«Daisaku, ho sognato che eri partito per il Messico; erano tutti in trepida attesa, stavano aspettando qualcosa. Erano alla ricerca del Buddismo di Nichiren Daishonin». […] Per rispondere all’ardente desiderio del mio maestro, ho mosso il primo passo per realizzare kosen-rufu nel mondo
16 marzo 1958. Il mio maestro Josei Toda, in occasione dell’eterna, grande cerimonia per celebrare kosen-rufu, dichiarò: «La Soka Gakkai è la regina nel mondo religioso!». Quest’affermazione si riferiva alla vittoria che Josei Toda, dopo aver superato le gravi oppressioni subite durante la guerra, aveva conseguito realizzando il suo obiettivo di settecentocinquantamila famiglie di praticanti. Ciò rappresenta anche l’eredità che il maestro Toda ha solennemente affidato a noi, giovani discepoli.
Nichiren Daishonin scrisse alla monaca laica Sennichi, che lottò con fermezza e decisione in prima fila insieme ai compagni di fede: «Questo sutra è superiore a tutti gli altri. È come il leone, re di tutti gli animali che si muovono sulla terra, come l’aquila, la regina di tutti quelli che volano nel cielo» (Il sutra della vera riconoscenza, RSND, 1, 826).
L’espressione “regina nel mondo religioso” racchiude lo spirito del Sutra del Loto, il “re di tutti i sutra” che rivela la Legge mistica che conduce tutti gli esseri all’Illuminazione, e si riferisce ai “re” che adempiono all’arduo ma fondamentale compito di kosen-rufu, i “re leoni della giustizia” che, come il re di tutti gli animali che si muovono sulla terra, si lanciano nella lotta contro il male che getta le persone nell’infelicità. Noi, maestro e discepoli Soka, continuiamo a lottare con spirito indomito con questo cuore di “re e regine” per l’infinito futuro.
Abbracciare e portare avanti il sogno del maestro
Nei giorni successivi alla cerimonia del 16 marzo si tennero dei dialoghi che costituirono, attimo dopo attimo, preziose occasioni in cui Toda trasmise la sua eredità ai discepoli. Una mattina il mio maestro mi chiamò al suo fianco e disse: «Daisaku, ho sognato che eri partito per il Messico; erano tutti in trepida attesa, stavano aspettando qualcosa. Erano alla ricerca del Buddismo di Nichiren Daishonin» (cfr. NRU, 1, 2). Nonostante il suo fisico fosse estremamente debole, nel cuore del mio maestro cresceva sempre più il grande desiderio di realizzare kosen-rufu nel mondo.
Nel Gosho è scritto: «Il termine “apparizione” dell’espressione “apparizione dei Bodhisattva della Terra” sta a indicare che nell’epoca di kosen-rufu gli esseri umani del mondo intero diventeranno sicuramente dei devoti del Sutra del Loto» (Gosho Zenshu, 834). Tutti noi abbiamo la missione dei Bodhisattva della Terra. Giungerà senza dubbio il momento in cui tutti ci risveglieremo a questa nobile missione. L’espressione “stavano tutti aspettando qualcosa” trasmette la grande convinzione di Toda.
Disse anche: «Devi vivere intensamente! Devi vivere più che puoi e viaggiare in lungo e in largo» (cfr. NRU, 1, 2). Un discepolo che agisce nello spirito di non dualità di maestro e discepolo è in grado di dispiegare le giovani ali del coraggio e della saggezza, come l’aquila “regina di tutti gli animali che volano”, e di librarsi volteggiando nel grande cielo di kosen-rufu mondiale senza temere alcuna tempesta. Per rispondere all’ardente desiderio del mio maestro, ho mosso il primo passo per realizzare kosen-rufu nel mondo.
Ho visitato per la prima volta il Messico nel 1965, sette anni dopo questo dialogo con il mio maestro. Nel paese che Toda aveva visto in sogno ho potuto ammirare, insieme ai compagni di fede, il monumento all’indipendenza che celebra la rivoluzione messicana. L’anno scorso, in occasione del cinquantesimo anniversario della mia prima visita, proprio di fronte a quel monumento è sorto il Centro per la pace e la cultura, un prezioso castello Soka. La poetessa messicana Juana Inés de la Cruz scrive (1651 – 1695): «Attraverso ogni sofferenza ti avvicini sempre più alla gloria». Non posso dimenticare le innumerevoli sofferenze e difficoltà che anche le mie care compagne di fede, madri nobili e preziose, hanno dovuto affrontare per progredire. La base dello sviluppo di kosen-rufu in Messico si trova nello spirito di ricerca.
