Il 3 maggio è il giorno della Soka Gakkai «in cui ripartiamo con freschezza, rinnovata vitalità e senso di missione, riaffermando e rafforzando il nostro voto per kosen-rufu», scrive il presidente Ikeda. È il giorno in cui Josei Toda – nel 1951 – e Daisaku Ikeda – nel 1960 – sono stati nominati presidenti. Dal 1988, il 3 maggio è anche il giorno delle madri Soka. Infatti il presidente Ikeda ha proposto questa data così importante per sancire il ruolo fondamentale che le donne hanno sempre avuto nello sviluppo di kosen-rufu
3 maggio 1951 – Nomina di Josei Toda a presidente della Soka Gakkai
«Era il 3 maggio 1951 quando il maestro Josei Toda fu nominato secondo presidente della Soka Gakkai. Quel giorno un intrepido leone era sorto, e il suo potente ruggito per la propagazione del Buddismo, la pace mondiale e la felicità dell’umanità riecheggiava nel paese: “Dedicherò la mia vita a diffondere il Buddismo! Giuro di convertire, con il mio impegno personale, 750.000 famiglie nel corso della mia vita!”. Non disse “con il nostro impegno”, bensì “con il mio impegno personale”».
[…]
«Egli cantava spesso la Canzone dei compagni, e quando giungeva ai versi “Io non lesino la mia vita / ma dove sono i giovani portabandiera?“, mi lanciava uno sguardo penetrante che sembrava dire: “Conto su di te per quando non ci sarò più. Lo capisci?”» (NR 219, 13).
«Ogni anno, quando arriva il 3 maggio, ricordo solennemente il voto che feci in quel giorno del 1951. Toda si alzò per realizzare il grande voto di kosen-rufu e i suoi discepoli e successori si alzarono con lui. In seguito mi regalò una fotografia che gli era stata scattata per commemorare la sua nomina. Sul retro aveva scritto questa poesia per me:
Ora
e anche nel futuro,
insieme,
condividendo gioie e sofferenze.
Che legame meraviglioso» (BS, 166, 66).
3 maggio 1960 – nomina di Daisaku Ikeda a presidente della Soka Gakkai
A due anni dalla morte di Toda (2 aprile 1958), erano sempre più le persone che chiedevano la nomina di un nuovo presidente. Ikeda si tormentava riflettendo in solitudine, soprattutto ora che non aveva più un maestro con cui confrontarsi, completamente assorbito da una lotta interiore e solitaria mentre sua moglie Kaneko lo osservava in silenzio.
Nel dodicesimo volume de La rivoluzione umana, sensei racconta questo profondo travaglio e le riflessioni che infine lo portarono ad assumere la carica di terzo presidente della Soka Gakkai.
«Giunse il giorno tanto atteso: l’aria di maggio era fresca, il cielo terso dopo una pioggia caduta la sera prima. Gli alberi lungo i viali avevano cominciato a mettere le foglie nuove e il verde riluceva nel sole. Il 3 maggio 1960 si tenne la ventiduesima riunione di primavera della Soka Gakkai, durante la quale Shin’ichi sarebbe stato nominato terzo presidente. […] Shin’ichi alzò lo sguardo verso il ritratto di Toda che era stato appeso al di sopra del palco degli oratori. […] Osservando il ritratto di Toda, Shin’ichi giurò a se stesso: “Sensei, seguendo le sue orme, sto per intraprendere la mia lotta in nome della Legge. Trascendendo vita e morte, marcerò con coraggio, puntando alla realizzazione di kosen-rufu nel mondo. Così giungerò a diffondere il Buddismo di Nichiren Daishonin. La prego di osservarmi.”
Ebbe la sensazione che il suo maestro gli sorridesse. […] Alla fine Shin’ichi si alzò per pronunciare il suo discorso inaugurale.
«Nonostante la mia giovane età, da oggi assumerò la guida del nostro movimento come rappresentante dei discepoli del presidente Toda e avanzerò insieme a voi verso la concreta realizzazione di kosen-rufu […]». (RU, 12, 370).
«Quello che sento di dover fare è continuare a lottare seguendo il modello del mio maestro per realizzare la pace nel mondo e la felicità del genere umano. Così avrò realizzato la missione della mia vita. È questo il sentiero che devo percorrere, per ripagare il debito di gratitudine che ho nei confronti del maestro. È il cammino della rivoluzione umana che lui ha indicato a noi tutti. Mentre avanzo su questo nobile sentiero, il presidente Toda vive nel mio cuore. Posso solo sperare che egli continui a vivere nei cuori di tutti i membri della Soka Gakkai» (RU, 12, 377).
3 maggio 1979. Kanagawa, una nuova partenza verso kosen-rufu mondiale
Nella nostra storia ci fu un 3 maggio particolarmente tempestoso, nel 1979 quando sensei era stato appena costretto a dimettersi dalla carica di presidente della Soka Gakkai. Riviviamo quel momento attraverso le sue parole:
«Il 3 maggio 1979 arrivai al Centro culturale di Kanagawa a Yokohama, nella prefettura di Kanagawa, appena dopo le mie dimissioni forzate da presidente della Soka Gakkai. I membri venivano a incontrarmi ogni giorno. Nessuno poteva eguagliare la nobiltà, la bellezza e la sincerità di questi miei compagni, per la cui felicità ero determinato a lottare qualunque fosse la mia posizione nell’organizzazione, perché quella era la cosa giusta da fare. Avendo vissuto la mia vita in perfetto accordo con gli insegnamenti del Daishonin, era del tutto naturale per me affrontare persecuzioni. Ero determinato a dare tutto me stesso per proteggere la Gakkai, che per me era più preziosa della mia vita» (NR, 558, 4).
«Sapevo che la mia vera battaglia era solo all’inizio. In qualsiasi circostanza mi fossi trovato avrei combattuto risolutamente. Anche se fossi rimasto completamente solo. Decisi fermamente in fondo al cuore che avrei trionfato secondo il vero spirito dell’unicità di maestro e discepolo. […]
Oggi ci sono persone in tutto il mondo che nutrono grandi speranze per la SGI, ci sostengono con calore e applaudono alle nostre realizzazioni» (NR 219,4).
• • •
3 maggio 1952: matrimonio di Kaneko e Daisaku Ikeda
«Fu una cerimonia molto semplice alla presenza dei parenti stretti dei due sposi. Alla fine della cerimonia, Josei Toda si alzò e disse: “Il mio solo desiderio per questi due giovani sposi è che lottino insieme per kosen-rufu e compiano il lungo viaggio che li attende”» (RU, 6, 94)