Abbiamo chiesto ai responsabili del capitolo Garda, nella regione Veneto, di raccontarci come hanno realizzato la crescita del 2016
«Tutti insieme avevamo deciso che nel 2016 avremmo raddoppiato le presenze agli zadankai e che i tre settori sarebbero diventati tre capitoli!» ci racconta Ilaria Fracasso (responsabile donne) e Fabiana Arieti (responsabile giovani donne) precisa: «Volevamo realizzare gli scopi nazionali e ciò voleva dire accogliere almeno ventidue nuovi membri di cui undici giovani e ci siamo tutti lanciati nelle nostre rivoluzioni umane. Io pregavo per raddoppiare il numero delle giovani donne, ma soprattutto per creare sinceri legami di amicizia, fare due shakubuku, trovare il lavoro giusto per diventare un’esperta di salute pubblica e sviluppare una profonda umanità. Mi sono impegnata su tutti i fronti: Daimoku, visite a casa, attività con i giovani e i futuro, un master in Salute Internazionale che frequentavo giornalmente, la ricerca del lavoro; il tutto senza trascurare famiglia e amici. Se sorgeva un dubbio ripensavo alla frase del Gosho: “Si dice che il leone, il re degli animali, avanzi tre passi, poi si raccolga su se stesso per saltare, sprigionando la stessa potenza nel catturare una piccola formica o nell’attaccare un animale feroce” (RSND, 1, 365)».
«Per vincere ci vuole una grande unità di itai doshin – dice il responsabile giovani uomini Francesco Stefanni-. Avevamo preso una decisione pazzesca che è stata la chiave per la vittoria. Kosen-rufu si realizza insieme agli altri, questa unità ha fatto la differenza. Nella mia vita si sono affacciate tante difficoltà ma c’erano loro, i miei amici, che mi hanno incoraggiato a rilanciare sempre. È bello e prezioso avere qualcuno accanto che ti sostiene. Sono molto cambiato durante l’anno scorso e oggi so che non voglio più
accontentarmi. Questa trasformazione influenza positivamente ancora oggi la mia vita quotidiana».
«Quando sono arrivata nel capitolo – aggiunge Chiara Ghiraldini (vice responsabile donne) – mi sono trovata immersa in una campagna di shakubuku promossa dalle donne. Il testo che ci ispirava era “Facendo di questa data, 18 novembre 2018, il prossimo obiettivo nell’avanzamento della famiglia Soka, scaliamo con gioia la vetta di kosen-rufu attraverso la propagazione compassionevole, diffondendo la Legge mistica ancora più ampiamente” (NR, 590, 4). Lo scopo era che negli incontri per i principianti tutti sentissero il desiderio di ricevere il Gohonzon. E ogni volta succedeva proprio così. Mettendo al centro il desiderio di rispondere al maestro abbiamo costruito un’unità che ha reso possibile l’impossibile».
«All’inizio dell’anno avevo un grande entusiasmo – prosegue Ilaria -, a giugno però ho avuto delle difficoltà legate a mio figlio e ad alcune persone che hanno avuto problemi di salute. Ho sofferto molto ma non ho mai mancato uno zadankai o un incontro con gli altri responsabili che mi cercavano sempre aiutandomi a non chiudermi nella sofferenza. Ero commossa dalla forte unità che c’era tra noi. Comunque non ho mai chiuso la porta del cuore al mio maestro. Il presidente Ikeda, come un faro nell’oscurità, ha illuminato la mia vita, risvegliandomi al mio voto per kosen-rufu: “Vi affido il ventunesimo secolo. Vi affido la Gakkai. Vi affido i miei amati giovani. Sto pregando con tutto me stesso e attendo con trepidazione la vostra crescita e le vostre vittorie” (Lo splendore di chi si impegna in prima linea per kosen-rufu, IBISG, pag.17). Così mi sono affidata al Daimoku che sensei sta facendo per ognuno di noi».
Patrick Danzi (responsabile uomini) racconta: «Nella seconda metà dell’anno, per realizzare lo scopo, con gli uomini abbiamo iniziato a fare delle visite a casa la mattina. In un settore facevamo Daimoku e lezione di Gongyo una mattina a settimana prima di andare al lavoro. È stata una bellissima esperienza che mi ha sostenuto nel prendere decisioni sul mio lavoro e tirare fuori il coraggio per dare il 100% dove mi trovavo. In seguito ho capito che il mio lavoro è perfetto così com’è».
«È stata fondamentale la dedizione dei responsabili di settore – precisa Patrick – che hanno coinvolto i responsabili di gruppo e tutti insieme hanno perseverato nonostante ci fossero delle difficoltà di comunicazione: a volte non si era d’accordo sulle decisioni da prendere, ma siamo andati oltre e siamo riusciti a vedere che la discordia era un ostacolo che voleva separare là dove invece c’era unità. Tutti avevamo chiaro che ognuno desiderava espandere i gruppi e realizzare le aspettative che sensei aveva su di noi».
«A novembre abbiamo incontrato tutti i simpatizzanti e il 27 mia cognata ha ricevuto il Gohonzon. Anche suo figlio di sedici anni che frequentava da pochi mesi gli incontri della Divisione futuro è diventato membro – dice Fabiana – insieme ad altre sei giovani donne per un totale di diciassette persone in tutto il capitolo! Poco dopo sono stata scelta come coordinatrice di un progetto sulla malnutrizione in Mozambico. Con il cuore colmo di gratitudine ho scritto a sensei e il 12 gennaio di quest’anno sono partita per scrivere una nuova pagina della mia rivoluzione umana. «L’importante è risvegliarsi alla propria missione, incoraggiare gli altri con cuore sincero e far crescere individui di valore. Prendersi cura di ognuno ed espandere questa rete di solidarietà e di persone capaci” (Ibidem, pag.18). Il numero delle giovani donne nel capitolo si è triplicato e tutte fanno esperienze commoventi che raccontano agli zadankai creando un’onda di trasformazione. Anche il mio ragazzo e due amiche hanno iniziato a recitare Daimoku. Nel 2016 abbiamo creato le basi per la nascita di tre capitoli, siamo determinati a realizzare questo grande obiettivo entro giugno di quest’anno».