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Dire "Sì" all'umanità - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

7 dicembre 2025 Ore 03:47

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Dire “Sì” all’umanità

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È stata una campagna lunga. L’attivismo contro le armi nucleari è stato forte e determinato per oltre settant’anni. Ma solo di recente, quando un piccolo gruppo di diplomatici assieme a un gruppo di rappresentanti della società civile – che lavoravano come parte o in collaborazione con la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari – hanno deciso di fare un salto nel buio, siamo stati in grado di produrre una legge internazionale che condanna e proibisce queste ultime armi di distruzione di massa.

Lavorando assieme, abbiamo schierato nella prima linea delle nostre azioni la resistenza e la speranza. Resistenza alla pressione da parte degli stati nucleari e dei loro alleati. Resistenza agli atteggiamenti di cinismo e disfattismo. Resistenza a proseguire nella direzione giusta, a rimanere calmi, a sentirsi dire di essere pazienti, che le nazioni “importanti” si sarebbero occupate della questione. Speranza che il cambiamento è possibile. Speranza che lavorando assieme possiamo raggiungere qualcosa che può interrompere alcune delle strutture e dottrine più potenti e pesantemente militarizzate del mondo intero. Speranza che un senso condiviso di umanità prevalga su tutte le probabilità.

Venerdì 7 luglio centoventidue governi hanno votato sì all’umanità. Hanno preso coraggio nel loro impegno condiviso e nel sostenere la società civile, riempiendo il vuoto alle loro spalle oltre le proprie capacità. Hanno preso coraggio nel loro “dovere morale”, per usare le parole dell’ambasciatore Mxakato-Diseko, che ha poi aggiunto: «Votare no sarebbe stato come dare uno schiaffo sulla faccia alle vittime di Nagasaki e Hiroshima».
C’è un tempo per celebrare ma non per auto-congratularsi. È tempo di lavorare ancora di più. Proprio come hanno affermato le critiche, questo Trattato non ha magicamente eliminato le armi nucleari in una notte. Abbiamo sempre saputo che sarebbe stato molto più complicato. Ma come dichiarato venerdì dalla sopravvissuta di Hiroshima, Setsuko Thurlow, nel suo meraviglioso discorso di chiusura alla conferenza di negoziazione: «Questo è l’inizio della fine delle armi nucleari».

Non siamo stati in grado, come esseri umani, di trovare il modo di risolvere tutto in una volta sola. Ma possiamo lavorare insieme per fare cose straordinarie, e dovremmo farlo più spesso. Serve solo coraggio. Suona troppo semplice, ma davvero non lo è. Ci è stato insegnato che questo è un approccio ingenuo al mondo: nel momento in cui diventiamo adulti viene inciso dentro di noi che quell’idealismo e attivismo sono proiezioni da giovani. Non lo sono. Sono lo scopo dei coraggiosi, di qualsiasi età, origini e credo.

Questo Trattato è l’incredibile impresa dell’azione collettiva delle persone che si sono unite per fare qualcosa che non era mai stato provato prima. Come ogni cosa creata dalle persone, ha le sue imperfezioni.
Ma è un buon inizio sulla strada dell’abolizione, e ci dà un’idea di cosa sia possibile in questo mondo. Fosse anche solo per questo, ha significato.

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