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La forza di una promessa - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:47

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La forza di una promessa

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Recentemente un’amica mi ha domandato se avessi mai incontrato il presidente Ikeda. Ho risposto di aver avuto la fortuna di incontrarlo in più occasioni, e lei mi ha pregata di condividere quei ricordi.
Nel 1997, esattamente vent’anni fa, mentre partecipavo a un corso in Giappone, fui invitata insieme ad altri sei responsabili a raggiungere il presidente Ikeda per tre giorni presso il Centro culturale SGI di Nagano, uno dei più amati da sensei, un posto tra le montagne dove fa fresco anche in estate, a Karuizawa. Quel Centro ha un significato profondo per sensei perché è proprio lì che Josei Toda si recò per recuperare un po’ le forze quando era malato, nel 1957, un anno prima di morire. Riferendosi a Karuizawa, nella prefazione a La nuova rivoluzione umana il presidente Ikeda ricorda: «Proprio in questo luogo, otto mesi prima della morte del mio maestro avevo deciso di scrivere il romanzo La rivoluzione umana con lo scopo di trasmettere alle future generazioni lo spirito e il significato della vita del presidente Toda» (NRU, 1, V).
Il nostro gruppo alloggiava dunque in un hotel e ogni giorno ci recavamo al Centro per poter stare accanto a sensei nei suoi momenti liberi. Un giorno ci divertimmo a fare una gara con le macchine elettriche da golf intorno al Centro… ridemmo così tanto, soprattutto sensei! Un giorno la nostra ginnastica mattutina insieme a lui e agli staff fu interrotta da uno scroscio di pioggia. Ci rifugiammo all’interno e sensei ci propose una sessione estemporanea di domanda e risposta. Io avevo una domanda scottante che mi tenevo dentro da tanto tempo e fui la prima ad alzare la mano. Senza mezzi termini chiesi a sensei perché nella Soka Gakkai non ci fossero vice presidenti donne. Chi ha assistito alla scena non dimenticherà mai quel che accadde. Sensei mise le mani sul tavolo e si inchinò verso di me, non una ma due volte: «Mi dispiace così tanto», disse. Spiegò che vari leader nella società glielo avevano fatto notare, e ciò sarebbe sicuramente cambiato nel futuro. Mi chiese di avere fiducia in lui, perché all’alba del nuovo secolo era necessario creare una cultura internazionale che valorizzasse le donne. Sentii che mi stava facendo una promessa, e nel 2015 la realizzò, quando furono nominate le prime due vice presidenti donne della SGI.
Il giorno seguente, sempre a Karuizawa, durante una cena speciale offerta per noi, sensei ricordò il momento in cui, venticinque anni prima, tra il 1972 e il 1973, aveva condotto i dialoghi con Arnold Toynbee. Ci disse che quel libro, Dialoghi, era stato tradotto in diciannove lingue, e aggiunse che non aveva mai dimenticato il mio contributo. Infatti a Londra facevo parte del team di giovani donne che avevano lavorato alla trascrizione dei dialoghi. Affermò che in futuro avrebbe raccontato gli incontri con Toynbee ne La nuova rivoluzione umana. E mantenendo anche questa promessa, nel 2004 il capitolo “Dialogo” venne pubblicato. Quello con Toynbee fu il punto di partenza della lunga serie di incontri che sensei avrebbe realizzato con i principali leader della nostra epoca.
A Karuizawa egli colse l’occasione per esprimere la sua gratitudine per tutte le persone che lo avevano sostenuto all’epoca. In quei tre giorni abbiamo potuto sentire profondamente il cuore di sensei, sempre concentrato sulla nostra felicità. Abbiamo percepito come dovrebbe essere un vero leader.
Ora sono passati vent’anni da quella meravigliosa estate. La mia amica ascoltando questo racconto si commosse e da quel momento sentì sensei più vicino. Anche se non abbiamo l’opportunità di incontrarlo fisicamente non importa, perché possiamo incontrarlo attraverso le esperienze di altre persone, leggendo La rivoluzione umana e La nuova rivoluzione umana, attraverso le guide e i messaggi che ci invia costantemente. Possiamo sentire il suo cuore sempre concentrato sulla nostra felicità e decidere anche noi di sviluppare un cuore che desidera la felicità di ogni persona, così da portare avanti la sua eredità.

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