Shin’ichi spiegò l’importanza e lo spirito che anima le riunioni di discussione: esse sono il cuore pulsante dell’organizzazione. Queste, insieme alle esperienze di fede e al mettere in pratica i princìpi, contraddistinguono l’insegnamento e i benefici che ne derivano
Si conclude il terzo capitolo del volume 27, “Strenua lotta”.
Nella narrazione, l’autore, Daisaku Ikeda, rappresenta se stesso con lo pseudonimo Shin’ichi Yamamoto
[59] Desiderando sciogliere la tensione che sentiva nella stanza, Shin’ichi chiese ai partecipanti: «Siccome oggi mi sembrate tutti un po’ tesi, mi proporrei come moderatore della riunione, va bene?». La proposta fu accolta da un grande applauso.
«Essendo la stanza così piena, mi siedo su questa sedia, altrimenti non riuscirò a vedere il volto delle persone sedute in fondo. Veramente il mio desiderio sarebbe di sedermi in mezzo a voi per chiacchierare piacevolmente. Oggi, prima di tutto, vorrei parlare del significato della riunione di discussione, siete d’accordo?». Seguì un altro applauso entusiasta.
«Le riunioni di discussione, oggi tenute in ogni angolo del paese, si svolgono sin dai tempi del primo presidente Tsunesaburo Makiguchi e sono diventate una tradizione di cui la nostra organizzazione va fiera. Dire Soka Gakkai è come dire zadankai, e viceversa. In una società come quella contemporanea, divenuta fredda e spietata, dove stanno scomparendo i luoghi di incontro tra le persone, le nostre riunioni di discussione sono oasi di coesistenza pacifica tra gli esseri umani».
Shin’ichi desiderava spiegare, partendo da Yamaguchi e poi in tutto il paese, la funzione della riunione di discussione.
«Vorrei innanzitutto sottolineare che di fronte al Gohonzon siamo tutti uguali e che la riunione di discussione dovrebbe riflettere questo concetto. Di conseguenza, bisognerebbe che tutti partecipassero sempre attivamente. Nella Gakkai ci sono persone che ricoprono posizioni sociali diverse e che svolgono svariate professioni, di tutte le età. La riunione deve permettere a queste persone di dialogare e di sentirsi tutte protagoniste. Oggi partecipano tante persone e non potranno intervenire tutte, ma normalmente ognuno dovrebbe poter esprimere la propria gioia di praticare, le proprie determinazioni, e sentirsi libero di porre apertamente domande su tutti i punti non compresi. Vorrei che le nostre fossero riunioni piacevoli e significative, dove tutti i partecipanti possano determinare insieme, colmi di gioia, di sforzarsi per progredire nella fede e contribuire allo sviluppo della comunità, per poi tornare a casa con animo sereno, felice e radioso».
[60] «Nella Gakkai le riunioni di discussione sono paragonabili a una rete capillare in cui scorre la linfa vitale. Finché le nostre riunioni trasmetteranno tanta gioia e vitalità, e metteranno le persone in condizione di ispirarsi reciprocamente, incoraggiarsi con empatia e compassione nel profondo della loro vita, accenderanno sicuramente nel cuore delle persone la luce della speranza e del coraggio, e continueranno a diffondere ampiamente la melodia della felicità. In questo modo le persone potranno rafforzare sempre di più l’entusiasmo per avanzare verso il conseguimento dell’ideale di kosen-rufu». Quindi Shin’ichi Yamamoto sottolineò i punti fondamentali.
