La realizzazione dell’Intesa segna una nuova partenza, una buona occasione per migliorare noi stessi e il nostro movimento per la pace, la cultura e l’educazione
Il 14 giugno 2016 il Parlamento ha approvato in via definitiva, con voto unanime, il disegno di legge che regola i rapporti tra lo Stato e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.
Si è concluso così l’iter legislativo a seguito della firma dell’Intesa, il 27 giugno 2015, tra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Presidente dell’IBISG Tamotsu Nakajima.
Il testo approvato rappresenta il pieno riconoscimento della Soka Gakkai in Italia.
È significativo che ciò avvenga proprio quest’anno in cui ricorre il cinquantacinquesimo anniversario della prima visita di Daisaku Ikeda che segnò l’inizio del flusso del movimento di kosen-rufu in Italia. Allora c’era solo una coppia di giapponesi che praticava il Buddismo di Nichiren Daishonin, ora sono più di 84.000 i membri italiani e la Soka Gakkai è conosciuta in tutto il paese. Durante la sua visita nell’ottobre del 1961, mentre si trovava ai Fori romani, il presidente Ikeda compose questa poesia:
In piedi,
tra le rovine di Roma,
sento la certezza
che la Terra della mistica Legge
non perirà mai
Negli anni successivi, pian piano l’insegnamento di Nichiren Daishonin si è diffuso in ogni regione grazie agli sforzi costanti nella propagazione per mostrare il valore della pratica buddista attraverso la propria rivoluzione umana.
Ciascuno di noi ha fatto sue le parole del presidente Ikeda: «La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità» (prefazione al romanzo La rivoluzione umana).
Questo è uno dei princìpi più importanti per noi praticanti, ma non è qualcosa che riguarda solo noi membri della Soka Gakkai: il nostro comportamento può infatti influenzare positivamente la comunità italiana e infondere speranza in tutte le donne e gli uomini del nostro paese.
Per noi la realizzazione dell’Intesa è un evento straordinario che brilla nella storia di kosen-rufu e ci rende fieri di far parte della Soka Gakkai e di essere discepoli del presidente Ikeda.
Cosa succederà ora che il disegno di legge è definitivamente approvato ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale?
A livello legislativo ci sono varie implicazioni e impegni da rispettare, ma l’aspetto che ci riguarda più direttamente è approfondire cosa significa davvero per ognuno essere buddisti e buoni cittadini. Come leggiamo nella Carta della Soka Gakkai Internazionale: «La SGI contribuisce alla pace, alla cultura e all’educazione per la felicità e il benessere di tutta l’umanità, basandosi sull’assoluto rispetto del Buddismo nei confronti della vita» (art. 1, vedi a pag. 13).
È importante perciò utilizzare il raggiungimento dell’Intesa come una nuova partenza, una buona occasione per decidere di migliorare noi stessi e la nostra organizzazione, chiedendoci come possiamo contribuire a realizzare una società che rispetti la sacralità della vita, mettendo in pratica i princìpi contenuti nella Carta della SGI (ibidem).
Tocca a ciascuno di noi mostrare il valore della Soka Gakkai e gli ideali della filosofia umanistica del nostro maestro nella comunità e nel proprio ambiente, in accordo con i principi buddisti: “la fede si manifesta nella vita quotidiana” e “la fede si manifesta nella società”.
Il presidente Ikeda scrive in proposito: «Nel momento in cui ogni singola persona si alza da sola con risolutezza illuminando la zona in cui vive e il proprio luogo di lavoro, otterrà sempre più fiducia e rispetto da parte degli altri e sarà così in grado di trasformare l’ambiente circostante creando le condizioni ideali per l’espansione di kosen-rufu».
Con profonda gratitudine verso il nostro maestro e tutti i compagni di fede, continuiamo ad agire per la pace, la prosperità e lo sviluppo della società italiana diventando cittadini esemplari che si impegnano per la propria e l’altrui felicità.
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Iter dell’Intesa e breve sintesi dei contenuti
In Italia i rapporti tra lo Stato e le confessioni religiose non cattoliche sono regolati dall’articolo 8 della Costituzione che ne sancisce il principio di eguale libertà. Il testo dell’Intesa1 tra lo Stato Italiano e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (IBISG) è stato elaborato dalla Commissione interministeriale per le Intese presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e integrato dai rappresentanti dell’IBISG.
Quando è iniziato l’iter dell’Intesa?
