Gli scritti del Daishonin racchiudono il suo spirito. Toda rifondò la Gakkai basandosi su di essi e da questi Ikeda trae da sempre ispirazione per incoraggiare le nuove generazioni
Vorrei esprimere la mia sincera partecipazione a tutte le persone colpite dalle piogge torrenziali che hanno provocato inondazioni e ingenti danni in molte zone del Giappone [settembre 2015]. Sto pregando per la salute di ciascuno di voi e perché le vostre comunità e la vostra vita possano tornare rapidamente alla normalità. Nichiren Daishonin afferma che «le sfortune […] si trasformeranno in fortuna» (RSND, 1, 366). Sono sicuro che i danni terribili causati dalle piogge richiederanno un grande sforzo di ricostruzione, ma vi prego di ricordare che il potere di trasformare il veleno in medicina, proprio della Legge mistica, è assoluto. Anch’io continuerò a pregare perché riusciate a superare questa difficoltà.
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Il Daishonin afferma: «Myo [di myoho, la Legge mistica] significa rivitalizzare» (RSND, 1, 152).
Avevo diciannove anni quando incontrai il Buddismo di Nichiren Daishonin, nell’agosto del 1947, durante il periodo travagliato che seguì alla Seconda guerra mondiale. Il primo beneficio che ricevetti all’inizio della pratica fu di comprendere il potere rivitalizzante della fede.
Qualche tempo prima avevo dovuto lasciare il lavoro perché soffrivo troppo a causa della tubercolosi, ma a settembre, un mese dopo aver cominciato a praticare, mi ripresi e trovai un altro impiego vicino casa, presso l’associazione manifatturiera di Kamata. Anche se ancora tossivo sangue, riuscii a frequentare la scuola serale presso l’Istituto superiore commerciale di Tokyo.
In quel periodo venni a sapere che Josei Toda dava lezioni sul Sutra del Loto. Prima di diventare membro ero stato profondamente colpito nell’apprendere che Toda era stato in carcere durante la guerra per essersi opposto al governo militarista giapponese ed ero ansioso di conoscerlo meglio per imparare il Buddismo da lui.
Visto che avevo appena iniziato a praticare, un membro più anziano nella fede mi disse che non potevo partecipare ufficialmente a quelle lezioni, ma potevo assistere come uditore. Pieno di determinazione mi recai alla sede della Soka Gakkai a Nishi-Kanda, a Tokyo.
Quel giorno Toda stava tenendo la quinta lezione sul Sutra del Loto. Mi sedetti in un angolo della stanza cercando di assorbire ogni parola. Alla fine della lezione ero ancora profondamente colpito dalle sue toccanti parole quando un uomo e una donna, che sapevo essere stati responsabili dell’organizzazione prima della guerra, si sedettero davanti a lui. Erano presenti una decina di persone, calò il silenzio e l’atmosfera divenne solenne.
L’uomo era stato imprigionato durante la guerra in quanto responsabile della Gakkai e, incapace di sopportare la persecuzione, aveva abbandonato la fede. Anche sua moglie lo aveva implorato di tornare a casa senza sacrificarsi per le sue convinzioni religiose.
La coppia confessò a Toda quanto avesse rimpianto quella decisione ed espresse l’intenzione di dedicarsi a kosen-rufu con rinnovato impegno.
Le parole di Toda furono molto severe: «Siete liberi di praticare il Buddismo del Daishonin. La Soka Gakkai negli anni a venire incontrerà persecuzioni ancor più dure. Se, quando accadrà, cederete alla vigliaccheria e abbandonerete di nuovo la fede causerete solo problemi all’organizzazione». La sua voce di padre severo colpì profondamente il mio giovane cuore. «Quanto è potente e profonda la fede», pensai. Quanta rettitudine esige il sentiero di maestro e discepolo! La coppia seguì alla lettera le parole di Toda e rimase salda nella fede per tutta la vita, sforzandosi insieme ai membri.