«Momenti importanti nelle riunioni sono senz’altro quelli dedicati alle esperienze dei benefici ottenuti grazie alla pratica buddista, insieme alle guide che trasmettono una forte convinzione sul potere della fede. Entrambi costituiscono la fonte di energia per la fede e per la vita di tutti i partecipanti. Prego quindi i responsabili di preparare le riunioni discutendo a fondo con chi racconterà la sua esperienza affinché siano presentati dei bellissimi resoconti sui benefici della pratica. Inoltre è importante che i responsabili vengano costantemente in aiuto ai membri con guide e incoraggiamenti accuratamente pensati, per consentire a tutti di ricevere benefici. Il vero risultato delle nostre attività non dipende da quante persone entrano a far parte della Gakkai, ma da quante di esse ricevono realmente benefici e approfondiscono la loro convinzione sul potere della fede. Auguro ai responsabili di accumulare personalmente tanti benefici e di incoraggiare e dare guide ai membri con uno stato vitale colmo di gioia e dinamismo. Inoltre, gli argomenti delle vostre guide dovranno certamente interessare tutti, ma non basta preparare degli episodi solo per intrattenere il pubblico. Il punto essenziale in una guida è che venga trasmessa ai partecipanti una grande convinzione riguardo al potere della fede, e che tutti prendano la determinazione di impegnarsi nelle loro rispettive battaglie dal momento in cui la ascoltano. Riguardo all’atteggiamento dei responsabili desidero anche sottolineare l’importanza di rispettare sempre e ovunque i preziosi interventi dei partecipanti, che sono la cristallizzazione della loro fede e l’espressione dei loro sforzi. Ci sono persone che intervengono ma non sanno formulare bene i loro discorsi, o che si emozionano anche per dire qualche parola, dando fondo in quegli attimi a tutta la loro energia vitale, al limite delle loro forze. Desidero che elogiate e incoraggiate dal profondo del cuore tutte queste persone, da veri compagni di fede. Questi comportamenti contraddistinguono la rete di amicizia della famiglia Soka».
[61] Shin’ichi Yamamoto proseguì spiegando il significato della riunione di discussione ai giorni nostri. «Possiamo affermare che lo zadankai rappresenta ormai un appuntamento tradizionale della Soka Gakkai nel suo impegno per lo sviluppo del Buddismo nella nostra epoca. Nel corso di questa riunione studiamo il Gosho e impariamo i princìpi del Buddismo. Ciascuno di noi, applicando questi princìpi nella vita reale, è riuscito a dimostrare attraverso le sue esperienze l’efficacia della pratica buddista. Attraverso il racconto delle nostre esperienze di fede siamo stati in grado di stimolarci l’un l’altro ad approfondire la nostra convinzione nel Buddismo di Nichiren Daishonin. Gli zadankai, dove ci raccontiamo in un’atmosfera di meravigliosa vitalità i risultati che abbiamo ottenuto applicando i princìpi buddisti nella nostra vita reale, costituiscono un luogo concreto di sviluppo del Buddismo nella società. Per questo desidero che imprimiate bene nella vostra mente che per lo sviluppo di kosen-rufu le riunioni di discussione sono assolutamente fondamentali».
Quindi Shin’ichi tornò al suo ruolo di “presentatore” e, rivolgendo un sorriso ai presenti, disse: «Ora è il momento di ascoltare le esperienze che avete preparato».
Un rappresentante per ciascuna delle Divisioni uomini e donne lesse la propria esperienza di fede. Erano esperienze che raccontavano come, lottando con il proprio karma, erano riusciti a superare le avversità e a vincere magnificamente nella vita grazie alla fede. Shin’ichi non lesinò le sue lodi: «Mi piace il vostro entusiasmo! Si vede che le vostre parole provengono dall’esperienza personale. Sono esperienze meravigliose».
Dopo il saluto del vice presidente Morikawa Kazumasa che lo aveva accompagnato nel suo viaggio, Shin’ichi iniziò a spiegare in sintesi l’atteggiamento corretto nella fede. «Nam-myoho-renge-kyo è la Legge fondamentale dell’universo, e questo principio è espresso sotto forma di mandala in questo Gohonzon. È fondamentale non dubitare mai del Gohonzon, qualsiasi cosa accada, e portare avanti fino in fondo una fede limpida e pura. Noi abbiamo sulle nostre spalle numerosi aspetti del karma che ci portiamo dietro dal passato. Tra questi vi sono ovviamente anche aspetti negativi del nostro karma. Perciò non riusciremo immediatamente a trasformarlo, solo perché abbiamo iniziato a praticare. Nel Buddismo del Daishonin si sente spesso parlare di conseguimento della Buddità in questa esistenza, ma ovviamente occorre un po’ di tempo. Vi saranno momenti in cui potrete pensare: “Perché sono sempre io a trovarmi in circostanze così avverse?”, ma siate certi che riuscirete assolutamente a trasformare il vostro karma».
