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Un immenso fiume di pace in India - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:40

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Un immenso fiume di pace in India

Anamika Gupta, responsabile nazionale Giovani donne, racconta come la SGI-India ha reso possibile l’impossibile, realizzando l’obiettivo di 150,000 Bodhisattva della Terra

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Anamika Gupta, responsabile nazionale Giovani donne, racconta come la SGI-India ha reso possibile l’impossibile, realizzando l’obiettivo di 150,000 Bodhisattva della Terra

Primogenita di tre figli, sono cresciuta sotto la severa guida di mio padre e mi sono laureata prima in Economia e Commercio poi in Legge, diventando legale per alcune multinazionali. La mia vita apparentemente serena, era in realtà piena di sofferenza: mio padre, a seguito di un ictus, aveva la parte sinistra del corpo paralizzata e sfogava la sua rabbia su nostra madre. L’atmosfera in casa era molto pesante e questo mi spinse a riflettere su cosa fosse realmente la felicità.
Nel 2003 un amico mi ha invitata a uno zadankai e guardando i visi sorridenti dei partecipanti, ho sentito che grazie alla pratica potevo essere felice e sono diventata membro della SGI. Impegnandomi nelle attività per kosen-rufu l’intuizione avuta alla prima riunione si è trasformata in solida convinzione e ho trasmesso la mia gioia ai miei familiari che sono diventati anche loro membri della SGI, uno dopo l’altro. Mio padre ha riacquistato fiducia nella vita al punto di accettare la responsabilità di un gruppo; mia sorella minore, dopo aver partecipato con entusiasmo alle attività delle giovani donne a Nuova Dehli, si è sposata negli Stati Uniti e ora è responsabile donne di settore. Mio fratello più piccolo si impegna nelle attività dei giovani uomini e il gruppo di cui sono stata responsabile che contava sette giovani donne, è diventato un settore che ne conta quaranta.
Nel 2010, durante il corso giovani della SGI in Giappone, ho visitato il Palazzo civico di Nakanoshima, a Osaka, e sono salita sul palco dove il presidente Ikeda nel 1957, con il ruggito di un leone, proclamò: «Coloro che mantengono a ogni costo la fede saranno assolutamente vincitori». Lì ho inciso nel mio cuore la promessa di proteggere, in qualità di avvocato, la Soka Gakkai e salvaguardare lo spirito di maestro e discepolo per sempre, e di rendere la SGI indiana il “Kansai del mondo”.
Nel 2015, quando ho partecipato di nuovo al corso giovani della SGI, sensei è venuto a incoraggiarci presso il Kosen-rufu Daiseido e con le lacrime agli occhi gli ho promesso nel mio cuore di dedicare la mia vita a kosen-rufu e di creare una terra “sempre vittoriosa” in India.
Lo scorso anno la SGI indiana ha iniziato un progresso dinamico per celebrare l’ottantacinquesimo anniversario della fondazione della Gakkai (18 novembre 2015) lanciando la campagna “Una SGI indiana di 100.000 Bodhisattva della Terra”, perciò abbiamo studiato e ristudiato insieme ai membri il decimo volume della Rivoluzione umana, continuando a impegnarci con coraggio nella sfida di espandere la nostra rete di solidarietà.
Il 18 novembre abbiamo superato lo scopo, realizzando 111.111 membri!
A gennaio sono stata nominata responsabile nazionale delle Giovani donne e abbiamo deciso di raggiungere 150.000 Bodhisattva della Terra.
Nel frattempo gli ostacoli hanno cominciato a emergere: mio padre, a seguito di un arresto cardiaco, è entrato in coma. Accanto a lui in ospedale ho studiato i trenta Gosho dell’Ikeda Kayo-kai. Ho scolpito nel mio cuore questo passo che dice: «Il saggio si rallegrerà, mentre lo stolto indietreggerà» (RSND, 1, 567). Sentendo che era giunto il tempo di iniziare una nuova sfida, mi sono impegnata a incoraggiare le giovani donne e ho recitato Daimoku come non mai.
Anche mia madre, unica in famiglia a non essere ancora membro della SGI, recitava due ore di Daimoku ogni giorno per mio padre. Noi pregavamo con fervore per la sua guarigione, lui combatteva come un leone e misticamente ha ripreso conoscenza. Gli ho potuto raccontare la mia lotta quotidiana e dirgli che la SGI indiana stava progredendo con dinamismo: lui annuiva e sorrideva calorosamente. Il 16 marzo tutti i settori del territorio di cui mi sono presa cura hanno realizzato l’obiettivo e, dopo aver vegliato sulle mie attività per kosen-rufu, mio padre se n’è andato serenamente. Sono fiera di lui che non si è lasciato sconfiggere dalla malattia fino alla fine! I miei tredici anni di fede e di pratica ci hanno permesso di trasformare una famiglia fredda come il ghiaccio in una famiglia armoniosa e colma di calore.
Con profonda gratitudine ho incontrato le giovani donne una dopo l’altra, dialogando insieme per approfondire il significato della “campagna” che stavamo portando avanti nell’attività.
Goccia dopo goccia, l’immenso fiume di kosen-rufu è cresciuto e a luglio la SGI indiana ha superato ogni limite rea­lizzando 21.000 nuovi membri in un mese: abbiamo così raggiunto la meta di “Una SGI indiana di 150.000 Bodhisattva della Terra”, rendendo possibile l’impossibile, come fecero i membri del Kansai sessanta anni fa!

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