La lotta quotidiana che ciascuno di noi intraprende per realizzare la propria rivoluzione umana e adempiere al grande voto di kosen-rufu produce risultati che vanno ben oltre l’esistenza presente. Questa consapevolezza ci aiuta a perseverare nei nostri sforzi nei momenti più difficili e a superare ogni difficoltà, come magnifici alberi secolari
È noto che i ginkgo possiedono una grande forza vitale, ed è tale forza che ha consentito loro di sopravvivere per più di duecento milioni di anni. Già floridi al tempo dei dinosauri, essi hanno sopportato le glaciazioni fino ad arrivare ai nostri giorni, e oggi rappresentano una delle specie più antiche del mondo, al punto di essere chiamati “fossili viventi”. Sono piante vigorose, con una grande resistenza ai danni provocati dagli insetti, da malattie e agenti inquinanti. Che alberi imponenti e magnifici!
Ricordo con affetto una persona che in gioventù mi raccontò che una foglia di ginkgo messa fra le pagine di un libro avrebbe impedito alle tarme di distruggerlo. Un giorno – era da poco terminata la Seconda guerra mondiale – raccolsi tre foglie cadute nel viale di Aoyama e le utilizzai come segnalibro per una raccolta di poesie che stavo leggendo, Foglie d’erba, di Walt Whitman. Queste foglie, insieme al mio adorato libro, erano sempre con me.
Gli alberi di ginkgo del Giappone provengono dalla Cina. Nella lingua giapponese essi vengono designati anche con alcuni caratteri cinesi che significano letteralmente “albero nonno-nipotino”, perché se qualcuno pianta un ginkgo adesso, i frutti verranno raccolti dai nipoti. Lessi questa spiegazione tanto tempo fa e ancora ne serbo il ricordo. A me pare che questo nome voglia significare: «Non vivo per me stesso, ma per il bene delle generazioni che verranno dopo di me. Raccoglierò tutta la mia forza vitale e realizzerò grandi cose!». Quando guardo un alto albero di ginkgo, il mio pensiero va alle persone delle generazioni precedenti che lo hanno piantato e ne hanno avuto cura.
Sono nato a Tokyo. Fin da ragazzo mi sono sentito fiero che proprio questa pianta fosse il simbolo ufficiale della nostra città. In seguito ho scoperto con gioia che era anche l’albero ufficiale delle prefetture di Osaka e Kanagawa, luoghi con i quali ho grandi legami. La Yamashita Park Avenue, di fronte al nostro Centro culturale di Kanagawa, affacciato sul porto di Yokohama, è anch’essa delimitata dai ginkgo ed è ritenuta una delle cento strade più belle del Giappone. Una fila degli stessi alberi si trova anche a Sendai, nella prefettura di Miyagi, lì dove ha sede il nostro Centro culturale del Tohoku. Il poeta giapponese Takuboku Ishikawa (1886-1912), originario del Tohoku, scrisse: «Un imponente ginkgo innalza i suoi rami dorati nei cieli chiari, come un possente gigante». Questi versi mi ricordano i miei amici della Divisione uomini che, alti come pilastri dorati, trionfano su tempeste e tormente in ogni angolo del mondo. Una volta scrissi a un membro della Divisione uomini della zona di Aoyama: «Come l’albero di ginkgo, alzati fermo e risoluto contro i venti gelidi e vivi con orgoglio, con le tue radici salde in una fede forte e coraggiosa.
(tratto dal saggio di Daisaku Ikeda Uomini fieri come alberi secolari, del 18 dicembre 2009, pubblicato su NR, 418, 3)