Il Centro culturale Ikeda di Milano per la pace ha ospitato dal 5 al 6 dicembre scorso i rappresentanti di tutta Italia. Fulcro dei vari interventi il respiro della filosofia umanistica che ispira ogni scelta e decisione, a partire dal cambiamento delle preghiere silenziose
Shakyamuni, Nichiren Daishonin e la Soka Gakkai – attraverso i tre presidenti – sono collegati da un unico filo conduttore che afferma le infinite potenzialità dell’essere umano e il rispetto assoluto della dignità della vita. Questo “lignaggio diretto” che arriva fino a noi è racchiuso nella parola “umanesimo”.
Questo è uno dei temi centrali del corso della Consulta che si è svolto a Corsico il 5 e 6 dicembre scorso, insieme alla necessità di comprendere profondamente le caratteristiche del nostro tempo per poterne cogliere le grandi potenzialità di trasformazione.
Proprio in quest’epoca di “dispute e conflitti”, infatti, la SGI sta vivendo un momento senza precedenti nella storia del Buddismo, il “tempo giusto” in cui spiegare le ali ed espandersi, al di là di ogni differenza di lingua, cultura ed etnia, come religione mondiale.
Concretamente, “umanesimo” significa prendersi cura di ogni singola persona. Ma per arrivare a toccare il cuore delle persone è necessario recitare Daimoku e un instancabile impegno individuale a fare la propria rivoluzione umana, realizzando anche solo un piccolo miglioramento ogni giorno. L’espansione del nostro movimento per kosen-rufu si basa sull’incoraggiamento da persona a persona, lottando in prima linea, a livello di capitolo settore e gruppo. È lì che vive la relazione tra maestro e discepolo.
Il presidente Toda diceva: «Desidero che non vi sia nemmeno un membro che non riesca a ottenere i benefici della fede. Voglio mettere in grado ognuno di condurre una vita colma di benefici. Questo è ciò per cui combatto. Voglio poter dichiarare con fierezza al mondo intero: “Guardate che vite meravigliose stanno conducendo!”» (NR, 572, 8).