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Le due vie della pratica e dello studio - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:29

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Le due vie della pratica e dello studio

È importante ricercare nelle parole del Daishonin il suo stato vitale vasto e illimitato come l’universo. Leggere il Gosho serve a superare i propri limiti, uscire dal guscio del piccolo io e alimentare la saggezza per vivere un’esistenza completa

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È importante ricercare nelle parole del Daishonin il suo stato vitale vasto e illimitato come l’universo. Leggere il Gosho serve a superare i propri limiti, uscire dal guscio del piccolo io e alimentare la saggezza per vivere un’esistenza completa

Quand’ero giovane il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, una volta mi spiegò personalmente il Gosho mentre eravamo in treno sulla linea Shonan (l’attuale linea ferroviaria principale di Tokyo). Mentre il treno si avvicinava alla costa e di fronte a noi si spalancava la vista dell’oceano Pacifico, mi disse: «Dovremmo leggere il Gosho con uno stato vitale di fede vasto e aperto come l’oceano Pacifico. Altrimenti non possiamo nemmeno iniziare ad avvicinarci allo spirito del Daishonin».
Aprire il Gosho significa aprire la nostra vita. Leggendo gli scritti del Daishonin e cercando di imparare dal suo stato vitale vasto e illimitato, sfidiamoci per uscire dal guscio del nostro piccolo io.

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Il Daishonin scrive: «Nichiren è il pilastro del Giappone» (RSND, 1, 638) e: «Io, Nichiren sono il più grande santo di tutto Jambudvipa [del mondo intero]» (RSND, 1, 572).
Il Gosho è colmo della sua appassionata convinzione di essere il pilastro del mondo, che refuta gli insegnamenti e le credenze erronee che sono causa d’infelicità per le persone, e che conduce tutti all’Illuminazione. Nel Gosho possiamo trovare una filosofia per trionfare sulle difficoltà, la saggezza per vivere pienamente e la capacità di distinguere il vero dal falso. Negli scritti del Daishonin brillano il fervido desiderio di unire le persone e la luce per rischiarare il cammino verso una nuova epoca.
Studiare il Gosho fa risuonare il grande spirito del Daishonin nella nostra vita.
Il 28 settembre si terranno in Giappone gli esami di studio del primo livello, e il 23 novembre ci saranno quelli di ammissione al Dipartimento di studio. So bene che tutti coloro che parteciperanno si stanno sfidando per trovare il tempo di studiare nonostante i loro impegni, ma il beneficio che deriva da uno spirito di ricerca così nobile è veramente immenso.
In una delle sue lettere il Daishonin loda una sua seguace che aveva posto una domanda sul Sutra del Loto: «Che tu abbia fatto una domanda sul significato del Sutra del Loto è per te una rara sorgente di fortuna» (RSND, 1, 820).
Vorrei esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che stanno sostenendo con calore i candidati agli esami, insegnando, incoraggiando e studiando insieme a loro. Tutti questi sforzi sono azioni degne di onore che faranno accumulare nella loro vita indistruttibili “tesori del cuore”.
Vorrei ringraziare anche tutti coloro che stanno lavorando negli staff per la preparazione delle sessioni di esame e chiedere loro di fare il massimo affinché gli esami si possano tenere senza incidenti o contrattempi.

