Era agosto del 2008 e soffrivo molto. Grazie a un consiglio nella fede iniziai a recitare più Daimoku, fare tanta attività e studiare il Buddismo. Mi spiegarono che praticare correttamente purifica la nostra vita, indirizzandola verso la felicità e che mi sarei ricordata di quel periodo come di un momento preziosissimo.
Non mi risparmiai, specialmente nell’attività di protezione come byakuren: ero determinata a trasformare il mio karma. A luglio del 2009, a Milano, ci sarebbe stato il corso di studio a cui avrebbero partecipato membri da tutta Europa. Ero determinata a fare attività di accoglienza al meglio e fin da aprile iniziai a recitare Daimoku con questo obiettivo.
Due settimane prima del corso mi fu chiesto di fare la referente per l’accoglienza a Malpensa. Accettai sapendo che sarebbe stata una grande opportunità di crescita, ma anche una responsabilità.
Presto si sarebbero tenute al Centro culturale le riunioni di preparazione ma, proprio in quei giorni, sarei stata a Londra per una piccola vacanza organizzata già da tempo. Inoltre avrei dovuto formare la squadra per l’accoglienza e trovare altre byakuren per quell’attività.
Avevo bisogno di un punto di partenza, così iniziai dal Daimoku. Il presidente Toda era solito dire: «Una forte preghiera al Gohonzon verrà sicuramente esaudita. Tuttavia, esistono tre condizioni: Daimoku, Daimoku e ancora Daimoku» (NR, 402, 7). Pregavo per la protezione di ogni singolo partecipante e desideravo curare ogni minimo dettaglio.
Cinque giorni prima di partire iniziai a chiamare le byakuren che conoscevo e incredibilmente nessuna era disponibile! Avevo ricevuto solo due “forse”. Iniziai ad avere paura ed ero sfiduciata. Come potevo farcela? Il continuo sostegno del ragazzo, che faceva referente soka-han per quell’attività, è stato prezioso e determinante. Ho imparato che i compagni di fede sono come il sole nella nostra vita.
Partii per Londra. Mancavano ormai pochissimi giorni all’evento e solo due byakuren avevano dato la loro disponibilità.
Mi sono chiesta: «Cosa farebbe sensei? Sicuramente Daimoku, e lo sto facendo. Ma qual è la differenza? Sensei non nutrirebbe alcun dubbio». È emersa subito una gioia infinita e ho sentito che non mi dovevo preoccupare di niente. In un attimo è stato come se non esistessero più il tempo e lo spazio, come se io fossi al fianco del presidente Ikeda pregando insieme per il successo del corso. È stata una commozione indescrivibile.
Iniziai a ricevere adesioni dalle byakuren e alla fine della giornata la squadra era formata! Telefonai a ognuna di loro per incoraggiarle.
L’attività di accoglienza è andata meravigliosamente: senza incidenti ed eravamo tutte felicissime. Questa esperienza mi ha permesso di crescere nella fede e incidere nella mia vita l’importanza della pratica e dello studio, sperimentando che ogni parola del maestro è vera. Ho imparato che mi devo sforzare anche quando non ne ho voglia perché i miei sforzi si trasformano sempre in benefici.
Il presidente Ikeda scrive che la chiave di ogni vittoria è nella relazione tra maestro e discepolo e sono felice di averlo provato con la mia vita.
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