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Verso il 18 novembre 2018 - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:03

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Verso il 18 novembre 2018

«Vi prego di promettere insieme a me di “lavorare sodo” in questi prossimi due anni, insieme ai membri di tutto il mondo, per espandere la nostra rete di Bodhisattva della Terra e far risuonare per l’eterno futuro dell’Ultimo giorno della Legge il “canto di trionfo di maestro e discepolo” con forza, saggezza e allegria» (NR, 590, 5)

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«Vi prego di promettere insieme a me di “lavorare sodo” in questi prossimi due anni, insieme ai membri di tutto il mondo, per espandere la nostra rete di Bodhisattva della Terra e far risuonare per l’eterno futuro dell’Ultimo giorno della Legge il “canto di trionfo di maestro e discepolo” con forza, saggezza e allegria» (NR, 590, 5)

A un anno da questo messaggio, come possiamo rispondere all’appello del nostro maestro?

Sensei dice proprio “insieme a me”. Non è facile comprendere profondamente la relazione di non dualità con il maestro. Non si tratta di teoria, l’unico modo per capire davvero ciò che sensei ci chiede è cercare di farlo.
Il 18 novembre 2018 segnerà il quinto anniversario dell’apertura del Kosen-rufu Daiseido, quindi il momento di “lavorare sodo” è adesso, non domani.
È già passato un anno da quando sensei ci ha inviato questo messaggio: ora, rileggendo queste parole, ognuno può decidere bene cosa vuole fare. A volte pensiamo di dover capire prima di agire, ma non è così: per capire bisogna agire. Si tratta di credere in ciò che dice il maestro e lottare per mettere in pratica.
Come fa sensei? Lui, momento per momento, utilizza ogni possibilità per aiutare gli altri, prega ogni giorno per la felicità dei membri di tutto il mondo. E noi, come preghiamo?
Ognuno deve riflettere bene per cercare di migliorare la sua vita. Quanto vuoi bene agli altri? Bisogna riuscire a voler bene a tutti, credere in ciò che ci dice il maestro sforzandoci ogni giorno di apprezzare, lodare e rispettare ogni persona come un Budda. Così, perseverando in questa azione, pian piano sviluppiamo questa convinzione.

Come possiamo realizzare degli zadankai gioiosi?

Se hai davvero questo desiderio sicuramente ci riesci. Provando e riprovando. Con il Daimoku. Non esiste una ricetta. Lo scopo dello zadankai è mettere in grado ogni persona di praticare bene, quindi non si tratta soltanto di realizzare una piacevole riunione. Bisogna andare a trovare ogni membro del gruppo e creare una relazione di empatia e calore. Se conosci bene una persona, poi ti basta guardare il viso per capire come sta. Se hai creato legami sinceri riesci a incoraggiare.
Sta a noi migliorare il gruppo dove ci troviamo, farlo diventare più vivace, più allegro, più vitale. Fare in modo che ognuno si attivi nella pratica per gli altri e ottenga benefici. Solo attraverso l’impegno si realizza il cambiamento.
Se sei un responsabile di settore cerca di andare a trovare a casa ciascun membro con il responsabile di gruppo. Poi, insieme a loro, si può preparare la riunione.
Comunque non dimentichiamo che il vero scopo dello zadankai è sempre trasmettere la pratica buddista alle persone nuove, quindi, la prima cosa da fare è shakubuku. Chi è che porta nuovi amici alla riunione? Tutti, ogni singolo componente del gruppo deve attivarsi come protagonista in questa direzione.

Che cosa ci impedisce di realizzare i nostri obiettivi?

Sicuramente la pigrizia, l’arroganza, la funzione del “demone”. Ma non dimentichiamo che il demone ha sempre una doppia faccia, è come una medaglia. In Occidente si tende a separare il demone e il Budda, ma dal punto di vista del Buddismo una funzione negativa è un’occasione da utilizzare per diventare più forti nella fede. Tutto dipende da noi, da quanto siamo capaci di utilizzare in modo positivo qualsiasi situazione. Anche se adesso non ci sentiamo capaci, affrontando con il Daimoku lo diventiamo. Quindi il punto è risolvere il problema con il Daimoku, fino a trasformare anche i “demoni” in alleati. Finché c’è il desiderio sincero di far stare bene tutti, ogni cosa si può trasformare. Poi, una volta superata una difficoltà ce ne sarà un’altra e un’altra ancora, ma senza difficoltà non potremmo crescere e migliorare.
Nichiren Daishonin paragona la compassione del Budda a quella di una madre per suo figlio; ognuno deve coltivare questo pensiero costante di aiutare, sostenere, essere sempre utile agli altri. Comunque il succo della pratica buddista è sempre shakubuku, vedere ogni persona come Budda e desiderare sinceramente la sua felicità. Questa è l’essenza della relazione maestro e discepolo.
Chi si sforza davvero di migliorare è sempre umile. Bisogna guardarsi dall’orgoglio, dall’arroganza, ricordarsi sempre che c’è ancora tanta strada da fare… se pensi che sei arrivato, è la fine. Si fa tanta fatica a costruire ma si distrugge tutto in un attimo, come Shariputra che dubita della natura di Budda del brahmano e azzera in un istante gli sforzi di milioni di kalpa.
In una puntata recente de La nuova rivoluzione umana, raccontando la sua visita in Italia, sensei afferma: «Kosen-rufu è un lavoro di squadra la cui realizzazione dipende dall’unità» (NRU, 30, p. ta 31). Per poter realizzare i nostri obiettivi, per kosen-rufu, è necessaria l’unità. Il punto è in base a cosa ci si unisce: coalizzarsi per scopi malvagi è facile, ma unirsi per qualcosa di buono è davvero difficile. La strada è coltivare ognuno la relazione di non dualità con il maestro. Quando ciascuno ricerca sinceramente il maestro, l’unità di itai doshin viene naturale.
L’affermazione “io sono Shinichi Yamamoto” significa diventare veri discepoli, così come Ikeda è discepolo di Toda. Significa proteggere sensei come lui ha sempre protetto Toda. È fondamentale far conoscere il suo pensiero, la sua vita. Lui ci sta lasciando tutto ciò che serve, La rivoluzione umana, La nuova rivoluzione umana… Ora tocca a noi scrivere la nostra personale rivoluzione umana, far praticare bene tutte le persone.
Anche in un recente messaggio in occasione di un corso della SGI in Giappone (22 settembre), sensei fa appello all’unità. Scrive: «Vi prego di ampliare la vostra rete di fiducia e amicizia impegnandovi sempre di più nella recitazione di Nam-myoho-renge-kyo basata sul voto di kosen-rufu, espandendo il vostro stato vitale. In vista del 18 novembre 2018, vi invito a compiere un ulteriore, energico progresso in armonia e amicizia, nell’unità di “diversi corpi, stessa mente”».

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