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Ogni giorno un nuovo amico - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:38

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Ogni giorno un nuovo amico

Durante la riunione Mattia ha raccontato: «Cominciai a recitare Daimoku e Gongyo per trovare il coraggio di condividere il Buddismo ogni giorno con almeno una persona tra quelle che frequentavano il bar. A oggi quarantatré dei miei shakubuku hanno ricevuto il Gohonzon»

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Durante la riunione Mattia ha raccontato: «Cominciai a recitare Daimoku e Gongyo per trovare il coraggio di condividere il Buddismo ogni giorno con almeno una persona tra quelle che frequentavano il bar. A oggi quarantatré dei miei shakubuku hanno ricevuto il Gohonzon»

Quando i miei genitori si separarono andai a vivere con mio padre e la compagna. La situazione economica era difficile, sentivo rancore verso di lui e litigavamo ogni giorno. Nel 2001, quando avevo ventitré anni, la mia insegnante di recitazione mi parlò del Buddismo; così cominciai a praticare e ricevetti il Gohonzon. Fu l’inizio di un nuovo rapporto con mio padre poiché parlai della pratica buddista a lui, alla sua compagna e a mia sorella. In breve tutti e tre divennero membri della SGI.
Grazie al Daimoku feci un passo importante: lasciai il lavoro nell’azienda familiare e decisi di portare avanti la mia passione di musicista. La situazione non era per niente facile: avevo una relazione sentimentale difficile, mi dovevo mantenere con lavoretti precari e sentivo una profonda insoddisfazione come responsabile regionale dei giovani uomini per non riuscire a realizzare gli scopi di attività. Fu proprio in quel periodo che scoprii la gioia di dedicarmi alla propagazione.
Tra i vari lavori facevo il barista in periferia. Un incoraggiamento del presidente Ikeda mi sosteneva in quel periodo: «Recitare con tutti noi stessi fino all’ultimo è ciò che ci conduce a concretizzare il miglior risultato in tutte le cose» (NR, 386, 3).
Con questa decisione nel cuore, cominciai a recitare Daimoku e Gongyo per trovare il coraggio di condividere il Buddismo ogni giorno con almeno una persona tra quelle che frequentavano il bar. Nei due anni seguenti, venti miei amici decisero di abbracciare il Gohonzon. Da lì a poco ottenni un lavoro come musicista sulle navi da crociera e durante una riunione di discussione, incontrai quella che sarebbe diventata mia moglie e la madre di mia figlia Mika. Per mantenere la mia nuova famiglia accantonai ancora una volta la musica per trovare velocemente una casa e un lavoro. Lo trovai in un ristorante, ma l’atmosfera era tremenda: i proprietari litigavano tra di loro e tutti erano sfiduciati.
Come nel bar, continuai a fare esperienze quotidiane di shakubuku. Grazie a ciò, il clima cambiò completamente e – colpo di scena il padre di mia moglie ci comprò una casa a pochi passi dal luogo di lavoro.
I miei colleghi rimasero colpiti dalla prova concreta del potere del Buddismo, tanto che tre di loro e due commercianti del negozio vicino diventarono membri.
Nel 2014, come vice responsabile nazionale dei giovani uomini, partecipai a un corso in Giappone, dove fummo incoraggiati ad agire affinché tutti i giovani si risvegliassero alla missione di Bodhisattva della Terra. Quindi, tornato in Italia, decisi di partire dalla mia personale rivoluzione umana e di sfidarmi nello scopo nazionale di due nuovi membri per gruppo di cui almeno uno giovane. Ogni gruppo del capitolo dove facevo attività, grazie allo sforzo di tutti, realizzò lo scopo.
Nel 2015, con i responsabili nazionali dei giovani, abbiamo deciso di contribuire a una grande crescita in tutta Italia. Studiavamo La rivoluzione umana, in particolare le campagne di Yamaguchi e Osaka (cfr. RU, voll. 9 e 10) e ogni fine settimana andavamo a trovare i giovani nelle varie regioni. I legami di amicizia, la gioia di fare attività insieme e la certezza di poter contare l’uno sull’altro, sono stati la forza trainante che ha portato risultati incredibili: il 31 dicembre oltre duemila giovani hanno abbracciato il Gohonzon, superando addirittura l’obiettivo iniziale.
Parallelamente, rilanciai la sfida di stabilizzare la mia situazione economica determinando di fare un’offerta dieci volte maggiore dell’anno precedente. Per fare questo, ho deciso di aprirmi una strada come musicista portando il mio curriculum nei locali più rinomati della capitale e sforzandomi ancora di più nel condividere il Buddismo con gli altri.
Grazie a questi sforzi sono stato ingaggiato da un noto locale, dove lavoro tutt’ora, e ciò mi ha permesso di estinguere un debito bancario che avevo dal 2007, di fare l’offerta che avevo deciso e soprattutto di mantenere la mia famiglia con la musica. Mia moglie, che non lavorava da tempo, è stata presa come coprotagonista per uno spettacolo di primissima importanza. Inoltre, a oggi, quarantatré dei miei shakubuku hanno ricevuto il Gohonzon.
Sono grato ai miei genitori, a mia moglie e a tutti i compagni di fede e, soprattutto, di avere un maestro come Daisaku Ikeda. Prego ogni giorno per agire come suo discepolo e contribuire alla pace e sicurezza nel mio paese attraverso la diffusione del Buddismo in Italia.

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