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La gentilezza - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:21

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La gentilezza

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«Anche coloro che espongono il Sutra del Loto possiedono immancabilmente una veste, chiamata la veste della gentilezza e della pazienza»
(RSND, 2, 568)

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Dalla serie Vivere il Gosho ogni giorno
di Daisaku Ikeda

Con rispetto e gentilezza

«Trattare i propri amici con cortesia significa che, anche se li incontri dieci o venti volte in un giorno, li saluti sempre cortesemente come se avessero percorso mille o duemila miglia per venirti a trovare, senza dimostrare mai indifferenza»

da Le quattro virtù e i quattro debiti di gratitudine (RSND, 2, 600)

È il momento di creare nuove amicizie e approfondire quelle già esistenti. Quando accogliamo gli amici o andiamo a trovarli, cerchiamo di fare in modo che questi incontri siano pieni di rispetto e di gentilezza. Questo è lo spirito che dovremmo avere come praticanti del Buddismo del Daishonin. La cortesia è segno di cultura. L’arroganza è la via dell’oppressione, la sincerità è la via del rispetto. Continuiamo ad avanzare e vincere basandoci sull’umanesimo.

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Il maggiore atto di gentilezza
(D. Ikeda, NR, 409, 8)

Aiutare un amico che soffre a diventare felice è il primo passo per rendere la società un posto migliore. Senza una preghiera sincera, un appassionato incoraggiamento e un’azione coraggiosa è impossibile sollevare una grande ondata di cambiamento. Le parole hanno un potere e il dialogo è il nostro mezzo principale.
A proposito del significato del condividere con gli altri il Buddismo del Daishonin, Toda diceva: «Ci sono molte persone al mondo che ci fanno delle gentilezze, ma il maggiore atto di gentilezza che una persona può fare per noi è metterci in grado di accogliere il Gohonzon. Perché è attraverso la fede nel Gohonzon che possiamo ottenere la felicità nelle tre esistenze di passato, presente e futuro. Il miglior modo di ripagare questa gentilezza, perciò, è di far conoscere a nostra volta il Gohonzon agli altri». Un dialogo cuore a cuore può aprire le porte di un mondo nuovo e pieno di gioia nella vita di un’altra persona.

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Sostenersi reciprocamente
(D. Ikeda, Personalità e carattere, pag. 51)

Il lato più nobile di una persona si manifesta nella gentilezza e nella considerazione per gli altri. Tali qualità rimandano sia al concetto buddista di compassione sia a quello occidentale di amore.
Ognuno è cresciuto grazie al calore e all’attenzione di molte persone. In effetti, osservando il tutto da una prospettiva più ampia, noi esistiamo oggi grazie al sostegno non solo delle persone che abbiamo intorno, ma di tutto ciò che è presente sulla Terra e nell’intero universo.
Tutte le cose viventi, i fiori, gli uccelli, il sole, la terra, si sostengono reciprocamente come in una meravigliosa sinfonia.

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La vera forza
(D. Ikeda, NR, 323, 7)

Com’è possibile che il genere umano sia stato capace di costruire una struttura così straor­dinaria come i templi di Baalbek, ma non riesca a costruire la pace? Kahil Gibran (1883-1931), poeta libanese, dichiarò che l’unico modo per aiutare se stessi è aiutare gli altri. Questo è vero sia a livello personale che sul piano collettivo. Disse inoltre che la delicatezza e la gentilezza non sono segno di debolezza e disperazione, bensì manifestazioni di forza e decisione. Far ricorso alla violenza non è segno di forza. Che forza ci può essere nell’infliggere la morte a decine o centinaia di migliaia di persone e dichiarare impudentemente che è stato “un inevitabile sacrificio”? Questa non è forza, ma follia.

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