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L'altruismo del bodhisattva - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:17

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L’altruismo del bodhisattva

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Compassione, altruismo e rispetto

«La bellezza di un cuore è rappresentata dalla compassione, dall’altruismo e dal rispetto per gli altri, dall’impegno verso l’uguaglianza e la pace e da uno spirito positivo e costruttivo. Come afferma il Daishonin: “È il cuore che è importante”».
(D. Ikeda, NR, 385, 4)

L’essenza degli insegnamenti buddisti è semplice: apprezzare ogni persona. Un Budda è una persona che si sforza e si adopera instancabilmente per la felicità di ogni individuo. Nel Buddismo, chi agisce basandosi sullo spirito altruistico di portare beneficio agli altri è chiamato bodhisattva.
(D. Ikeda, BS, 169, 37)

Nichiren Daishonin scrisse: «Se si accende un fuoco per gli altri, si illuminerà anche la propria strada».
Abbiate fiducia che più alimenterete la fiamma dell’altruismo e più la sua luce diffonderà la felicità nella vostra vita.
Chi possiede uno spirito altruista è la persona più felice al mondo.
(D. Ikeda, Giorno per giorno, 2 dicembre)

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Nelle persone comuni il vero altruismo
(D. Ikeda, NR, 419, 3)

La vera felicità e il senso di realizzazione sorgono dalle azioni che svolgiamo per aiutare gli altri. Linus Pauling dichiarava sorridendo che lo spirito del bodhisattva indicato dalla SGI si sarebbe tradotto in felicità per tutto il genere umano.
Il Budda Shakyamuni chiamava chiunque fosse in grado di insegnare a un altro anche una sola frase del Sutra del Loto «un inviato del Tathagata» (SDL, 209), ovvero una persona che stava mettendo in pratica il comportamento di un Budda. Questa è una descrizione perfetta delle nostre attività in quanto membri della SGI.
Un singolo sforzo concreto nel nostro piccolo è molto più nobile di mille teorie grandiose ma vuote. Lo scrittore russo Lev Tolstoj affermò: «Dobbiamo rivolgerci alle persone comuni per trovare gesta veramente altruistiche ed eroiche».
L’acqua che scorre non ristagna mai. Una vita attiva è sempre fresca e vibrante. Con l’energia dell’entusiasmo possiamo creare qualcosa di positivo. Con parole brillanti e ispiratrici possiamo toccare il cuore di molti. […]
I veri discepoli mettono da parte qualsiasi pretesa o arroganza per seguire l’esempio di altruistica dedizione alla Legge del loro maestro, e si esercitano senza paura con orgoglio e fiducia. Lottando con lo stesso spirito del nostro maestro nella fede, possiamo far risplendere al massimo il nostro carattere e la nostra umanità. In tal modo saremo in grado di ispirare e toccare nel profondo la vita degli altri.

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La via del bodhisattva porta benefici a noi e agli altri
(D. Ikeda, BS, 169, 33)

Nel mondo c’è un incalcolabile numero di persone ferite nel profondo, dobbiamo aiutarle a guarire. Aiutando loro, di fatto saniamo la nostra vita. Quando ci capita qualche disgrazia, tendiamo a pensare che nessuno sia più infelice e sfortunato di noi, e chiusi nella nostra autocommiserazione diventiamo incapaci di guardare oltre il nostro problema. […] In tali momenti, cos’è che ci dà la forza di continuare a vivere? Sono i legami umani, il desiderio di vivere per il bene degli altri.
Fin quando rimaniamo chiusi in noi stessi non sentiamo alcuna felicità, ma quando ci adoperiamo coraggiosamente per gli altri rivitalizziamo la sorgente della nostra vita.
Quando ci prendiamo cura degli altri, quando cioè li aiutiamo a tirare fuori la loro forza vitale, anche la nostra forza vitale aumenta. Quando aiutiamo le persone a elevare il loro stato vitale, anche il nostro si innalza. Questa è la meravigliosa via del bodhisattva. La pratica per gli altri è allo stesso tempo la pratica per sé.

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Uno spirito attivo e indipendente
(D. Ikeda, BS, 84, 27)

Introducendo il concetto del bodhisattva, intendo sottolineare che i diritti umani diverranno veramente universali solo quando supereranno la separazione fondamentale dell’esistenza, quella tra l’io e gli altri. E questo può accadere soltanto se si osserva il diritto/dovere di comportarsi umanamente non in risposta a imposizioni esterne, ma secondo l’azione spontanea che nasce dal forte desiderio naturale di aiutare quelli tra i nostri simili che vedono minacciata la possibilità di vivere in maniera umana. […]
Sono convinto che se riusciremo a coltivare nella profondità di ciascun individuo quel tipo di altruismo, attivo e indipendente, esemplificato dal voto del bodhisattva, potremo gettare le basi di un’etica della responsabilità e dell’impegno, sulla quale può fiorire un’autentica cultura dei diritti umani. Perché è la motivazione interiore che spinge la gente a combattere contro le minacce alla dignità umana: questo è il miglior supporto e il fondamentale sostegno ai diritti umani.

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