Una guida eterna per la Soka Gakkai che Toda ci ha lasciato è “fede per superare gli ostacoli”. Mantenere un atteggiamento coraggioso di fronte alle sfide più ardue e agli ostacoli della vita è l’essenza della fede nel Buddismo di Nichiren. Perciò Toda fece di un rigoroso allenamento nelle “due vie della pratica e dello studio” lo spirito fondante della Soka Gakkai, paragonandolo all’addestramento di un abile spadaccino.
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In seguito, quando l’azienda di Toda in cui lavoravo come impiegato si ritrovò in una difficile situazione finanziaria, feci il massimo per sostenerlo. Fu una lotta intensa durante la quale impressi le parole del Gosho nel mio cuore. In particolare studiai con i compagni di fede L’oggetto di culto per l’osservazione della mente.
Questo trattato, composto dal Daishonin mentre si trovava in esilio a Sado, è uno dei suoi scritti più importanti. In esso spiega “l’oggetto di culto nei termini della Legge”, rivelando il principio dell’Illuminazione universale attraverso l’idea che “abbracciare il Gohonzon è di per sé osservare la mente o ottenere l’Illuminazione”.
Nel mio diario di allora scrissi: «Questa sera ho letto L’oggetto di culto per l’osservazione della mente insieme agli altri. Non devo tralasciare la fede e lo studio, per quanto gli affari possano andar male» (Diario giovanile 1949-1960, esperia, 2011). Dopo ogni dura giornata di lavoro rientravo a casa a tarda notte e studiavo gli scritti del Daishonin. Li leggevo ad alta voce e copiavo sul mio diario i passi che mi avevano particolarmente colpito. Ciò mi riempiva di convinzione e rafforzava le mie preghiere, facendo emergere in me un indomito spirito combattivo.
Posso ancora udire la voce severa di Toda che risuona dentro di me: «Quando sei stanco, è il momento di leggere il Gosho! Anche solo una o due righe. Leggi gli scritti del Daishonin ed espandi ancor di più la tua vita».
Creando un legame con la vita del Daishonin mentre ci impegniamo per kosen-rufu, espandiamo il nostro stato vitale. Possiamo tirare fuori un cuore da leone, una condizione interiore vasta come il cielo e profonda come il mare.
Questo mese si terrà in Giappone l’esame per il livello di studio avanzato della Divisione giovani, mentre l’esame di ammissione al Dipartimento di studio si svolgerà a novembre. Sto pregando sinceramente affinché tutti coloro che sosterranno questo esame, grazie al loro spirito di ricerca, diventino esperti nell’arte di vincere nella vita. Vorrei anche esprimere la mia più sincera gratitudine a tutti coloro che li aiutano a studiare o li sostengono in vari modi dietro le quinte. Vi prego di esser certi che i Budda e i bodhisattva di tutto l’universo vedono la vostra dedizione: «Dove c’è una virtù invisibile ci sarà una ricompensa visibile» (RSND, 1, 806).
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Ricordo di aver studiato L’oggetto di culto per l’osservazione della mente anche nel luglio del 1972, insieme a un gruppo di membri della Divisione giovani del Tohoku.
Essenzialmente “osservazione della mente” significa fede. Con una forte fede possiamo vedere chiaramente la nostra vita come riflessa in uno specchio, e dischiudere il palazzo della felicità che esiste dentro di noi. Con il Gohonzon come «vessillo della propagazione del Sutra del Loto» (RSND, 1, 737) continuiamo a diffondere la pace e la felicità per noi e per gli altri. Questo è kosen-rufu.
Rivolgendomi ai giovani del Tohoku, ai quali avevo affidato la missione di contribuire al movimento di kosen-rufu, sottolineai che questa missione sarà realizzata da coloro che saranno capaci di dedicarvisi con continuità e impegno. Coloro che si sfidano nella pratica e nello studio durante la gioventù sono forti, invincibili e non hanno paura di niente. I giovani che hanno fede nel Gohonzon sono certi di portare il sole della vittoria nelle loro comunità e in tutta la società.
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Nel Gosho La torre preziosa, uno degli scritti compresi nel materiale per l’esame di ammissione al Dipartimento di studio (in Giappone) il Daishonin afferma: «Nell’Ultimo giorno della Legge, non esiste altra torre preziosa che gli uomini e le donne che abbracciano il Sutra del Loto» (RSND, 1, 264).