Ho visitato il Messico cinque volte. Mi è capitato inoltre di farvi scalo tra un volo e l’altro, e anche all’alba i miei amici sono accorsi per salutarmi. Questi incontri rappresentano dei ricordi dorati indimenticabili. Quando visitai per la prima volta Cuba e Costarica, vent’anni fa – mentre mi dirigevo negli Stati Uniti – anche l’aeroporto della città portuale di Veracruz, che si affaccia sul Mar dei Caraibi, fece da sfondo a un bellissimo incontro. Mi hanno riferito che la bambina che mi accolse all’aeroporto con un caloroso “Benvenuto!” è diventata una responsabile byakuren che si impegna al massimo per offrire alla sua comunità e alla società intera il suo enorme contributo.
Niente mi rende più felice che vedere i compagni di fede in ogni parte del mondo mostrare la prova concreta di questo Buddismo attraverso le loro vittorie e benefici. Kosen-rufu è incontrare le persone e creare profondi legami con loro. È piantare il seme della Legge mistica per liberare le infinite potenzialità insite nella vita di ognuno. Ed è scrivere insieme agli altri il dramma della “rivoluzione umana”, lo spettacolo della vittoria delle regine e dei re.
Il sole che illumina il mondo
Nel Gosho L’oggetto di culto per l’osservazione della mente, Nichiren dichiara: «Se il cielo è sereno, la terra è illuminata. Similmente, se si conosce il Sutra del Loto si può comprendere il significato degli affari di questo mondo» (RSND, 1, 336). I giovani che fanno proprio e proteggono questo Buddismo del sole sono in grado di diradare l’oscurità di quest’epoca diffondendo la luce della speranza nei paesi dove hanno formulato il loro voto solenne.
Anche la Divisione giovani africana ha adornato l’anniversario del 16 marzo di questa nuova era di kosen-rufu mondiale con grandi vittorie. In Camerun si è tenuta una riunione generale dei giovani alla quale hanno partecipato milleduecento persone, un numero mai visto prima, e hanno ricevuto il Gohonzon cento persone. Durante questo incontro i leader che si sono assunti la responsabilità del “secolo dell’Africa” e diffondono un’ondata di coraggio, hanno rinnovato tutti insieme, risoluti, la loro determinazione: «Sosterremo ogni singola persona affinché tutti possano vincere e ci impegneremo al massimo per avanzare sempre di più lungo il cammino di questa grande religione mondiale». La rete Soka di giovani cittadini del mondo che si alzano gli uni accanto agli altri come solide e incrollabili torri preziose della dignità della vita, ha iniziato a illuminare la società globale con la luce della pace.
«Io non temo il futuro»
Un autentico re fa emergere un flusso costante di successori decisi e risoluti per lo sviluppo dell’epoca a venire. Anche il primo ministro indiano Jawaharlal Nehru, che il mio maestro Toda avrebbe voluto incontrare almeno una volta nella vita, dopo aver conseguito l’indipendenza dell’India, con serietà e onestà prese provvedimenti per far crescere degli eredi della rivoluzione sociale da lui intrapresa. Analizzando attentamente le difficili questioni che sorgono dalla diversa consapevolezza e comprensione tra le generazioni, mise a fuoco la necessità di trasmettere ai giovani lo spirito fondamentale di quella rivoluzione, tirando fuori il potere supremo insito nella loro vita. È proprio grazie a questa fiducia nei suoi eredi che Nehru poté dichiarare: «Io non temo il futuro». Attualmente anche in India, culla del Buddismo, i giovani della Soka che hanno ereditato e portano avanti lo spirito dell’umanesimo del Sutra del Loto si sono guadagnati un’immensa fiducia da parte degli altri.
