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Azioni che rendono felici - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:25

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    Azioni che rendono felici

    La pratica dell’offerta necessita di un continuo approfondimento. Sia che si offra la casa come luogo di riunione, il tempo per incoraggiare un amico o si contribuisca all’offerta per kosen-rufu, il valore di queste azioni virtuose, come scrive il Daishonin, “metteranno nella tua vita buone radici e benefici”

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    La pratica dell’offerta necessita di un continuo approfondimento. Sia che si offra la casa come luogo di riunione, il tempo per incoraggiare un amico o si contribuisca all’offerta per kosen-rufu, il valore di queste azioni virtuose, come scrive il Daishonin, “metteranno nella tua vita buone radici e benefici”

    «Forti e meravigliosi legami di empatia e armonia scrive Daisaku Ikeda caratterizzano il mondo di fede nella Legge mistica e le riunioni della SGI, veri porti sicuri dove possiamo trasformare la sofferenza in speranza. Occorre un grandissimo impegno per tenere anche solo una riunione, per quanto piccola. La ricompensa e la soddisfazione per tutto quel duro lavoro è il volto sorridente dei membri quando si avviano a casa accompagnati da un luminoso barlume di speranza dentro di loro. Inoltre stiamo accumulando benefici incommensurabili grazie agli sforzi che compiamo in vista della riunione, come recitare Daimoku per la felicità di coloro che vi prenderanno parte, riflettere sull’argomento da presentare o qualunque altra cosa possiamo fare per rendere quella riunione un successo» (NR, 547, 7).
    Ogni giorno i membri della Soka Gakkai si impegnano con costanza e pazienza per sostenere il movimento di kosen-rufu. Ogni occasione, sia essa una riunione di discussione, un incontro di Divisione o un appuntamento di studio, nasce dal sincero desiderio di portare il proprio contributo, dalla decisione di rendere quell’incontro il più bello e importante per se stessi e per gli altri. È un impegno che non riguarda solo il giorno della riunione, ed è grazie a questo sforzo fatto giorno dopo giorno che è possibile, superando piccoli e grandi limiti, fare una trasformazione significativa grazie alla pratica buddista.
    Ciò che rende così preziosa l’attività nella Gakkai è infatti la decisione personale di chi vi partecipa.
    Cosa voglio approfondire? Che cosa voglio sperimentare e quanto Daimoku desidero recitare nel periodo che intercorre fra una riunione e l’altra? Da solo o insieme a qualche compagno di fede?
    Lo zadankai non ha un potere di per sé, non è un evento che possiede qualcosa di magico, esso rappresenta l’occasione per sfidarsi, per approfondire la fede e la comprensione del Buddismo. Ed è così per ogni attività buddista; porsi delle domande, fissare degli obiettivi e cercare di raggiungerli è il modo più corretto di “fare attività”, che si traduce nel portare nella vita di tutti i giorni una sfida, un obiettivo per cui recitare Daimoku, e studiare il modo per realizzarlo ricercando il cuore del maestro.
    Ogni attività della Gakkai ha il nobile fine di rendere le persone capaci di trasformare la propria vita, il proprio cuore, e di diventare felici. Quella felicità che non proviene dall’esterno, ma dalla trasformazione che avviene dentro di noi grazie al nostro impegno.
    «La vita ha i suoi alti e bassi, le sue vette e le sue valli oscure scrive Ikeda ma per quanto dolorose siano le circostanze, chi si impegna assiduamente otterrà un elevato stato vitale» (BS, 167, 59).
    Gli sforzi che compiamo ogni giorno ci permettono di lucidare la nostra vita, di elevare lo stato vitale e di “diventare Budda”. A volte possiamo pensare che diventarlo sia al di là delle nostre capacità, ma sensei, nella lezione sul Gosho Il ricco Sudatta, ricorda che ogni persona può facilmente diventare Budda e che la chiave risiede in un sincero spirito dell’offerta (cfr. BS, 167, 57).
    L’attività rappresenta una grande occasione in questo senso perché sia che facciamo Daimoku, che ci impegniamo nel parlare della pratica agli altri, che ci dedichiamo all’attività, che partecipiamo allo zadankai, che offriamo la nostra casa o che sosteniamo la Soka Gakkai tramite l’offerta in denaro, tutto parte dal nostro sincero desiderio di offrire.
    Lo spirito dell’offerta è un aspetto fondamentale della pratica buddista e tutte le volte che faccio attività, che mi metto un obiettivo di Daimoku, di shakubuku o di offerta e mi impegno a realizzarlo, ho l’occasione di approfondirlo.
    «Che peso ha nella mia vita il desiderio di sostenere il movimento di kosen-rufu?» mi domando ogni volta. Quanto sono convinto che un cuore che desidera fare offerte al Sutra del Loto «è come il fiore che spunta dall’albero, come il sandalo che cresce sulle Montagne Nevose o come la luna che sorge?» (RSND, 1, 1008). Quanto credo alle parole: «Sia che tu invochi il nome del Budda, che reciti il sutra o semplicemente offra fiori e incenso, tutte le tue azioni virtuose metteranno nella tua vita buone radici e benefici?» (Ibidem, 4).