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Il Centro studi della SGI si trova a Kamakura, là dove il Daishonin subì la persecuzione di Tatsunokuchi e abbandonò la condizione transitoria per rivelare la vera identità di Budda dell’Ultimo giorno della Legge. Quest’anno si celebra il quindicesimo anniversario dell’apertura di questo Centro (15 aprile). Molti membri della SGI provenienti da tutto il mondo visitano il Centro, dove vengono accolti con calore dai membri locali.
Riflettendo sulla persecuzione di Tatsunokuchi il Daishonin scrive: «Sulla strada per la Buddità sembrerebbe che si possa diventare un Budda sempre e soltanto quando si è incontrato qualcosa di simile al rischiare la propria vita» (RSND, 1, 176). Egli afferma che lottando fino alla vittoria contro persecuzioni in cui si rischia la vita si può conseguire lo stato vitale di Buddità.
Il primo presidente della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi, che fu perseguitato e incarcerato dalle autorità militari giapponesi durante la Seconda guerra mondiale, lesse con la sua stessa vita gli insegnamenti del Daishonin, il quale praticava esattamente come insegna il Sutra del Loto. Nel novembre di quest’anno saranno trascorsi settant’anni da quando egli morì in carcere a causa delle sue convinzioni.
In una lettera alla sua famiglia, scritta mentre si trovava in carcere, Makiguchi afferma: «Sono sicuro che sto semplicemente praticando in accordo con il Sutra del Loto… non sono minimamente in ansia: so che riuscirò a trasformare il veleno in medicina». E aggiunge: «È naturale che i tre ostacoli e i quattro demoni mi abbiano assalito; è proprio come afferma il sutra». Egli non aveva minimamente paura né si autocommiserava.
Toda, che insieme al suo maestro ingaggiò in carcere una lotta per difendere le sue convinzioni, in seguito formulò questa riflessione: «Sono riuscito ad assorbire con la mia vita una piccola parte del significato del sutra: come potrebbe esserci felicità più grande?».
Lo spirito del Daishonin è rivissuto nei tempi moderni grazie a Makiguchi e a Toda che hanno portato avanti fino in fondo una grande lotta per propagare la Legge mistica senza risparmiare la loro vita, proprio come insegnava il Daishonin. Non dobbiamo mai dimenticare che questo è il nobile punto di partenza del nostro movimento Soka.
Più studiamo il Gosho, più profondamente comprendiamo che la SGI è un’organizzazione direttamente connessa al Daishonin, che porta avanti il mandato del Budda. Per noi, “non risparmiare la nostra vita” significa vivere per sempre insieme alla SGI tenendo caro nel nostro cuore il voto di maestro e discepolo.

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Parlando dell’atteggiamento da adot­tare quando si studia il Gosho, Toda una volta disse: «Dovreste essere consapevoli che tutti gli scritti del Daishonin sono basati sulla fede [nella Legge mistica]… Se non comprendete che alla base degli scritti del Daishonin c’è la sua passione e la sua profonda convinzione di condurre tutte le persone all’Illuminazione, i vostri sforzi per studiare il Gosho saranno privi di senso».
È vitale studiare con fede assoluta e agire per kosen-rufu con la grande sicurezza che il Daishonin aveva di condurre tutte le persone all’Illuminazione. Quando studiamo il Gosho con questo tipo di fede e pratica, disse Toda: «Non possiamo fare a meno di sentire la fiamma della fede ardere ancor più intensamente nei nostri cuori». Questa fiamma crea la luce che ci permette di trasformare la disperazione in speranza e il karma in missione.
Nelle sue lettere il Daishonin incoraggia con tutto il cuore i discepoli alle prese con una vasta gamma di problemi e difficoltà. Perciò è importante applicare il Gosho alla nostra vita mentre studiamo. Dobbiamo considerare gli scritti del Daishonin come lettere indirizzate personalmente a noi e mettere in pratica i suoi insegnamenti nella nostra vita.
Un membro della Divisione uomini di Singapore ebbe un incidente d’auto che lo lasciò paralizzato dalla vita in giù. In seguito fu colpito dalla tubercolosi e successivamente da gravi ustioni alla gambe. Mentre combatteva con gli attacchi continui del suo karma, disse che traeva un’immensa forza da questo passo del Gosho: «I tre ostacoli e i quattro demoni invariabilmente appariranno: il saggio si rallegrerà, mentre lo stolto indietreggerà» (RSND, 1 568).
Questo saggio membro comprese che tutte quelle difficoltà stavano mettendo alla prova la sua fede e oggi, fiero della sua missione di dimostrare il potere del Buddismo di Nichiren con la sua vita, avanza positivamente sul cammino della creazione di felicità per sé e per gli altri.
Coloro che hanno impresso nel cuore gli scritti del Daishonin sono forti. Essi hanno costruito un solido pilastro nella propria vita e non saranno scossi da alcuna tempesta. Possono vedere gli ostacoli e le funzioni demoniache per quello che sono e riuscire a superarli. Possiedono la spada affilata della fede che è stata lucidata grazie a uno studio assiduo e devoto.

