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Terzo corso Futuro... verso il 2030! - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:57

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Terzo corso Futuro… verso il 2030!

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In questo mese

3 LUGLIO
– Giorno della relazione maestro e discepolo

3 LUGLIO 1945
– Josei Toda viene rilasciato dalla prigione

3 LUGLIO 1957
– Daisaku Ikeda viene arrestato sotto false accuse. Rilasciato il 17, verrà definitivamente assolto nel ’64

11 LUGLIO 1951
– Fondazione della Divisione giovani uomini

16 LUGLIO 1260
– Nichiren Daishonin invia il trattato “Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” (Rissho ankoku ron)

19 LUGLIO 1951
– Fondazione della Divisione giovani donne

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Terzo corso Futuro… verso il 2030!

Dal 15 al 17 luglio si terrà a Firenze il terzo corso della Divisione futuro italiana. Abbiamo chiesto ai responsabili nazionali Marco Perrone e Jasmina Cipriani: «Qual è l’obiettivo di questo corso? Quali attività ci saranno?»

Marco: Il significato del corso è far emergere la consapevolezza in ogni partecipante di essere un Bodhisattva della Terra, affinché ognuno diventi protagonista nella creazione di una società di valore.
Sicuramente quest’anno, nel mettere in pratica la promessa che abbiamo fatto tutti insieme durante il corso del 2015, ognuno si è impegnato giorno dopo giorno nella propria rivoluzione umana, proteggendo le persone, le comunità e la società, senza scendere mai a compromessi con l’oscurità che alberga nella vita. Inoltre l’impegno di parlare di Buddismo alle altre persone, attraverso dialoghi cuore a cuore, ha portato a un’ulteriore crescita della nostra Divisione.

Jasmina: Desideriamo che ogni ragazza e ragazzo della Divisione futuro possa stringere un legame ancora più forte con il nostro amato maestro Ikeda e trarre esempio per vivere una vita ricca di vittorie e benefici! Durante il corso ci saranno sessioni di studio e condivideremo esperienze per approfondire la fede nella Legge mistica, che rappresenta la bussola per affrontare i momenti cruciali della nostra vita.
Infatti, ognuno di noi è deciso a portare una grande prova concreta nella propria vita, per poter ispirare sempre nuovi amici, dirigendosi verso il 2030, centenario della fondazione della Soka Gakkai, carico di vittorie e nuove determinazioni.

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Spiegate le ali verso il futuro / L’Avana, capitale del sole
di Daisaku Ikeda

I sogni sono semi da cui nascono fiori di speranza. Sono il motore del progresso, gli arcobaleni che uniscono i cuori.
Durante una bella discussione in Giappone, nella regione del Kansai, una giovane donna della Divisione futuro mi chiese qual era il mio sogno. Risposi che era far sì che il sogno del mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, diventasse realtà. Come suo discepolo ho fatto mio il suo sogno, che era di liberare il mondo dalla disperazione e dalla sofferenza, e ho cercato di realizzarlo.
Insieme a molti dei vostri nonni, genitori e a tutti i nostri nobili membri, mi sono impegnato, mirando a questo sogno, a diffondere il Buddismo del sole del Daishonin in 192 paesi e territori.
Spero che anche voi, miei giovani amici, ereditiate questo sogno della SGI e lo portiate avanti fino all’eterno futuro, facendolo avverare. Era proprio questo il desiderio che mi animava quando fondai la Divisione futuro dopo essere diventato il terzo presidente della Soka Gakkai (nel 1960). Quest’anno (2015) cadrà il cinquantunesimo anniversario della Divisione scuole superiori fondata nel giugno del 1964. Congratulazioni a tutti i nostri membri di questa Divisione! La vostra crescita è la gioia più grande per tutti i compagni di fede nel mondo che stanno affettuosamente vegliando su di voi.

