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Il dubbio - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:52

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Il dubbio

In queste pagine offriamo alcuni spunti per lo zadankai tra cui scegliere quali utilizzare in modo creativo per stimolare il desiderio di sperimentare la pratica buddista e lo scambio di esperienze. Inviate i vostri suggerimenti a: nuovo.rinascimento@sgi-italia.org

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In queste pagine offriamo alcuni spunti per lo zadankai tra cui scegliere quali utilizzare in modo creativo per stimolare il desiderio di sperimentare la pratica buddista e lo scambio di esperienze. Inviate i vostri suggerimenti a: nuovo.rinascimento@sgi-italia.org

Cosa si legge nel Gosho:

Sebbene io e i miei discepoli possiamo incontrare varie difficoltà, se non nutriamo dubbi nei nostri cuori conseguiremo naturalmente la Buddità. Non dubitate semplicemente perché il cielo non vi protegge. Non scoraggiatevi perché non godete di un’esistenza facile e tranquilla in questa vita.

da L’apertura degli occhi (RSND, 1, 257)

Daisaku Ikeda commenta:

Solo attraverso una fede risoluta possiamo sconfiggere l’oscurità del dubbio e del pessimismo e far emergere nella nostra vita il potere di Nam-myoho-renge-kyo, la Legge mistica. Tuttavia, il potere dell’illusione è tenace e profondamente radicato. Nel preciso momento in cui abbiamo bisogno di combattere l’illusione, essa si insinua nel nostro cuore e si impadronisce della nostra vita. […] Nutrire dubbi e incredulità e allontanarci dall’insegnamento corretto proprio nel momento in cui dovremmo invece risvegliare una forte fede è davvero stupido. Le parole di Nichiren sembrano risuonare di un grido appassionato: «Questa è l’occasione di creare grandi cause per conseguire la Buddità! La felicità eterna sta al di là di questa enorme sfida!».
Qualunque cosa accada non bisogna cedere al dubbio né scoraggiarsi. Coloro che possiedono uno spirito così saldo non temeranno nulla.[…] Non bisogna assolutamente dimenticare che la Buddità risplende nella fede di coloro che lottano risolutamente nel momento cruciale.

per approfondire:
D. Ikeda, BS, 122, 57

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Rimanere saldi nella fede
D. Ikeda, BS, 161, 52

Nel mondo del Buddismo il dubbio e l’incredulità sono invisibili, perciò bisogna stare continuamente in guardia. È vitale rimanere saldi nella fede qualsiasi cosa accada, continuando a sforzarci insieme alla SGI senza deviare dal sentiero di maestro e discepolo. Bisogna anche proteggere l’armoniosa unità della nostra preziosa comunità di credenti: «Svuota la nave della tua vita dall’acqua del dubbio e dell’offesa e consolida gli argini della tua fede», ci esorta il Daishonin. Non avanzare significa retrocedere; perciò è necessario superare il ristagno e l’inerzia e continuare ad andare avanti, un giorno dopo l’altro, come si legge nel Gosho: «Rafforzate la vostra fede giorno dopo giorno e mese dopo mese» (RSND, 1, 885). Il Buddismo è una lotta senza fine contro l’oscurità fondamentale, l’ignoranza profondamente radicata che cerca di ostacolare o bloccare l’infinito potenziale della vita. Quando ci dimentichiamo di questa lotta interiore veniamo avvolti dalla sofferenza che sorge da questa ignoranza, «passando da un’oscurità all’altra» (RSND, 2, 788).

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Le parole del Buddismo: Fede
cfr. www.sgi-italia.org

