uno stage, ma non accettai subito perché l’anno precedente l’avevo vissuto con disagio, senso di inadeguatezza e di inferiorità rispetto agli altri, al punto da avere attacchi di panico: accusavo di questo l’ambiente e le persone che mi stavano attorno. Col sostegno dei miei compagni di fede, di mia mamma e del Daimoku, questa volta accettai.
Questo è il Buddismo dei coraggiosi e se la vita mi aveva ripresentato questa sfida voleva dire che era il momento giusto per affrontarla. Armata di ore di Daimoku partii. Il primo giorno è stato duro perché mi trovai ad affrontare le stesse sensazioni di disagio dell’anno prima. Quella sera, in lacrime, chiamai mia mamma che mi disse di non soffermarmi sugli aspetti negativi delle persone, ma di vedere il bello in ognuna di loro. La causa delle mie sofferenze non erano gli altri, ero io. Ascoltai il suo consiglio e passai tre giorni meravigliosi!
Terminate le vacanze decisi di diventare membro e il 28 settembre 2014 entrai a far parte di questa grande e meravigliosa famiglia. Desidero ringraziare anche mio papà che quel giorno è stato presente dimostrando rispetto per la mia decisione.
Mi sto forgiando sempre di più nonostante le sfide e gli ostacoli quotidiani dai quali non mi lascio assolutamente sconfiggere. Ho obiettivi chiari e soprattutto sono ricca di sogni che voglio realizzare per me e per sensei, che affida a noi giovani il futuro della Soka Gakkai e di kosen-rufu. Concludo con un suo incoraggiamento: «I fiori e le piante crescono giorno per giorno, e lo stesso vale per l’essere umano. Giorno dopo giorno, continuando a sforzarci senza mai perdere la speranza potrai costruire una vita pienamente felice» (La mappa della felicità, 30 maggio).
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Dal Gosho “Il reale aspetto del Gohonzon”
«[L’imperatore di Han] credette in modo così assoluto in quello che gli riferì il suo aiutante, che il fiume gelò all’istante. […] Li Kuang, bramoso di vendicare suo padre, conficcò fino alle piume la sua freccia in una pietra nascosta nell’erba. I commentari di T’ien-t’ai e di Miao-lo rendono assolutamente chiaro che la fede è il punto cruciale» (RSND, 1, 739)
È un brano per me prezioso perché mi incoraggia sempre a non mollare mai e a credere oltre ogni dubbio. Il presidente Ikeda spiega questo passo proprio così: «In questa lettera il Daishonin cita due esempi tratti dalla storia cinese. Il primo è quello dell’imperatore di Han (l’imperatore Guangwu della tarda dinastia Han) che, quando era ancora un generale, credette al rapporto del suo ministro secondo il quale il fiume era gelato e l’esercito avrebbe potuto attraversarlo. Il fiume in realtà non era gelato ma, come effetto della fede di Guangwu, gelò davvero ed egli poté superarlo con le sue truppe. Il secondo esempio è quello di Li Kuang, generale della prima dinastia Han, il quale credette così fermamente che la roccia che vedeva di fronte fosse la tigre che aveva ucciso suo padre da riuscire a perforarla con una freccia». Ci sta proprio incoraggiando a credere nell’impossibile che diventa possibile perché infatti aggiunge: «Una fede sincera e salda nel Gohonzon farà gelare il fiume turbolento delle sofferenze di nascita e morte e perforerà la roccia dell’oscurità o ignoranza» (BS, 154, 46).
Ogni volta che studio questo Gosho mi torna il desiderio impellente di realizzare tutti i miei sogni, e di farlo insieme agli altri! Far parte della SGI è davvero una fortuna straordinaria. Personalmente, insieme ai compagni di fede, mi diverto a mettere obiettivi settimanali/mensili e agire per realizzarli perché se uno di noi li realizza, è certo che ci riusciranno anche gli altri. E la vita diventa un gioco da scoprire. Per far questo mi ispirano sempre queste parole di Tsunesaburo Makiguchi: «Quando sintonizziamo la nostra vita con il vasto e potente ritmo dell’universo, anche la nostra minuscola vita individuale può pulsare di forza vitale illimitata, di saggezza profonda e vasta. Questa è la fusione di realtà e saggezza. Ma la mera contemplazione della Legge che governa l’universo non porta da nessuna parte. Perciò Nichiren Daishonin stabilì un metodo di pratica che tutte le persone potevano impiegare. Egli distillò e manifestò l’entità di tutti i fenomeni – che è l’essenza della vita dell’universo – nella forma del Gohonzon di Nam-myoho-renge-kyo. Quando pratichiamo il Buddismo del Daishonin basandoci sulla fede nel Gohonzon, armonizziamo la nostra vita con il ritmo dell’universo» (BS, 154, 46). Quindi, andiamo a realizzare ogni più inimmaginabile sogno!
Claudia Minoia