    Lo spirito dietro all’offerta

    Nel già citato commento al Ricco Sudatta, Ikeda sottolinea alcuni punti fondamentali grazie ai quali è possibile approfondire lo spirito dell’offerta. Il primo è offrire agli altri ciò di cui hanno bisogno. «La pratica della donazione portata avanti dai bodhisattva scrive è quando si fornisce a una persona qualcosa di cui ha bisogno». È allora che l’atto di offrire diventa significativo. Nella mia esperienza questo atteggiamento mi ha insegnato a essere sempre umile nei confronti delle persone, a sforzarmi di non pensare di sapere che cosa un’altra persona può avere bisogno, e a fare della recitazione del Daimoku per l’altrui felicità il cuore della mia cura degli altri.
    Un altro punto fondamentale della pratica dell’offerta è offrire ciò che è difficile offrire. «Il Daishonin afferma che il modo per diventare facilmente un Budda – continua Ikeda nella sua lezione consiste nell’offrire qualcosa di cui si possiede un unico esemplare o qualcosa senza il quale non si potrebbe rimanere in vita. […] La gente tende a pensare che conseguire la Buddità richieda pratiche austere e difficili come quelle svolte dal ragazzo delle Montagne Nevose che era disposto a dare il suo bene più prezioso, cioè la vita, per amore della Legge. […] Quando offriamo qualcosa di prezioso e importante per noi il nostro spirito dell’offerta è lo stesso di quello del ragazzo delle Montagne Nevose» (BS, 167, 58).
    Ho sperimentato queste parole in un momento in cui avevo messo in discussione tutta la mia vita per un grande sogno e mentre recitavo Daimoku sentivo che potevo offrire molto, ma non quel sogno. Poi un giorno, dopo aver pregato tanto per la felicità di mio fratello gemello, sono riuscito ad aprire il mio cuore che teneva stretto la “sua cosa più preziosa” e a decidere di donare veramente tutto. La gioia che provai fu veramente profonda ed è viva ancora oggi.
    Infine è fondamentale ricordare che l’offerta deve sempre scaturire da una fede sincera e dal desiderio di aiutare gli altri.
    Nichiren Daishonin, in questo Gosho, racconta al suo giovane discepolo Nanjo Tokimitsu la storia di Sudatta, un uomo che nel corso della vita era diventato ricco e poi nuovamente povero per sette volte. Nella settima occasione in cui cadde in miseria Sudatta e la moglie, persone povere e umili, si convertirono al Buddismo. Un giorno la moglie stava cucinando quel poco di riso che il marito era riuscito a procurarsi quando Aniruddha, uno dei discepoli di Shakyamuni, si affacciò alla porta porgendole la ciotola dell’elemosina. Nel vederlo, la donna si inchinò rispettosamente e gliela riempì di riso. E così fece con gli altri discepoli che arrivarono dopo di lui e, in ultimo, con lo stesso Shakyamuni al quale donò la parte di riso rimasta. Quando il marito tornò a casa, scoprendo che non c’era più cibo perché era stato offerto per sostenere la vita del Budda e dei suoi discepoli, disse alla moglie: «Quello che hai fatto è meraviglioso. Di certo sradicherà il nostro karma e ci recherà fortuna» (NRU, 4, 88). Come beneficio di quel profondo atto altruistico fatto con il desiderio di sostenere il Buddismo e la felicità degli altri divenne l’uomo più ricco di tutta l’India.