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Il 24 giugno 1996, volai da Miami alle Bahamas e da lì a L’Avana, la capitale di Cuba. L’allora presidente cubano Fidel Castro mi incontrò presso il Palazzo della Rivoluzione (il 25 giugno, vedi foto). Aveva una figura imponente, era alto un metro e novanta, e indossava un vestito in stile occidentale invece della sua solita uniforme militare.
Commentai che gli abiti civili gli donavano.
Il presidente Castro mi spiegò con un sorriso che aveva indossato quel vestito espressamente per dare il benvenuto a un difensore della pace. La nostra riunione ebbe luogo la sera del secondo giorno della mia visita.
Diedi un colpetto alla sua cravatta e dissi scherzando che il Ministro della Cultura vicino a lui forse aveva migliori gusti in fatto di cravatte, provocando fragorose risate fra i presenti.
«Sì – disse ridendo il presidente Castro – non ho grandi conoscenze sulle cravatte».
«Va bene – risposi – è più importante conoscere le persone».
Castro e io parlammo diverse ore. Ci scambiammo riflessioni su tantissimi argomenti, dalla politica alla leadership, all’importanza dei successori. Egli mi ascoltò sinceramente e disse che apprezzava la mia amicizia. Fu un’interazione piena di profonda umanità.
Tutte le persone che incontrai a Cuba erano semplici e schiette. A quel tempo, molti pensavano che Cuba fosse un posto chiuso ma, durante la mia visita, ho incontrato cubani dal cuore caldo e giovani che stavano avanzando verso il futuro. L’idea che l’opinione pubblica aveva di Cuba era completamente diversa dalla realtà.
Ovviamente non si può sapere tutto delle persone semplicemente incontrandole ma, se non le incontriamo, non potremo mai conoscerle in alcun modo. Tutto dipende dal coraggio di fare il primo passo.
Forse conoscete persone con cui avete difficoltà ad andare d’accordo e che sembrano l’opposto di come siete voi. Ciò che dovreste fare in questi casi è aprire loro il vostro cuore con spirito sincero e positivo.
Tutti voi praticate il Buddismo in giovane età. Anche se non accade subito, alla fine le vostre preghiere sincere per la felicità degli altri toccheranno il loro cuore.
Nichiren Daishonin scrive: «Le parole riecheggiano i pensieri della mente e trovano espressione attraverso la voce» (RSND, 2, 793).
Diventate un sole che illumina tutto intorno a voi. Spero che voi, miei cari discepoli, farete risplendere nel vostro cuore uno spirito luminoso come il sole.

1 giugno 2015

(traduzione di Francesca Fanciullacci)

Per leggere l’intera puntata: www.ilvolocontinuo.it

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Coltivare amicizie con sincerità
Tutti avvertono l’importanza dell’amicizia. Sono in molti a scoprire che le amicizie con i compagni di scuola finiscono con il finire del ciclo di studi o delle attività extra-scolastiche portate avanti in comune. Per questo qualcuno lamenta la difficoltà di trovare un amico per tutta la vita.

Ci sono diversi tipi di amicizia. Solo alcune durano tutta una vita. Altre possono durare solo per un certo periodo, anche venti, cinque anni o solo uno. Talvolta i nostri sentimenti restano immutati, mentre quelli dell’altra persona cambiano. Non bisognerebbe avere l’ossessione di un’amicizia che duri tutta la vita. Un’amicizia ha significato anche se dura poco. La cosa fondamentale è la sincerità di ogni incontro.
I vostri compagni di classe sono come voi, persone che cesseranno di andare a scuola quando ciò accadrà anche a voi, perciò spero che godiate del tempo in loro compagnia, senza preoccuparvi di quanto sarà lungo.
Le amicizie profonde sono davvero rare. La difficoltà nel coltivarle è pari alla cura necessaria perché un albero cresca grande e forte, cura ben diversa da quella che impieghiamo per arbusti più modesti.
Se userete sempre la massima sincerità nelle vostre relazioni con gli altri, un giorno vi ritroverete naturalmente con tanti buoni amici. Sono certo che con queste persone vivrete delle amicizie durevoli, forti e incrollabili come un albero maestoso. Ma non siate impazienti: vi prego di impegnarvi prima di tutto nel vostro sviluppo personale.
Siate convinti dell’infinito numero di meravigliosi incontri che il futuro ha in serbo per voi.