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Questo mese la famiglia Soka del Kansai ha effettuato una fresca partenza con una nuova schiera di responsabili. Con il Gosho inciso nella loro vita, stanno avanzando vigorosamente con i motti “propagazione” “persone capaci” e “unità”.
Durante la campagna di Osaka del 1956 i membri del Kansai e io abbiamo vinto studiando costantemente il Gosho insieme.
In Grande male e grande bene il Daishonin scrive: «Che motivo avete di lamentarvi? Benché non siate il Venerabile Mahakashyapa, dovreste tutti mettervi a ballare! Benché non siate Shariputra, dovreste balzare in piedi e danzare. Quando il Bodhisattva Pratiche Superiori emerse dalla terra, non lo fece forse danzando?» (RSND, 1, 992). Citando questo passo una volta dissi con calore ai membri del Kansai: «Combattiamo e vinciamo in questa lotta, realizziamo l’impossibile attraverso la fede e stupiamo tutti!».
Basare tutto sul Gosho è la formula immutabile per essere sempre vittoriosi, una formula che nel Kansai è viva e vibrante.
Durante l’intenso periodo della campagna di Osaka lessi a un membro della Divisione giovani donne un passo del Gosho e la incoraggiai a tenerlo sempre a mente. È tratto da L’apertura degli occhi: «Sebbene io e i miei discepoli possiamo incontrare varie difficoltà, se non nutriamo dubbi nei nostri cuori, conseguiremo naturalmente la Buddità. […] Gli stupidi sono soliti dimenticare le loro promesse quando viene il momento cruciale» (RSND, 1, 256).
La vera fede è messa alla prova dalle avversità. La vera dedizione al sentiero di maestro e discepolo si dimostra quando si è da soli.
In seguito quella giovane donna si trasferì in Brasile, paese che diventò il nobile luogo della sua missione. Tenendo nel cuore questo passo del Gosho si sforzò incessantemente come responsabile della Divisione donne fino alla fine della sua vita e contribuì alla creazione di solide basi per kosen-rufu in Sud America.
Alla luce degli scritti del Daishonin i legami forgiati durante una vita dedicata alla Legge mistica durano eternamente attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro.
In questo particolare periodo dell’anno in cui cade l’equinozio d’autunno [quando tradizionalmente in Giappone si ricordano i defunti, n.d.r.] sto pregando sinceramente per la felicità di tutti i nostri membri defunti, e anche dei parenti e degli antenati defunti di tutti i nostri preziosi membri in ogni parte del mondo.

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La grande ondata di studio buddista nella SGI sta crescendo in tutto il mondo. In aprile e in agosto si terranno corsi di approfondimento in America centrale e meridionale, in luglio si terranno in Europa e in agosto in Nord America e Oceania. Questo mese duecentocinquanta giovani responsabili di cinquanta paesi e territori del mondo sono riuniti a Tokyo per una corso giovani della SGI (4-8 settembre).
Anche in Asia si stanno tenendo corsi di studio in vari paesi e il movimento per lo studio nella SGI si sta diffondendo a passo deciso anche in tutta l’Africa.
Negli ultimi anni in circa cinquanta paesi si sono tenuti regolarmente gli esami del Dipartimento di studio e molti membri, specialmente giovani, stanno ricercando sinceramente la saggezza dell’umanesimo buddista.

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Da giovane scrissi nel mio diario: «Cos’è una rivoluzione religiosa? È la strada maestra per la felicità umana. Quali sono i mezzi per una rivoluzione religiosa? Portare avanti in prima persona una suprema filosofia. Comprenderne e approfondirne le basi, io per primo». Questa era la mia convinzione.
I membri della SGI, cittadini del mondo, stanno studiando e praticando il principio di unità nella diversità, “diversi corpi, stessa mente”, allo scopo di spalancare le porte a un’epoca di pace e felicità per tutta l’umanità. Con i loro sforzi stanno dimostrando come sul nostro pianeta, in questo periodo così travagliato, possa esistere un modello di armonia e coesistenza pacifica.
Lokesh Chandra, direttore dell’Accademia internazionale di cultura indiana, ha espresso grandi aspettative nei confronti del nostro movimento Soka, dicendo con una bella espressione poetica che «la Soka Gakkai è un canto che si diffonde nell’aria trasportato dal vento dei sogni dei secoli».
Noi siamo orgogliosi di essere Bodhisattva della Terra, possiediamo la compassione e una ricca filosofia.
Studiamo il Gosho! Sforziamoci nelle “due vie della pratica e dello studio” (RSND, 1, 342). Pieni di gioia per avere la possibilità di studiare insieme la filosofia più bella del mondo, avanziamo dinamicamente verso la realizzazione del grande sogno di kosen-rufu mondiale, della pace per tutta l’umanità.

Anche in mezzo alle sofferenze
leggete il Gosho,
di nuovo, anche oggi,
avanzando fieri
con un sorriso!

23 settembre 2014

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