Tutti possiedono dentro di sé lo stato vitale della Buddità. Chiunque abbracci la Legge mistica è una torre preziosa di grande nobiltà.
Niente – discendenza, etnia, genere o condizione economica – può impedire alla torre preziosa di risplendere nella nostra vita. E quando ognuno di noi comincia a risplendere, possiamo creare una foresta scintillante di torri preziose capaci di rischiarare la società e il mondo intero con la luce potente dell’umanesimo buddista.
Attualmente la SGI sta tenendo conferenze e seminari in tutto il mondo e durante uno di questi un responsabile ha raccontato l’esperienza di suo padre che da piccolo non aveva potuto studiare e perciò scriveva con difficoltà. Ispirato dagli esami di studio della Soka Gakkai cominciò a studiare diligentemente il Buddismo. Mettendo in pratica quello che aveva imparato, alla fine riuscì a superare tutti gli esami fino a diventare professore del Dipartimento di studio. La sua calligrafia era migliorata così tanto che tutti la ammiravano. Quell’uomo spiegò che il nostro movimento offre a tutte le persone, indipendentemente dalla condizione sociale e dal ruolo, l’opportunità di studiare e imparare, formando esperti di giustizia e di pace.
Quest’estate in varie località dell’Asia e del Nord America si sono tenuti corsi di studio e cinquecento membri da trentuno paesi hanno partecipato al corso europeo a Milano (dal 30 luglio al 2 agosto), dove il sessanta per cento dei partecipanti erano membri della Divisione giovani.
Inoltre, a settembre i rappresentanti della Divisione giovani di sessanta paesi si sono riuniti a Tokyo, pieni di appassionato spirito di ricerca, per partecipare al corso giovani della SGI.
Durante la riunione generale dell’Ikeda Kayo-kai, dal tema “condividere le nostre esperienze nella fede”, le giovani donne di tutto il mondo hanno raccontato le loro esperienze sfidandosi nelle “due vie della pratica e dello studio”. Non vedevo l’ora di incontrare e incoraggiare questi preziosi giovani che erediteranno il testimone di kosen-rufu. I giovani Soka, cittadini del mondo, che abbracciano la grande filosofia del Buddismo di Nichiren, sono coloro che apriranno una nuova era e illumineranno il futuro dell’umanità con la luce del coraggio, la luce delle persone capaci e la luce dell’unità.
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Qual è la maggiore ricchezza per gli esseri umani? La risposta di Shakyamuni è chiara: «In questo mondo la fede è la maggiore ricchezza» e «La vita migliore è quella di chi vive con saggezza».
Lo scopo del Buddismo è far risplendere questa suprema ricchezza interiore in noi e negli altri.
Il Daishonin insegna che i tesori del forziere e i tesori del corpo sono importanti, ma non garantiscono la felicità. Niente può distruggere i tesori del cuore, la fortuna e i benefici che accumuliamo nella nostra vita, essi sono eterni (cfr. RSND, 1, 755).
Possediamo in noi la saggezza per superare le sofferenze di nascita, invecchiamento, malattia e morte, e anche il coraggio di costruire vite piene delle quattro nobili virtù di eternità, felicità, vero io e purezza. Vi prego di star certi che le “due vie della pratica e dello studio” sono il mezzo per dischiudere e rivelare i tesori che risiedono dentro di noi.
Trasportati dalle due ruote della “pratica per sé e per gli altri” e dello “studio basato sugli scritti del Daishonin”, percorriamo il sentiero della vittoria nel movimento di kosen-rufu e nella nostra vita.
Vi esorto ad approfondire la comprensione della nobile filosofia che si trova negli scritti del Daishonin e a condividere con gli altri la gioia e la convinzione che riuscirete a trarne. Lavoriamo insieme con fierezza per costruire il mondo pacifico cui tutta l’umanità anela.
Maestro e discepolo
vivono in accordo con gli scritti del Daishonin:
un aureo sentiero.
16 settembre 2015
(traduzione di Marialuisa Cellerino)