L’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai è nato nel 1998 come ente di religione e di culto senza fini di lucro ed è stato riconosciuto con Decreto del Presidente della Repubblica il 20 novembre 2000.
Subito dopo, nel 2001, l’Istituto ha chiesto l’avvio delle trattative per l’Intesa. L’iter legislativo iniziato nel 2002, fu sospeso in attesa della modifica dello Statuto richiesta dall’Istituto stesso. Nel 2009, a seguito dell’approvazione di tale modifica, l’Istituto ha chiesto di riaprire le pratiche inviando una nuova bozza di Intesa, e i lavori della commissione interministeriale preposta si sono conclusi nel 2011.
L’iter è ripartito nel maggio 2014 e il 1 ottobre dello stesso anno è stato siglato uno schema di Intesa dal Sottosegretario di Stato e dal Presidente dell’IBISG, approvato dal Consiglio dei ministri il 10 novembre 2014. È stato poi acquisito il parere di merito della Commissione Consultiva per la libertà religiosa, presso la presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il 27 giugno 2015 l’Intesa è stata firmata dal Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi e dal Presidente dell’IBISG Tamotsu Nakajima.
Il 13 gennaio 2016 il Governo ha presentato al Senato il relativo disegno di legge, che è stato approvato il 20 aprile 2016.
Il 14 giugno 2016 è stato infine approvato in via definitiva, con voto unanime, alla Camera dei Deputati e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
Come si legge nel Preambolo dell’Intesa, la Repubblica prende atto che «L’IBISG si ispira, idealmente e nelle sue attività, ai princìpi di non violenza e di rispetto e compassione verso tutte le forme di vita esistenti, propri del Buddismo e dell’insegnamento di Nichiren Daishonin».
Quali sono i contenuti dell’Intesa?
Articolo 1. Autonomia dell’Istituto. L’Istituto è liberamente organizzato secondo i propri ordinamenti e disciplinato dal proprio statuto. L’articolo regola anche la non ingerenza dello Stato nelle nomine dei ministri di culto, nell’esercizio del culto medesimo e nell’organizzazione della comunità religiosa e negli atti disciplinari e spirituali. È garantita la libera comunicazione dell’Istituto con la Soka Gakkai Internazionale.
Articolo 2. Libertà religiosa. Riconosce e garantisce la piena libertà religiosa all’Istituto, agli organismi da esso rappresentati e a coloro che ne fanno parte, di riunione e di manifestazione del pensiero, nonché la libertà di svolgimento della sua missione spirituale, educativa, culturale e umanitaria.
Articolo 3. Ministri di culto. Godono del libero esercizio del loro ministero (vedi riquadro a pag. 12).
Articolo 4. Assistenza spirituale. Assicura il diritto all’assistenza spirituale, da parte di propri ministri di culto, agli appartenenti all’Istituto, anche se ricoverati in strutture sanitarie, socio-sanitarie e sociali o se detenuti in istituti penitenziari.
Articolo 5. Istruzione. Riconosce agli alunni, come già previsto dalle leggi di approvazione delle intese con altre confessioni religiose, il diritto di non avvalersi degli insegnamenti religiosi.
Articolo 6. Diritto di istituire scuole e istituti di istruzione. Alle scuole, cui sia riconosciuta la parità, è assicurata piena libertà nel rispetto delle norme generali sull’educazione, mentre agli alunni è garantito un trattamento equipollente a quello degli alunni delle scuole dello Stato e degli altri enti territoriali.
Articolo 7. Edifici di culto. Gli edifici di culto dell’IBISG aperti al pubblico non possono essere occupati, requisiti, espropriati o demoliti, se non per gravi motivi e previo accordo con l’Istituto.
Articolo 8. Trattamento delle salme. Dispone il rispetto delle regole della tradizione degli appartenenti all’Istituto, purché avvenga in maniera conforme alla normativa vigente in materia. Analogamente a quanto previsto dalle leggi di approvazione di altre intese, nei cimiteri possono essere previste aree riservate, ai sensi della normativa vigente.
Articolo 9. Certificazione dei ministri di culto. Per lo svolgimento delle attività di cui agli articoli 3, 4, 7, l’Istituto rilascia apposita certificazione della qualificazione di ministro di culto.
Articolo 10. Enti religiosi – Riconoscimento. Con riguardo al regime degli enti religiosi, disciplina le modalità di riconoscimento come persone giuridiche degli enti aventi fine di religione o di culto.
