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Dal fango del disprezzo al fiore dell'amicizia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:32

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Dal fango del disprezzo al fiore dell’amicizia

Marco Casasanta, Roma

In pochi mesi Marco rivoluziona la sua vita con grande stupore di amici e parenti: trasforma la rabbia in rispetto, diventando consapevole delle infinite possibilità della vita

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In pochi mesi Marco rivoluziona la sua vita con grande stupore di amici e parenti: trasforma la rabbia in rispetto, diventando consapevole delle infinite possibilità della vita

Ho trentuno anni e ho iniziato a praticare circa un anno fa, grazie a un amico di vecchissima data. Il 2 gennaio era il suo compleanno e quella sera ero accecato dalla rabbia e dalla collera verso un mondo che non sentivo mio fin dall’adolescenza.
Siccome ero convinto d’avere sempre ragione, con me era impossibile affrontare discorsi di politica o religione. Vivevo pieno di pregiudizi: dal razzismo al “so tutto io e voi non capite niente”. Ero un maestro nel distruggere i rapporti d’amicizia quando qualcosa non mi andava giù, non era importante avere ragione o torto, l’importante era fuggire dalla situazione scomoda e lo facevo senza ripensamenti. Mi proteggevo, volevo tenere tutti lontano dalle mie cose, non badavo alle formalità e al rispetto in qualsiasi campo della vita. Però quella “famosa” sera ho ascoltato il mio amico che mi diceva: «Ti vedo più arrabbiato del solito, se vuoi posso farti conoscere qualcosa che a me ha fatto bene» e mi ha parlato del Buddismo, di Nam-myoho-renge-kyo. Mi ha spiegato come funziona e che cosa è capace di smuovere. Tuttavia la cosa che mi colpì di più fu scoprire che il mio migliore amico era buddista e io, che lo conoscevo da anni, non lo sapevo. Mi regalò il libro Felicità in questo mondo (IBISG, 2012). Iniziai a leggerlo e scoprii che c’erano le risposte alle tante domande che mi facevo sulla vita. Da lì a pochi giorni partecipai alla mia prima riunione di discussione. Ricordo che appena iniziato il Daimoku mi guardai intorno e pensai: «Ma che devo sta’ sul serio mezz’ora a dì ‘sta cosa?». Invece recitai anch’io e provai una sensazione bellissima, mi bruciava il petto e sentivo la testa leggerissima, mi piaceva molto, perciò alla fine della riunione dissi: «Ragazzi stasera mi sento bene, penso di ritornare». Andai ad altre due riunioni, quindi mi spostai nel gruppo Pomezia dove decisi che la mia vita avrebbe preso un nuovo corso, rimettendo in discussione gli ultimi quindici anni fatti di prepotenze, rabbia, razzismo, bugie a me stesso e agli altri. Ho trovato persone fantastiche, come Alessandra e Antonella, che mi hanno aiutato in questo cambiamento e che continuano a sostenermi anche nelle più piccole difficoltà.
Decisi di trasformare anche la mia relazione con il mondo femminile che disprezzavo: vedevo le donne come semplici oggetti, non credevo in loro e non facevo che passare da una storia all’altra senza curarmi minimamente della persona che avevo accanto in quel momento. Determinai che il mio Daimoku sarebbe stato tutto per la mia rivoluzione umana. In soli due mesi ho lasciato amici e parenti senza parole, sono cambiato radicalmente tanto che a fine marzo ho deciso di ricevere il Gohonzon e prendere finalmente in mano la mia vita.
Una cosa di cui vado fiero e per questo sono felice è che ora ho un bellissimo rapporto con le donne, le rispetto e penso che sono il motore della vita e ho delle amiche conosciute proprio nel gruppo che sono diventate fondamentali per me. Un altro grande risultato è che ora sono un volontario della Croce Rossa Italiana, prima non l’avrei mai potuto fare sempre per i miei pregiudizi. Sono contento anche di riuscire a dialogare della nostra pratica con persone mai viste, ultimamente ho parlato a un giovane uomo e sono riuscito a metterlo in contatto con un gruppo per permettergli di praticare.
In futuro non voglio commettere gli errori passati che mi hanno fatto vivere una vita brutta e sofferente. Recentemente ho avuto una bella prova concreta con un problema d’amicizia: in un primo momento avrei voluto mandare tutto all’aria, poi per fortuna ho avuto la lucidità di portare questa rabbia davanti al Gohonzon e recitando Daimoku ho ritrovato la calma e la tranquillità per riflettere su quello che avevo provocato. Sono orgoglioso di non aver gettato via nessuna amicizia, anzi d’averla arricchita ancora di più.
Oggi la mia vita, nonostante le difficoltà, è una vita felice grazie a Nam-myoho-renge-kyo, al Gohonzon e ai miei compagni di fede.

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