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Proposta di Pace 2016: il rispetto per la dignità umana - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:08

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Proposta di Pace 2016: il rispetto per la dignità umana

Come ogni anno dal 1983, il 26 gennaio, fondazione della Soka Gakkai Internazionale, è stata pubblicata la Proposta di pace di Daisaku Ikeda per sottoporre alla comunità internazionale le sue riflessioni sulle tematiche mondiali attuali. In attesa della pubblicazione in italiano, questi i punti salienti della proposta: dignità umana e protezione degli emarginati e dei rifugiati

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Come ogni anno dal 1983, il 26 gennaio, fondazione della Soka Gakkai Internazionale, è stata pubblicata la Proposta di pace di Daisaku Ikeda per sottoporre alla comunità internazionale le sue riflessioni sulle tematiche mondiali attuali. In attesa della pubblicazione in italiano, questi i punti salienti della proposta: dignità umana e protezione degli emarginati e dei rifugiati

Tokyo – Nella Proposta di pace di quest’anno dal titolo Rispetto universale per la dignità umana: il grande cammino verso la pace, il presidente Ikeda chiede di intensificare gli sforzi per rispondere ai bisogni dei più deboli, come i rifugiati di guerra in Siria e le vittime di disastri naturali in altre parti del globo.
Ikeda abbraccia i nuovi Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG) adottati dalle Nazioni Unite e il loro ambizioso scopo di non dimenticare nessuno, condividendo il fatto che entro il 2030 questi obiettivi includano esplicitamente la protezione della dignità umana, i diritti fondamentali dei rifugiati e dei migranti internazionali.
Nella Proposta emerge un’attenzione rinnovata nei confronti dei bambini espatriati, dei loro bisogni educativi e del maggior sostegno ai paesi che hanno accolto le persone sfuggite a conflitti armati e persecuzioni.
«Il paradosso delle crisi umanitarie è che, più gravi sono le problematiche delle persone, meno vengono ascoltate», scrive Ikeda, incoraggiando a prestare ascolto alla voce dei più colpiti, a focalizzarsi sulla loro dignità e il loro potenziale come esseri umani, piuttosto che sulla condizione disperata degli stessi. Ci propone di «ridisegnare la mappa del mondo nei nostri cuori» e di promuovere l’educazione ai diritti umani come strumento vitale per superare razzismo e discriminazione.
Ikeda invita Cina, Giappone e Corea (che da sole producono un terzo dei gas serra mondiali) a cooperare per ridurre l’inquinamento atmosferico e far fronte al problema delle polveri sottili. Una tale cooperazione potrebbe sciogliere le tensioni locali e dare vita a «un’eredità inestimabile di amicizia per il futuro»: se le città che producono il 75% delle emissioni di anidride carbonica mondiale iniziassero ad agire per un cambiamento climatico, farebbero sentire i cittadini più motivati e coinvolti.
Riguardo al disarmo, sollecita l’incontro dei ministri del G7 a Hiroshima ad aprile, per discutere dell’impatto umanitario degli armamenti nucleari, così come della denuclearizzazione e non proliferazione del Nord-est asiatico a dispetto dei recenti test nucleari operati dalla Corea del Nord.
Ikeda chiede inoltre la regolamentazione del commercio degli armamenti convenzionali e che il Trattato Internazionale sul Commercio delle Armi (Arms Trade Treaty) entrato da poco in vigore, venga consolidato in questi termini.
Evidenzia le contraddizioni di un mondo in cui gli impegni per il benessere dell’umanità, come gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, rimangono incerti a causa del possesso degli armamenti nucleari. Perfino un “limitato” scambio di questi, sostiene Ikeda, potrebbe «annullare in un attimo tutti gli sforzi che il genere umano sta facendo per risolvere i problemi mondiali».
Infine si appella a tutti i Paesi che non hanno ancora approvato il Trattato sul Bando Totale degli Esperimenti Nucleari (CTBT) e al nuovo Gruppo di lavoro, istituito dall’assemblea generale delle Nazioni Unite, per l’adozione di misure legali concrete finalizzate alla messa al bando degli armamenti nucleari.
Menzionando gli sviluppi positivi, come gli oltre 120 stati che hanno sostenuto l’impegno umanitario a «condannare, proibire ed eliminare gli armamenti nucleari» e la crescente richiesta per l’abolizione di questi da parte della società civile, conclude sottolineando gli sforzi delle organizzazioni religiose e giovanili sostenute dalla SGI, tra cui l’International Youth Summit for Nuclear Abolition tenutosi a Hiroshima nell’agosto scorso (NR, 566, 24).

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