Nichiren Daishonin aveva compreso che la forza dei Bodhisattva della Terra sta nel fatto che «avevano temprato perfettamente la propria fede» (Il generale tigre di pietra, RSND, 1, 845). Non esistono successori nella propagazione della Legge mistica più fidati dei giovani Bodhisattva della Terra che stanno forgiando la loro fede attraverso il più grande allenamento della vita, la pratica buddista.
Venticinque anni fa, il 16 marzo del 1991, mentre si susseguivano incessanti scontri con la Nichiren Shoshu che disprezzava le persone comuni e tradiva lo spirito originale del Daishonin, si tenne la riunione nazionale dei responsabili di centro della Divisione giovani a Nagoya, nella prefettura di Aichi. Fu una riunione pervasa da un altissimo stato vitale, alla quale partecipai pieno di entusiasmo con l’ardente desiderio di affidare le redini di kosen-rufu ai miei amati giovani della regione centrale del Giappone che stavano progredendo lungo il cammino Soka. In quell’occasione dedicai un messaggio ai miei giovani discepoli dal titolo: Vi affido la fiaccola dello spirito.
Continuando ad avanzare con tutte le mie forze come discepolo dell’insegnamento essenziale, nell’ottobre di quello stesso anno visitai il Centro culturale della prefettura di Hyogo che si erge lungo la via principale della città di Kobe. In occasione della riunione generale che si tenne con i compagni di fede del “Kansai sempre vittorioso”, con cui condivisi gioie e sofferenze durante il periodo dell’incidente di Osaka – dalle cui accuse venni poi completamente assolto – ebbi modo di incidere ancora una volta nella mia vita che “nel Buddismo si vince o si perde”. Dichiarai: «È fondamentale affrontare qualsiasi tipo di lotta contro le funzioni demoniache e vincere assolutamente! Il modo migliore per ripagare il debito di gratitudine nei confronti del maestro, da parte del discepolo, è riportare una grande vittoria». Quattro anni dopo i miei amati compagni di fede della prefettura di Hyogo, gli amici del Kansai con i quali condivido sempre la mia lotta, dovettero affrontare e superare con decisione e risolutezza anche il disastro causato dal terribile terremoto di Kobe. Il mese scorso, nello stesso Centro culturale della prefettura di Hyogo, ha avuto luogo la riunione nazionale dei responsabili di centro dei giovani uomini.
I giovani che percorrono fino in fondo la strada di maestro e discepolo sono davvero degni di fiducia. I giovani, indomiti e invincibili, stanno chiaramente dimostrando lo stesso spirito volto a ottenere la “pace e la sicurezza del paese” che io mostrai nella città di Amagasaki, la sera prima di vincere la causa dell’incidente di Osaka, quando esclamai a gran voce: «Sosteniamo tutti coloro che sono infelici e costruiamo un mondo in cui tutte le persone possano realmente vivere tranquille e sicure!».
Perseguire obiettivi e avanzare
«Quando si persegue un obiettivo non bisogna mai mollare la presa!». Questa è stata l’ultima guida che il maestro Toda rivolse a noi giovani. Bisogna perseguire i propri obiettivi e avanzare! Il momento di alzarsi è ora.
Senza progresso non si può vincere, né diventare felici. Qualche giorno fa, incontrando dopo molto tempo i compagni di fede del quartiere Bunkyo, ho saputo che il loro motto è sempre “avanzare”. Kosen-rufu è un’eterna lotta tra le funzioni demoniache e la Buddità. È fondamentale essere preparati al fatto che i tre ostacoli e i quattro demoni si manifestino, ed è necessario sconfiggerli con coraggio e gioire innalzando canti di vittoria della vita.
Puntando all’anniversario del 3 maggio, è iniziato il “mese della propagazione della Legge” portato avanti dai miei amati giovani uomini e giovani donne.
Aprile, mese della vivace danza della giovinezza. Giovani, continuate ad avanzare! Impugnando la “fiaccola dello spirito” dei successori di kosen-rufu, continuate ad avanzare con gioia e vivacità! Vinciamo con risolutezza anche in questo mese di aprile, facendo emergere tutta la forza e l’energia per avanzare sempre, come la corrente impetuosa di un torrente che supera grandi rocce!
Portate avanti kosen-rufu
con forza e vigore.
Come discepoli
fate risplendere ogni giorno
lo spirito combattivo delle regine e dei re.
30 marzo 2016
(traduzione di Chiara Pantaleo)