Articolo 11. Attività di religione o di culto. Specifica le attività aventi fine di religione o di culto: le cerimonie religiose, lo studio dei testi buddisti e in particolare quelli di Nichiren Daishonin, l’assistenza spirituale, la formazione dei ministri di culto, la diffusione dei princìpi buddisti di nonviolenza e di rispetto e compassione per tutte le forme di vita esistenti.
Articolo 12. Enti religiosi – Regime tributario. Regola il regime tributario degli enti riconosciuti dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, equiparandolo a quello degli enti con finalità di beneficenza o di istruzione.
Articoli 13-14-15. Regolano la gestione degli enti religiosi. L’iscrizione nel registro delle persone giuridiche degli enti dell’Istituto civilmente riconosciuti e i mutamenti sostanziali con riguardo al fine, al patrimonio e al modo di esistenza degli enti dell’Istituto e ne regolano gli effetti della loro soppressione o della loro estinzione.
Articolo 16. Contributi deducibili agli effetti IRPEF. Consente la deduzione, agli effetti dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), delle offerte in denaro a favore dell’Istituto, nel limite di 1.032,91 euro.
Articolo 17. Ripartizione della quota dell’otto per mille. Consente all’Istituto di concorrere alla ripartizione della quota dell’otto per mille del gettito IRPEF, da destinare, oltre che alle finalità istituzionali e delle attività religiose, anche a interventi sociali e umanitari in Italia e all’estero, nonché a iniziative per la promozione della pace, del rispetto e difesa della vita in tutte le forme esistenti, nonché per la difesa dell’ambiente.
Articolo 18. Prevede che l’eventuale revisione del sistema di cui agli articoli 16 e 17 (deducibilità delle offerte e ripartizione dell’otto per mille) sia sottoposta alla valutazione di un’apposita commissione paritetica, nominata dal Governo italiano e dall’Istituto.
Articolo 19. Dispone che i rendiconti sull’utilizzazione delle somme percepite siano trasmessi annualmente al Ministero dell’Interno.
Articolo 20. Sancisce il reciproco impegno della Repubblica e dell’IBISG a collaborare per la tutela e la valorizzazione dei beni afferenti al patrimonio culturale dell’Istituto.
Articolo 21. Festività religiose. Per quanto riguarda le festività religiose, prevede che agli appartenenti all’Istituto, su loro richiesta, sia consentito osservare le festività religiose legate al proprio culto e dispone che il diritto di osservare tali festività debba essere esercitato nel quadro della flessibilità dell’organizzazione del lavoro.
Articolo 22. Prevede che eventuali esigenze emerse nella fase attuativa della legge di approvazione dell’Intesa e fatte presenti dall’Istituto dovranno essere tenute in considerazione dalle autorità competenti.
Articolo 23. Cessazione di efficacia della normativa sui culti ammessi e delle norme contrastanti (la legge 24 giugno 1929, n. 1159 – regio decreto 28 febbraio 1930, n. 289).
Articolo 24. Dispone che siano promosse opportune intese tra le parti in caso di modifiche dell’Intesa e in caso di iniziative legislative concernenti i rapporti tra lo Stato e l’Istituto o relative a materie disciplinate dall’Intesa stessa.
Il testo integrale è disponibile sul sito <Hpl:=www.sgi-italia.org
1. L’Intesa è un accordo tra lo Stato italiano e una confessione religiosa differente dalla cattolica. Consiste in atti contrattuali stipulati ed elaborati all’interno dell’ordinamento statuale come previsto dall’art. 8 della Costituzione.
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Che funzione hanno i ministri di culto?