[62] «Il secondo presidente della Soka Gakkai, il maestro Josei Toda – proseguì Shin-ichi -, si serviva nelle sue guide di paragoni veramente calzanti per trasmettere in modo comprensibile a tutti i princìpi del Buddismo. Ad esempio, per far capire il concetto di trasformazione del karma utilizzava spesso questo paragone: “Immaginiamo di far scorrere dell’acqua limpida in un tubo di gomma completamente sporco perché abbandonato lì da anni. All’inizio non verrà fuori che acqua torbida piena di fango, ma se continuiamo a farla scorrere, pian piano uscirà acqua limpida. Allo stesso modo, quando iniziamo a praticare potrà accadere che all’inizio, per un po’ di tempo, ci troviamo a dover affrontare circostanze particolarmente avverse perché si manifesta tutto il karma negativo che ci portiamo dietro dal passato. Per riuscire a raggiungere la felicità è quindi necessario far uscire completamente tutto il karma negativo. Una volta che sarà venuto tutto fuori, allo stesso modo in cui inizia a scorrere l’acqua limpida, riusciremo a conquistare una felicità incrollabile. Per questo vi dico che è importante non dubitare mai del Gohonzon e portare avanti fino in fondo questa pratica”.
«Anche voi, una volta iniziato a praticare, quando vi troverete di fronte a una circostanza avversa, risvegliate questa consapevolezza nel cuore: “Ecco che inizia a manifestarsi il karma negativo. Coraggio… Trasformiamo il veleno in medicina! Se riuscirò a superare questa avversità sarò in grado di sviluppare enormemente il mio stato vitale”.
«Vi prego di rafforzare la vostra convinzione in questo Buddismo a dispetto di ogni avversità che incontrate lungo il vostro cammino, e di impegnarvi con coraggio nella pratica buddista. Oggi vorrei cogliere quest’occasione per rispondere anche alle vostre domande.
«Non esitate a domandare qualsiasi cosa, riguardo a un problema che avete attualmente o a un dubbio che coltivate nel cuore. Chiedetemi pure qualunque cosa, anche domande a cui pensate che il presidente della Soka Gakkai non sia in grado di rispondere. Qualsiasi dubbio o interrogativo sorga in voi mentre praticate, ditelo francamente e chiedete una guida a riguardo. La cosa importante è essere sempre convinti e avanzare con una fresca e nuova determinazione nel cuore. Non dovete assolutamente trovarvi da soli a combattere con la frustrazione di non vedere sciolto un vostro dubbio.
«Se non potete fare domande durante lo zadankai, potrete tranquillamente farle dopo.
«I responsabili sono lì proprio per rispondere alle domande. Allora rivolgetemi pure le vostre!». Una signora alzò immediatamente la mano e chiese: «Ho sentito dire che nemmeno con la pratica si può cambiare il proprio carattere. È vero?».
[63] Era chiaro che la signora che lo aveva chiesto aveva problemi di carattere.
Dopo aver annuito con forza Shin’ichi, con un sorriso, iniziò a parlare: «Riguardo al carattere, il Buddismo insegna che ciò che non cambia neanche nella prossima vita è l’indole di una persona. In altre parole, il carattere con cui una persona nasce non si può cambiare. Prendiamo ad esempio una persona particolarmente pignola. Quando a una persona con questo carattere viene fatto anche un solo piccolo appunto da altri, viene presa dall’ansia e si sente ferita. La sua attenzione è tutta rivolta a guardare i difetti degli altri. Si trova quindi, alla fine, a trascorrere le giornate con un forte senso di frustrazione. Vediamo adesso come cambia quando si impegna nella pratica buddista e compie la propria rivoluzione umana. Il suo carattere scrupoloso ovviamente non cambia tuttavia, grazie alla pratica, sarà in grado di ascoltare, aprendo il suo cuore, ciò che gli altri dicono, facendo di ciò uno stimolo per migliorarsi e crescere. Presterà ugualmente attenzione ai difetti degli altri, ma diventerà capace di preoccuparsi di come compensarli. Oltre ai difetti, sarà in grado di guardare ai pregi delle persone.
Le persone puntigliose sono premurose, piene di attenzioni per gli altri. Questa loro capacità, con la pratica, viene quindi valorizzata e riesce a esprimersi al meglio.
Il maestro Toda si serviva spesso di questa metafora: “Immaginiamo un fiume che mantiene grossomodo nel suo corso la stessa ampiezza e forma. Questo fiume rappresenta il carattere di una persona. Esiste una forza che ci permette di trasformare l’acqua del fiume, resa torbida dalla melma, in acqua pura e limpida. Questa è la forza della fede, è la rivoluzione umana. Il nostro carattere rappresenta, insomma, la nostra personalità, il nostro vero modo di essere. Il Buddismo di Nichiren Daishonin ci permette di vivere al meglio la nostra esistenza, valorizzando al massimo le nostre caratteristiche individuali nel rispetto della nostra natura, secondo il principio di “oh-bai-to-ri” (“ciliegio, prugno, pesco, susino)».
