Adesso è il tempo di kosen-rufu: il mondo sta ricercando sempre più profondamente il Buddismo, e molti dei nostri amici aspettano le nostre parole piene di coraggio e convinzione per ritrovare speranza e fiducia nel futuro
«Proprio perché la nostra è un’epoca caratterizzata da conflitti sempre più profondi – scrive il maestro Ikeda – dobbiamo far riecheggiare sempre più potente il suono della Legge mistica e offrire alle nostre famiglie, alle persone con cui abbiamo profondi legami, ai nostri amici, alle nostre comunità e alla gente di tutto il pianeta, la luce piena di speranza della rinascita, dell’armonia, della gioia, della pace e della tranquillità» (NR, 597, 5). In altre parole, ci sta dicendo di fare un Daimoku potente, capace di far emergere dalla nostra vita il coraggio del re leone, con la decisione di trasformare qualsiasi difficoltà grazie al potere della nostra fede. Inoltre, poiché il Buddismo del Daishonin si basa sul concetto di “togliere la sofferenza e dare gioia” (in giapp. jihi, compassione) ci esorta a offrire alle persone intorno a noi l’occasione di poter recitare Daimoku e trasformare il proprio karma. L’azione di fare shakubuku dialogando con ogni persona è essenziale per superare le difficoltà della nostra epoca.
Adesso è il tempo di kosen-rufu: il mondo sta ricercando sempre più profondamente il Buddismo, e molti dei nostri amici aspettano le nostre parole piene di coraggio e convinzione per ritrovare speranza e fiducia nel futuro. Bisogna dare la possibilità a ognuno di migliorare la propria vita, perciò è importante far conoscere il Buddismo agli altri mostrando la prova concreta della nostra rivoluzione umana, con il desiderio che ogni persona sia felice.
Sappiamo bene che la chiave per realizzare kosen-rufu è il dialogo cuore a cuore: questa è la base fondamentale fin dai tempi di Makiguchi, eppure a volte ci blocchiamo, non riusciamo a condividere la gioia della pratica buddista, ad aprire il nostro cuore agli altri, ma recitando Daimoku possiamo sicuramente rompere il guscio del piccolo io e manifestare tutta la nostra forza e convinzione.
Il Buddismo ci insegna che la nostra vita racchiude una forza illimitata, ma tutto dipende da quanto crediamo in noi stessi, da quanto siamo consapevoli che «il Daimoku dei Bodhisattva della Terra non è una preghiera timorosa o supplichevole. Pregando con tutto il cuore per riaccendere la nostra vita, risvegliamo la Buddità in ogni persona» (ibidem).
È necessario “ripartire sempre da ora” e pregare ogni giorno con fresca e rinnovata determinazione, senza cadere nella trappola dell’abitudine. Come scrive sensei: «Il futuro inizia nel presente. Il modo in cui lottiamo in questo preciso istante, ogni giorno che passa, determina il nostro futuro. […] Shin’ichi ripeteva a se stesso: “Il momento cruciale è ora! Non mi lascerò sfuggire questo istante prezioso!”» (NRU, vol. 30, cap. 1 “La grande montagna”, p.ta 1).
Il primo gennaio di quest’anno il maestro Ikeda ha iniziato a pubblicare sul Seikyo Shimbun il trentesimo volume della Nuova rivoluzione umana, l’opera definitiva della sua vita – come ha scritto lui stesso nella “prefazione” – in cui è racchiuso lo spirito fondamentale della relazione maestro-discepolo.
Fin dalle prime puntate si sente il suo spirito indomito e l’ardente desiderio di costruire basi incrollabili di kosen-rufu, per l’eternità. Nella puntata 17 scrive: «Io sono un leone. Non ho paura di nulla. Siate leoni anche voi. Vi prego di percorrere fino in fondo il grande cammino di maestro e discepolo Soka con uno spirito combattivo e un coraggio sempre ardente, come una fiamma. Se la vostra determinazione sarà salda, la Soka Gakkai non vacillerà mai, di fronte a qualsiasi circostanza».
Come rispondiamo all’appello del nostro maestro? Come manifestiamo la nostra gratitudine nei suoi confronti?
Quando il leone ruggisce, anche i cuccioli del leone ruggiscono. Facciamo in modo che in ogni regione, territorio, settore e gruppo si alzino tanti bodhisattva che ardono di passione per realizzare il grande voto di kosen-rufu, e riportiamo a sensei le nostre vittorie.
Realizziamo tutti insieme una nuova ondata nella propagazione creando sempre più legami di amicizia!
• • •
L’orchidea Kaneko Ikeda
Nel febbraio 2007, dieci anni fa, il Giardino botanico nazionale di Singapore ha dato il nome “Kaneko Ikeda” a una nuova orchidea, il Dendrobium Kaneko Ikeda.
L’esemplare, unico per la sua grandezza e per la sua particolarità, le è stato dedicato per il suo contributo alla pace nel mondo. Il Dendrobium Kaneko Ikeda è stato registrato presso l’Archivio internazionale delle orchidee.
Il presidente Ikeda ha scritto in proposito: «Nel febbraio 2007, il Giardino botanico di Singapore ha intitolato a mia moglie una nuova orchidea, chiamandola Dendrobium Kaneko Ikeda. Mia moglie ha accettato quest’onore a nome di tutte le donne e le giovani donne del mondo. Per celebrare l’evento, feci comprare una cattleya gialla, che regalai a mia moglie il 27 febbraio, giorno del suo compleanno. Fu esposta alla sede della Soka Gakkai mentre era in piena fioritura. […] Una delle cose più importanti, per coltivare una cattleya, è assicurarle luce in abbondanza senza esporla direttamente al sole, perché si brucerebbe: va messa invece in un luogo riparato dove possa esservi esposta indirettamente. […] Per molti aspetti, l’arte di coltivare fiori e portarli a fioritura è simile a quella di far crescere individui capaci» (cfr. NR, 470, 4).
Buon compleanno, signora Kaneko!