Il capitolo Aurunci, nella provincia di Latina, ha realizzato in un anno trentaquattro nuovi membri. Qual è stata la chiave di questa grande crescita? Ecco la testimonianza di Irma Di Liegro e Iole Rispoli, rispettivamente responsabili delle giovani donne e delle donne
Irma: Ho ricevuto il Gohonzon nel 2014, a meno di un anno mi è stata proposta la responsabilità di settore e pochi mesi dopo quella di capitolo. Era sempre più difficile per me affrontare tutte queste novità, perciò a un certo punto mi sono detta: «Cosa mi sta chiedendo sensei?». Immediatamente il desiderio di rispondere al maestro mi ha spinta ad accettare con gioia tutte queste nuove sfide.
Questa determinazione mi ha portata a realizzare subito un grande obiettivo, il sogno della mia vita: aprire un asilo nido in casa. Di pari passo con l’attività mi sono arrivate le prime richieste e, a febbraio dello scorso anno, insieme alla nomina di capitolo ho iniziato a lavorare.
Naturalmente sono subito sorti anche i primi ostacoli, proprio nella famiglia Soka, con i miei compagni di fede… Soffrivo molto, all’inizio è stata dura fare attività perché non riuscivo a creare legami con le giovani donne, facevo i conti con il mio senso di inadeguatezza, con la sensazione di non essere in grado di sostenere quelle ragazze, di farle sentire veramente accolte nella famiglia Soka. Eppure, nonostante gli ostacoli, la mia fede era salda e non ho mai dimenticato la promessa fatta a sensei.
In quel periodo mi è capitato di leggere un passo della Nuova rivoluzione umana in cui il presidente Ikeda ci incoraggia ad affrontare ogni nuova sfida dicendo a noi stessi: «Forza, cerca di entrare più profondamente nel cuore di questa persona! Incoraggiala pensando di voler scuotere ancora di più la sua anima. Per riuscire a conquistare le vette più alte, non vi è altra strada che continuare a compiere un passo avanti alla volta, con forza e sicurezza. La costanza porta a un grande sviluppo» (NR, 579, 24).
Da quel momento la mia determinazione si è rafforzata e ho recitato Daimoku senza più dubbi, decisa a trasformare quella sofferenza. Ho portato avanti l’attività byakuren con “cuore sincero”, senza voler più scappare da quella situazione così difficile, com’era mia tendenza. Nonostante la paura, la situazione pian piano ha cominciato a trasformarsi, dal desiderio di sostenere la vita di queste ragazze alla conquista di una felicità più grande, senza guardare alle circostanze esterne. Le mie relazioni sono totalmente cambiate e i legami tra noi sono diventati sempre più profondi.
Ogni volta che una giovane donna decideva di ricevere il Gohonzon il mio cuore si apriva ancora di più alla gioia e la mia vita prendeva ritmi che non avrei mai immaginato.
Così, nel corso del 2016 dieci giovani donne hanno ricevuto il Gohonzon e ora sono tutte splendidi fiori di loto che partecipano con entusiasmo alle attività impegnandosi nei loro gruppi. Alcune hanno iniziato a fare attività byakuren, altre hanno già sostenuto l’esame di primo livello, altre ancora con mia grande sorpresa hanno deciso di aprire casa per l’attività. Il fatto più straordinario è che ciascuna di loro, impegnandosi nello shakubuku, ha coinvolto tante altre persone e ora tutte stanno sostenendo e incoraggiando tanti altri nuovi Bodhisattva con la decisione di prendere in mano le loro vite e diventare assolutamente felici!
Dedico a sensei le nostre vittorie, con la promessa di realizzare quest’anno obiettivi “impossibili” e vincere insieme a tutti i miei amici e compagni di fede. Grazie!
Iole: Il nostro meraviglioso capitolo sta continuando a crescere grazie allo sforzo costante di tutti, membri e responsabili, che ci ha portato nel 2016 a realizzare trentaquattro nuovi membri, tutti decisi a trasformare la loro vita.
Oltre all’attività quotidiana abbiamo organizzato, in marzo e poi di nuovo in giugno, due giornate di incoraggiamento dedicate ai principianti a cui hanno partecipato più di settanta persone, e questo ci ha permesso di stringere legami più forti, in allegria e unità.
Penso con gratitudine a tutte le persone che si stanno dedicando senza risparmiare la loro vita, scambiando “sassi con oro”, a chi, dopo una lunga giornata di lavoro, apre la sua casa per ospitare una riunione, a chi dedica il poco tempo libero per sostenere e far crescere i membri, alle responsabili donne con i figli piccoli che incastrano orari impossibili, letteralmente “creando il tempo” per fare attività.
Penso anche a mio padre, divenuto membro a ottantaquattro anni, che parlava della pratica a tutti e usciva la sera, in inverno, per partecipare allo zadankai, così importante – diceva – per la possibilità che ci offre di stare vicini, a stretto contatto, giovani e adulti…
Penso a un membro di ottantacinque anni che nonostante i problemi alla vista ha studiato tutti i giorni per partecipare all’esame di Buddismo. E poi c’è l’esperienza di due responsabili di gruppo che sono riuscite a creare una bellissima unità, dopo l’iniziale incomprensione, e grazie a questo sforzo di superare i propri limiti hanno vinto, ognuna nel proprio lavoro. E penso a quel settore che stava per essere chiuso, ma grazie alla tenacia dei suoi responsabili ha rilanciato e ora conta tanti nuovi membri attivi…
Qual è stata la chiave della nostra crescita?
Certamente lo sforzo costante da parte di tante persone di allineare il proprio cuore a
quello del maestro insieme a tanto Daimoku e al tempo dedicato ai membri. Prendendo a prestito le parole di due responsabili di gruppo: «Abbiamo messo sempre al centro della nostra vita il Gohonzon, la felicità degli altri e il legame con sensei. La nostra rivoluzione umana va di pari passo con il forte desiderio di realizzare il voto del maestro, ed è così che emergono tanti Bodhisattva!».