    Offrire ogni giorno

    Offrire è il cuore della nostra pratica che, oltre a basarsi su una fede sincera, ha un’altra caratteristica fondamentale: la sfida quotidiana. Per portare beneficio alla vita, le attività della Gakkai hanno un unico comune denominatore: la perseveranza. Sia che recitiamo Daimoku, che ci impegniamo nello shakubuku, che partecipiamo alle varie attività o all’offerta per kosen-rufu, è nell’impegno portato avanti giorno dopo giorno, mese dopo mese, che troviamo il valore autentico delle nostre azioni.
    Non ho mai pensato all’offerta come a una pratica quotidiana, soprattutto quella in denaro. Ero solito farla una volta ogni tanto, quando mi veniva in mente o dopo aver sperimentato una gioia, un beneficio. Nel corso della mia pratica ho poi pensato di partecipare all’offerta per kosen-rufu una volta al mese. Ma mai quotidianamente. Allora, incoraggiato da un mio compagno di fede, ho fatto un piccolo barattolo sul quale ho scritto kosen-rufu e ogni giorno, dopo aver recitato Daimoku, metto da parte qualcosa per sostenere l’organizzazione che sta portando avanti il mandato del Budda e di cui sono membro. È stato bello scoprire come anche questa azione, portata nel quotidiano, mi ha aiutato profondamente a cambiare la mia vita.
    Non è sempre facile per me avere ogni giorno i soldi a disposizione, sia per vivere come desidero, sia per ringraziare al meglio l’organizzazione che mi sostiene affinché possa diventare felice. Grazie a questa esperienza ho cominciato a mettermi degli obiettivi concreti e ho capito che posso recitare Daimoku per essere in grado di offrire, una volta al mese, ciò che desidero, non ciò che mi avanza.
    Tempo fa un mio carissimo amico mi ha detto: «Penso di aver capito che cosa significa sviluppare senso di gratitudine. Ho sempre sostenuto la nostra organizzazione, ma mai come adesso ho compreso che l’offerta non riguarda unicamente l’atto stesso di donare bensì lo sforzo che faccio ogni giorno per mettermi in grado di ringraziare nel modo migliore per tutto quello che ho di più prezioso al mondo, il Gohonzon, il maestro e la nostra organizzazione».
    Tutte le attività rappresentano una sfida, e questo è il tesoro più grande. L’impegno nel realizzare ciò che decido è il motore che tiene alto il mio desiderio di continuare a rivoluzionarmi, a sperimentare il Buddismo, ad approfondire la preghiera. Fuori da questa trasformazione costante non vi è beneficio. «Sfidarsi – scrive sensei – è già vincere. Perciò lanciatevi verso alti obiettivi! Con le vostre forze aprite la strada per far emergere l’infinito potenziale inerente nelle vostre vite! Chi prega, agisce, lotta fino alla fine e, anche se sbaglia, continua a sfidarsi, vince senza alcun dubbio» (www.ilvolocontinuo.it).
    Le nostre riunioni di discussione sono davvero dei tesori di inestimabile valore, luoghi dove ogni persona può imparare il modo corretto di vivere e insieme agli altri coltivare quelle azioni che ci permettono di costruire una vita di autentica felicità.

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