Il 20 novembre prossimo si terranno in Italia gli esami di primo livello. Abbiamo posto due domande a Marta Bonomo, vice responsabile del Dipartimento di studio
Come preparare al meglio l’attività degli esami di primo livello del prossimo novembre?
Durante la storica campagna del Kansai nel 1956, descritta nel decimo volume della Rivoluzione umana, Shin’ichi Yamamoto (pseudonimo di Daisaku Ikeda) per risvegliare le persone alla missione di Bodhisattva della Terra, riteneva fondamentale che ognuno sviluppasse la convinzione nel potere della fede per superare problemi ed espandere lo stato vitale, sentendo così la gioia di praticare e il desiderio di trasmetterla agli altri. Questo – diceva – era la chiave di tutto. Quell’anno l’appuntamento degli esami rientrava nella strategia per raggiungere l’obiettivo di crescita che avevano di fronte, una sfida apparentemente impossibile. Shin’ichi ispirava i responsabili del Kansai a sincronizzare una forte preghiera per la felicità dei membri con azioni efficaci basate sulla saggezza che scaturisce dalla fede e dalla preghiera per kosen-rufu, connessa alle intenzioni del maestro.
Nel lanciare la campagna del Kansai, egli aveva puntato su due scelte e aveva chiesto ai responsabili di metterle in atto insieme a lui: infondere nei membri il desiderio di studiare il Buddismo e incontrare più persone possibili per trasmettere la convinzione assoluta che ognuno ha una missione che solo lui, lei può compiere. Come si legge nella Rivoluzione umana: «Pregare è solamente il primo passo. Il secondo è usare la migliore strategia e l’azione più efficace. Senza questa seconda parte non riusciremo mai ad acquisire la spinta per vincere. I due aspetti da soli non sono sufficienti. Solo quando entrambi sono perfettamente in armonia riusciremo a trasformare l’impossibile in possibile e solo allora la vittoria sarà nostra. Ne sono convintissimo. Che cosa porta l’armonia? La fede. Per questo continuo a sottolineare che la fede è la base di qualsiasi cosa. Capite?» (RU, 10, 30).
L’appuntamento annuale con gli esami di primo livello, che si terranno il 20 novembre prossimo, ci potrebbe sembrare semplicemente una “tradizione” cui aderire, ma alla luce dello scopo che abbiamo quest’anno di realizzare una nuova espansione di persone consapevoli della propria missione, che agiscano per il bene proprio e della società, gli esami possono diventare una tappa importante per rafforzare le basi della fede nella vita dei membri che hanno aderito da poco alla Soka Gakkai e di tutti coloro che si impegnano a sostenere lo studio nei gruppi e nei settori.
Qual è la migliore motivazione per lo studio degli argomenti dell’esame?
Penso che sia la consapevolezza che lo studio della filosofia buddista ci consente di approfondire la nostra visione della vita e delle difficoltà che viviamo in questa epoca. Sarà capitato a tanti di avere una visione negativa di una situazione che si sta affrontando e, subito dopo aver letto e riletto un principio o una spiegazione, cogliere un altro punto di vista e risalire nello stato vitale, fino a percepire di nuovo la possibilità di creare valore.
Nel Gosho c’è però qualcosa in più. Il Gosho racchiude le calorose ed esaurienti istruzioni di Nichiren Daishonin ai discepoli che vivono in questa epoca difficile: viene spiegata ogni cosa alla luce della saggezza del Sutra del Loto, dalla sofferenza di una madre per la figlia malata, alla malattia di una donna non più giovanissima, alle preoccupazioni di un uomo per mantenere la sua famiglia, fino al rapporto tra noi e l’universo, alla strategia per vincere sulle difficoltà, all’atteggiamento davanti alla morte e così via. Soprattutto troviamo la convinzione e l’energia piena di compassione del Budda che lotta senza risparmiarsi, affinché ogni persona possa sentire il potere insito nella propria vita e insegnarlo agli altri. Possiamo sentire come fosse rivolto anche a noi l’appello di Nichiren a vivere all’altezza del proprio ruolo nell’universo: rendere la nostra esistenza benefica per noi stessi e per chi vive con noi.
La nostra epoca è dominata dai conflitti e dall’ignoranza della suprema dignità della vita. Nella nostra società, ormai totalmente globalizzata ma basata su valori che spesso offendono la dignità della vita, è difficile armonizzare le relazioni tra gli esseri umani e con l’ambiente naturale che ci sostiene. La nostra vita è naturalmente influenzata dall’oscurità fondamentale, ma giorno dopo giorno, dedicandoci sinceramente alla pratica e allo studio del Buddismo e unendoci al cuore del nostro maestro, diventiamo in grado di condurre vite luminose, capaci di trasformare ogni volta la nostra oscurità in chiarezza, determinazione e azioni volte al bene comune.
Lo studio del Buddismo non è come lo studio scolastico e non mira a una soddisfazione egocentrica, ma è uno studio attivo, combattivo, da applicare concretamente nella vita quotidiana. Dovremmo sentirci come dei pionieri che studiano e sperimentano un nuovo modo di vivere “umanistico” e raccontarlo agli altri. Per questo è importante coltivare uno spirito di ricerca puro, sia quando soffriamo sia quando le cose vanno bene, che sostenga sempre la nostra pratica, non solo nei primi anni. Le situazioni cambiano continuamente, ma solo se alleniamo questo spirito di ricerca incessante troveremo risposte dallo studio del Buddismo con grande soddisfazione.
Esami di Buddismo