“La solidarietà globale dei giovani darà inizio a una nuova era di speranza”. Questo il titolo della Proposta di pace presentata dal presidente Ikeda il 26 gennaio. Dal 1983 sensei invia ogni anno alla comunità internazionale una proposta su come affrontare le questioni globali
Pur riconoscendo che a livello mondiale vi sono numerosi problemi, dai conflitti armati alla crisi dei rifugiati, il presidente Ikeda rifiuta il pessimismo perché ha fede nei giovani che possono essere i catalizzatori di una reazione a catena di cambiamenti positivi e, con il loro energico impegno, «rappresentano la soluzione delle sfide globali che abbiamo di fronte». I giovani, afferma Ikeda, sono anche la chiave per la realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) adottati dalle Nazioni Unite fino al 2030. Egli esprime la sua preoccupazione per il diffondersi di discorsi che incitano all’odio e alla retorica che divide le persone e alimenta un modo di pensare xenofobo, cita il Muro di Berlino come esempio di negazione dell’umanità e sottolinea che non dobbiamo mai più permettere che si verifichi una divisione del genere.
La Proposta di quest’anno sottolinea inoltre l’importanza dell’educazione alla cittadinanza globale e a una cultura di pace, al di là delle differenze etniche e religiose, e lo spirito del bodhisattva rappresenta l’unico mezzo che può fornire i fondamenti per la costruzione della solidarietà.
Rispetto al problema degli armamenti nucleari, Daisaku Ikeda esorta i leader di USA e Russia, che possiedono congiuntamente più del 90% dell’arsenale nucleare mondiale, a organizzare prima possibile un summit per creare una tendenza globale verso il disarmo nucleare. Accoglie quindi con favore l’adozione della risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU, avvenuta lo scorso anno, che prevede l’inizio dei negoziati per un trattato che proibisca le armi nucleari. L’istituzione di un simile strumento legale dovrà costituire un’impresa globale sostenuta anche dalle azioni della società civile, facendo dell’adozione di questo trattato una sorta di “legge internazionale voluta dalle persone”.
Riguardo ai bisogni dei rifugiati e dei paesi che li ospitano, principalmente quelli in via di sviluppo, la Proposta di pace di quest’anno suggerisce che l’ONU prenda l’iniziativa per creare una nuova architettura degli aiuti con un migliore coordinamento fra assistenza nelle emergenze e iniziative di sviluppo. In particolare auspica un maggiore impegno nelle attività volte a promuovere l’educazione ai diritti umani – in occasione del settantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, nel 2018 – e nutre molte aspettative nei confronti della nuova mostra sui diritti umani che la SGI sta preparando insieme ad altri gruppi.
Sottolinea inoltre la necessità di promuovere l’eguaglianza di genere come presupposto per aprire un sentiero che permetta a ogni persona di far emergere la luce della propria intrinseca dignità e umanità.
Infine, il presidente Ikeda riconferma l’impegno dei membri della SGI, incentrato sui giovani, a lavorare per la creazione di una società globale in cui nessuno venga mai lasciato indietro.
(dal sito www.sgi.org)