Un profilo dei ministri di culto viene descritto nello Statuto e nel Regolamento dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (vedi www.sgi.italia.org/sokagakkai/ibisg-statuto.php)
- Il Consiglio Nazionale nomina i ministri di culto tra i membri della comunità di fedeli che siano in possesso dei requisiti di cui all’articolo 13 (“che si distinguono per esperienza di fede, conoscenza e comprensione dei princìpi del Buddismo di Nichiren Daishonin, e per capacità di guida e di consiglio nei confronti dei fedeli”). Le nomine dei ministri di culto sono approvate con votazione cui partecipano soltanto i membri del Consiglio Nazionale che siano ministri di culto. (Articolo 12 – Statuto)
- I ministri di culto presiedono le cerimonie di culto previste dall’IBISG, svolgono funzioni di assistenza spirituale nei confronti della comunità di fedeli loro affidata, e assolvono agli altri compiti affidati loro dal Consiglio Nazionale. (Articolo 14 – Statuto)
- Devono aver compiuto, all’atto della presentazione, 35 anni, non devono aver superato i 70 anni, e devono aver praticato continuativamente nella Soka Gakkai per almeno 10 anni. L’incarico di ministro di culto ha la durata di quattro anni e può essere rinnovato. Al compimento del 75° anno di età, il ministro di culto cessa dall’incarico salva espressa deroga concessa mediante delibera adottata dal Consiglio Nazionale con la maggioranza di cui all’articolo 12, comma 3, dello Statuto. (Articolo 13 – Regolamento)
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Carta della Soka Gakkai Internazionale
Il 16 ottobre 1995 la SGI ha adottato questa Carta che ne definisce le finalità e i princìpi
Premessa
Noi, organizzazioni costituenti e membri della Soka Gakkai Internazionale, abbracciamo lo scopo fondamentale e la missione di contribuire alla pace, alla cultura e all’educazione sulla base della filosofia e degli ideali dell’insegnamento buddista di Nichiren Daishonin.
Riconosciamo che, in nessun’altra epoca della storia, l’umanità ha sperimentato una giustapposizione così intensa tra guerra e pace, discriminazione e uguaglianza, povertà e abbondanza, come nel ventesimo secolo; che lo sviluppo di tecnologie militari sempre più sofisticate, basti l’esempio delle armi nucleari, ha creato una situazione nella quale è in forse la stessa sopravvivenza della specie umana; che la realtà di violente discriminazioni etniche e religiose produce un ciclo senza fine di conflitto; che l’egoismo e l’intemperanza dell’umanità hanno generato problemi globali, come il degrado dell’ambiente naturale e l’abisso di disparità economica che si va allargando tra le nazioni sviluppate e quelle in via di sviluppo, con serie ripercussioni sul futuro collettivo del genere umano.
Crediamo che il Buddismo di Nichiren Daishonin, una filosofia umanistica caratterizzata da infinito rispetto per la sacralità della vita e da una compassione universale, metta gli individui in grado di coltivare e sviluppare la loro intrinseca saggezza e, nutrendo la creatività dello spirito umano, li renda capaci di superare le difficoltà e le crisi cui l’umanità si trova di fronte, e di realizzare una società di pacifica e prospera coesistenza.
Per questo noi, organizzazioni costituenti e membri della SGI, determinati a levare in alto la bandiera della cittadinanza del mondo, dello spirito di tolleranza e del rispetto dei diritti umani basato sui princìpi umanistici del Buddismo, e a sfidare i problemi globali cui l’umanità si trova di fronte attraverso il dialogo e gli sforzi concreti basati su un costante impegno di nonviolenza, adottiamo questa carta, affermando i seguenti obiettivi e princìpi.
Obiettivi e princìpi
- La SGI contribuisce alla pace, alla cultura e all’educazione per la felicità e il benessere di tutta l’umanità, basandosi sull’assoluto rispetto del Buddismo nei confronti della vita.
- La SGI, fondata sull’ideale di cittadinanza mondiale, difende i diritti fondamentali dell’essere umano e combatte le discriminazioni.
- La SGI rispetta e protegge la libertà di religione e di espressione religiosa.
- La SGI promuove la comprensione del Buddismo di Nichiren Daishonin attraverso gli scambi umani, contribuendo così alla felicità individuale.
- La SGI, attraverso le organizzazioni che la compongono, incoraggia i propri membri a contribuire alla prosperità dei rispettivi paesi, da buoni cittadini.
- La SGI rispetta l’indipendenza e l’autonomia delle singole organizzazioni che la compongono, in accordo con le leggi e i costumi di ogni paese.
- La SGI, in accordo con lo spirito di tolleranza del Buddismo, rispetta le altre religioni, dialoga e collabora con loro alla soluzione dei problemi fondamentali dell’umanità.
- La SGI rispetta le diversità e si fa promotrice di scambi culturali, per contribuire allo sviluppo di una società internazionale basata sulla mutua comprensione e l’armonia tra i popoli.
- La SGI, in ossequio all’ideale buddista di simbiosi, sostiene la protezione della natura e dell’ambiente.
- La SGI contribuisce all’educazione e allo sviluppo della ricerca, al fine di permettere a ogni individuo di sviluppare la propria personalità e godere di una vita realizzata e felice.