Fede significa credere: ma in che cosa? Nella Buddità che esiste potenzialmente dentro ogni essere vivente, cioè nel fatto che sia noi che gli altri possediamo la natura di Budda e che tutti i fenomeni dell’universo sono manifestazioni della Legge mistica. La fede è la causa profonda che fa emergere la Buddità dalla nostra vita, vincendo l’oscurità fondamentale. Nella Raccolta degli insegnamenti orali il Daishonin afferma: «La fede è una spada affilata che taglia l’oscurità fondamentale o ignoranza, […] che taglia via il dubbio e l’incertezza».
Una fede libera dal dubbio ci consente di affrontare qualsiasi difficoltà e trasformare l’impossibile in possibile. Ma una fede di questo tipo non sorge dal nulla, occorre costruirla sperimentando il funzionamento della Legge nella vita reale.
Nel Buddismo la preghiera non si esaurisce nel semplice atto di pregare, ma include le azioni che intraprendiamo per realizzarla. Per questo il Daishonin scrive: «Il vero significato dell’apparizione in questo mondo del Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, sta nel suo comportamento da essere umano». I membri della Soka Gakkai si impegnano ogni giorno per testimoniare, attraverso la loro vita, il valore della loro adesione al Buddismo.

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Non avere dubbi significa fede (mugi wasshin)
cfr. NR, 299, 9

mu = non avere, gi = dubbio, wa = asserire, significato profondo, shin = fede

«Avere fede è la base del Buddismo» (RSND, 1, 739) afferma Nichiren Daishonin e questo principio parla di una fede libera dai dubbi. Non si tratta di una fede cieca o di rinunciare alle proprie capacità di giudizio e reprimere qualsiasi dubbio sorga nella nostra mente. Avere dubbi non significa che stiamo praticando male e nemmeno che la nostra fede non è sincera. Tuttavia i risultati della pratica variano notevolmente a seconda della nostra convinzione, per questo davanti al Gohonzon è essenziale sostituire ai dubbi una preghiera vigorosa. La capacità di manifestare il potere assoluto del Gohonzon dipende dalla forza della nostra fede e della nostra pratica, da quanto siamo convinti dell’esistenza della natura di Budda in noi e negli altri, e da quanto ci sforziamo per manifestarla e aiutare gli altri a fare lo stesso.

Coltivare lo spirito di ricerca

Avere dubbi è naturale ma non bisogna crogiolarsi nel dubbio permettendogli di influenzare la nostra fede. La soluzione ci viene suggerita da Nichiren quando afferma: «Se non fai domande e non risolvi i tuoi dubbi, non puoi disperdere le oscure nuvole dell’illusione così come non potresti percorrere mille miglia senza gambe» (RSND, 1, 915). Egli incoraggia spesso i discepoli a fare domande per risolvere i propri dubbi e approfondire la fede; molte delle sue lettere sono infatti risposte dirette a interrogativi di questo genere.

La forza della prova concreta

C’è un altro elemento importante nel principio di mugi wasshin: il fatto che la nostra fede aumenta e diventa sempre più libera dai dubbi grazie alla prova concreta.
Inizialmente recitiamo Daimoku, ci mettiamo uno scopo, lo realizziamo e questo ci spinge a continuare, ponendoci altri obiettivi, in un processo senza fine che ci porta a diventare sempre più certi dell’esistenza della natura di Budda in noi e negli altri. Ma pur praticando e ottenendo benefici, è possibile continuare a nutrire punti di vista distorti, a volte così radicati da non rendercene conto. E questi possono indurci a dubitare e a vacillare nella fede nel momento cruciale. Queste idee errate possono assumere la forma della mancanza di stima e fiducia in se stessi, o una visione pessimista della nostra vita, sono tutti quegli ostacoli che ci fanno dubitare del potere infinito del Gohonzon e del fatto che le nostre preghiere abbiano risposta. E spesso tendono a manifestarsi proprio quando abbiamo un grande obiettivo che riguarda la vita personale o la nostra missione per kosen-rufu. In quei momenti occorre sfidare il dubbio piuttosto che “nutrirlo”. Sono tanti i modi per non nutrire i dubbi fino a risolverli: recitare Daimoku, studiare, chiedere un consiglio nella fede, fare domande, continuare ad agire fino al risultato finale… Davanti al Gohonzon, in famiglia, sul posto di lavoro, nella società e nell’attività buddista, una fede libera dal dubbio comincia e finisce con l’azione.

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Se qualcuno disprezza me, Nichiren, e non recita Nam-myoho-renge-kyo, è come un neonato che dubita del latte e rifiuta il seno materno, o come un malato che non si fida del medico e rifiuta la medicina che gli è stata prescritta.

da Questo è ciò che ho udito (RSND, 1, 764)

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