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Una fede più forte del dubbio - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:04

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    Una fede più forte del dubbio

    Fabio Pappacena è un attore, vive a Roma ed è diventato membro il 6 maggio scorso

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    Fabio Pappacena è un attore, vive a Roma ed è diventato membro il 6 maggio scorso

    Hai aderito alla Soka Gakkai da poco tempo, come sei arrivato a prendere questa decisione?

    È stato un percorso piuttosto lento. Ero attratto dal Buddismo ma ero scettico verso l’organizzazione. «Non è sufficiente praticare? Perché c’è bisogno dell’organizzazione?» mi chiedevo. Ho lasciato che la consapevolezza crescesse dentro di me attraverso la pratica e lo studio, così la fede si rafforzava giorno dopo giorno.
    Dovevo partire per una tournée e potevo diventare membro prima della partenza, così mi dicevano gli amici e la mia compagna, ma non ero convinto. Avevo fiducia nella pratica, ma non mi sentivo pronto… Mentre ero in tournée per l’Italia ho avuto modo di parlare del Buddismo a diverse persone della compagnia, e quando siamo stati a Cecina sono andato al Centro culturale con uno di loro. Sono tornato a Roma con una grande convinzione, ma il “demone” mi ha assalito con una forza inaudita. Ho visto un documentario in TV su un’organizzazione che mirava a convincere le persone e mi sembrava avesse delle cose in comune con la Soka Gakkai. A quel punto sono andato su Internet, ho letto i siti anti Gakkai e i dubbi crescevano sempre di più. La fede però è stata più forte: non mi sono arreso, ho praticato con più vigore, ho studiato. Dialogare con Carmen, la mia compagna, è stato fondamentale e mi dicevo “non mollare, vai avanti”. Ho veramente messo in pratica: fede, pratica e studio, e al di là della mia razionalità un giorno mentre facevo Daimoku ho preso il calendario e ho deciso che il sabato successivo, il 6 maggio, sarei diventato membro della Soka Gakkai. Il Daimoku mi ha portato a sciogliere i dubbi e a realizzare che Nam-myoho-renge-kyo è in grado di far emergere il meglio che è in noi e ci aiuta a sviluppare uno stato vitale che permette di trasformare qualsiasi cosa. Recentemente mi è successa una cosa meravigliosa durante lo zadankai: un ragazzo principiante parlava dei suoi dubbi rispetto all’organizzazione, così gli ho raccontato la mia esperienza spiegandogli la necessità che ci sia un organismo che faccia da collante, da motore trainante, da riferimento, per tutti i compagni di fede sparsi nel mondo. Alla fine lui mi ha ringraziato per avergli dato una nuova prospettiva e questo è stato anche per me molto importante.

    Hai avuto altre esperienze che ti hanno fatto capire il valore del Gohonzon?

    La più grande esperienza per me è sconfiggere la paura e affrontare la vita per quello che è, nel bene e nel male. Recitare Nam-myoho-renge-kyo mi dà coraggio. Tra le tante malattie che affliggono il genere umano la peggiore è il mal di vivere, e il Daimoku è la migliore medicina per questo male. Questa è la mia esperienza più grande e la faccio giorno dopo giorno. Nel mio lavoro di attore spesso mi capita di parlare con i colleghi e ascoltare le belle occasioni che hanno gli altri. Prima provavo una sottile invidia, oggi invece gioisco profondamente nel sentire qualcuno che ce la fa! E nello stesso tempo sento che tutto ciò che desidero si realizzerà, davanti al Gohonzon so che tutto accadrà.

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