[64] Shin’ichi, guardando la donna che aveva posto la domanda, si assicurò che avesse capito. Dato che la vide annuire proseguì dicendo: «Il carattere è una parte importante della nostra personalità, e perciò non c’è alcuna necessità di confrontarsi con gli altri e sentirsi inferiori, o di provare invidia per loro. Il prugno non può diventare un ciliegio, e nemmeno il ciliegio può diventare un prugno. La cosa importante è che ciascuno sia in grado di far risplendere la sua vita secondo la propria natura. Se porterete avanti fino in fondo questa pratica, sarete in grado di emanare il vostro più grande e naturale fascino, un fascino che nessuno potrà mai imitare». […]
[65] […] Shin’ichi, rivolto ai responsabili nazionali riuniti attorno a lui, disse: «La grande lotta per kosen-rufu non è qualcosa di particolare. Si può dire che non sia altro che il ripetere con costanza, giorno dopo giorno e mese dopo mese, lo stesso tipo di sforzo. Ho visitato ogni angolo di questo paese e, ovunque vado, faccio per lo più la stessa cosa: partecipo alle cerimonie di Gongyo, alle riunioni dei responsabili e incoraggio i membri con tutto me stesso. Negli incontri informali di discussione ascolto attentamente le opinioni di ognuno con l’obiettivo che tutti possano partecipare all’attività con gioia e in allegria, e agisco di conseguenza. Cerco inoltre di incontrare più membri possibile incoraggiandoli tutti, fino in fondo. Vado a trovarli a casa e dialogo con loro. Ovunque io mi rechi in questo paese, anzi, ovunque mi rechi nel mondo, agisco sempre allo stesso modo. L’importante è svolgere ognuna di queste attività con il massimo impegno, riversando in ognuna di esse tutta la nostra vita. Affronto sempre ogni lotta dicendo a me stesso: “Forza! Cerca di entrare ancora più profondamente nel cuore di questa persona! Incoraggiala pensando di voler scuotere ancora di più la sua anima”. Per riuscire a conquistare le vette più alte, non vi è altra strada che continuare a compiere un passo avanti alla volta con forza e sicurezza. La costanza porta a un grande sviluppo». […]
[68] «Chi ha incoraggiato quegli amici sofferenti per povertà e malattia che, stanchi di combattere con il mondo, avevano perso la voglia di vivere? Chi ha continuato a tener viva nei loro cuori la Legge mistica, la fiamma del coraggio, della speranza e della rinascita?
Chi ha spinto le persone comuni a diventare protagoniste della costruzione della società, e chi ha aperto il cammino per “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”? Chi sono coloro i quali, incuranti di critiche, offese e calunnie, si sono sforzati fino allo stremo, per gli amici e per tutti coloro che sprofondavano nell’infelicità, continuando imperterriti giorno dopo giorno a impegnarsi fino in fondo per kosen-rufu?
E, mentre individui falsi e ipocriti che ostentavano ricercatezza li guardavano con disprezzo e sedicenti critici che difendevano solo i propri interessi voltavano loro le spalle, sono stati i compagni di fede Soka che, al fianco della gente che soffriva veramente, hanno innalzato il vessillo della vittoria delle persone comuni».
Durante la riunione, Shin’ichi lanciò con forza questo appello: «L’attività della Soka Gakkai, che sta promuovendo concretamente kosen-rufu, è un movimento per la profonda trasformazione della società. Con le sue attività, la Soka Gakkai non fa altro che compiere l’opera dei Bodhisattva della Terra e mettere in pratica “l’insegnamento originale” di Nichiren Daishonin. Coltivando nel cuore l’orgoglio di avanzare lungo la strada maestra dell’insegnamento originale, diamo inizio, con spirito alto, a un nuovo grande sviluppo!». Un applauso di approvazione scoppiò nella sala.
«Non vi limitate a formulare una semplice determinazione. La cosa importante è agire con coraggio e mettere in pratica questo insegnamento con profonda determinazione!».
I partecipanti, con le guance arrossate dall’entusiasmo, giurarono di realizzare kosen-rufu e fecero il primo passo verso una nuova sfida partendo proprio da lì, da Hiroshima, la terra dove ebbe inizio la lotta per la promozione della pace nel mondo. […]
(fine del capitolo)
(traduzione di Marcella Morganti)