D. Ikeda, Amore e amicizia, esperia, pagg. 13-14

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Diario giovanile 1949-1960
di Daisaku Ikeda

LUNEDÌ 29 MAGGIO – Sereno

Sono passati venti anni da quando la mia vita ha avuto inizio. È già trascorsa la metà di quest’anno, che sta dando prova di essere piacevole.
Gioventù, che parola ricca di promesse! Vivrò per tenere fede a queste promesse utilizzando la mia giovinezza in modo significativo e memorabile.
Qual è la mia missione? Quella di sforzarmi al massimo per divenire capace di realizzare kosen-rufu. Forse darò il mio contributo come letterato, come influente uomo di stato o come uomo d’affari di successo. Qualunque percorso può andare bene. L’importante è avere un atteggiamento attivo, affrontare le sfide quotidiane e avanzare sfruttando appieno l’energia della mia gioventù.
Lasciamo che la gente continui a criticare, se è questo ciò che vuole. Lasciamola ridere se così desidera. Cosa importa?
Solo il Daishonin mi vede per quello che veramente sono. Non morire per le piccole virtù, ma vivi per quelle grandi!
Per la gente. Per il mondo. Per la Legge.

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Le nostre storie / La felicità è un dono per tutti

di Federico, 15 anni

Passioni: Ju jitsu, judo, sci, skateboard e piano

Sono andato sempre bene a scuola e di questo ne sono felice, ma all’inizio della terza media ho iniziato ad andare male, sia nel rendimento scolastico che nel comportamento. Questo peggioramento fu determinato dal fatto che seguivo delle compagnie sbagliate per farmi notare dagli altri. Questa situazione è andata avanti per vari mesi e anche la mia media scolastica continuava a calare.
Litigavo molto con i miei genitori (succede anche adesso), soprattutto con mia madre, e questo mi faceva stare ancora più male. Inoltre ero sempre arrabbiato con tutti, anche con i miei amici nonostante non c’entrassero niente con le mie difficoltà. Poi ho iniziato, grazie a mia madre, ad avvicinarmi sempre più al Buddismo che conosco da quattro anni, ma che pratico seriamente da due, e da quel momento in modo graduale le cose hanno iniziato a cambiare in meglio. Mi sono posto l’obiettivo davanti al Gohonzon di migliorare in tutti gli aspetti in cui “andavo male”.
Ci sono riuscito grazie all’aiuto dei miei genitori e alla mia perseveranza. Sono passato all’esame di terza media con 8 e poi dopo tre mesi ho cominciato la mia attuale scuola.
Anche quest’anno si stava verificando la stessa situazione di un anno fa, però da gennaio ho deciso di studiare seriamente e adesso sto dando tutto me stesso per essere promosso e dimostrare a tutti che io valgo. Il presidente Ikeda mi incoraggia molto quando ci insegna che la strada dell’automiglioramento non finisce mai, c’è sempre spazio per saperne di più, per crescere ancora.
Come ci insegna il Buddismo, dobbiamo lottare per tirare fuori il nostro potenziale. Io so che posso farcela, ogni persona può! Per il futuro ho determinato di fare un viaggio in Giappone e mettermi di impegno per migliorare i miei risultati scolastici.

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Kosen-rufu

Kosen significa “dichiarare apertamente”. “Apertamente” implica il parlare al mondo, a un numero sempre maggiore di persone. “Dichiarare” significa proclamare la propria ideologia, i princìpi e la filosofia. Ru (flusso) di rufu significa “una corrente come quella di un grande fiume”, e fu (tela) significa “dispiegare come la tela di un abito”.

Nel libro Preghiera e azione il presidente Ikeda spiega cosa significa kosen-rufu. «Kosen-rufu è il movimento per trasmettere alle persone di tutte le classi e di tutte le nazioni la via definitiva alla felicità e alla pace, attraverso la corretta filosofia e l’insegnamento di Nichiren». Il desiderio della pace e della felicità propria e di tutti gli altri è il desiderio fondamentale del Budda. Vivere per realizzare un grande desiderio significa agire come un Budda e contribuire a kosen-rufu.
Basare le nostre azioni sul voto di kosen-rufu produce un grande cambiamento nelle nostre vite, una rivoluzione umana. Allo stesso modo, impegnarci nel nostro miglioramento equivale all’avanzamento di kosen-rufu nel mondo. Sensei scrive che «kosen-rufu avanza in modo direttamente proporzionale agli sforzi che ognuno di noi compie per la propria rivoluzione umana. […] Kosen-rufu significa vivere insieme ai nostri amici tramite un dialogo e un’amicizia sinceri, lottando insieme a loro per trovare la strada che ci porti a essere migliori e più felici. L’alleanza di individui che lavorano per la felicità di tutti è ».

cfr. D. Ikeda, Preghiera e azione, esperia, pagg. 90-99

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