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Fede per diventare felici - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:40

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Fede per diventare felici

La presenza inedita e di per sé entusiasmante di così tanti giovani e giovanissimi, studenti e futuro – quasi la metà dei partecipanti – le nuove nomine dei responsabili nazionali Futuro e le loro determinazioni, e insieme l’incoraggiamento ad approfondire ognuno la propria fede per diventare felici e trasmettere la propria convinzione agli altri, questi i fili conduttori del Corso della Consulta che si è svolta a Roma il 4 e 5 dicembre

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La presenza inedita e di per sé entusiasmante di così tanti giovani e giovanissimi, studenti e futuro – quasi la metà dei partecipanti – le nuove nomine dei responsabili nazionali Futuro e le loro determinazioni, e insieme l’incoraggiamento ad approfondire ognuno la propria fede per diventare felici e trasmettere la propria convinzione agli altri, questi i fili conduttori del Corso della Consulta che si è svolta a Roma il 4 e 5 dicembre. In apertura, il direttore generale Tamotsu Nakajima, riferendosi alla forte presenza dei giovani, ha detto: «Si sente davvero un grande cambiamento in atto, il movimento di kosen-rufu sta accelerando ovunque, l’India e la Thailandia hanno spiccato il volo, superando i centocinquantamila membri. Adesso i protagonisti sono davvero i giovani e il nostro compito principale, come adulti, è sostenere la loro crescita. Se una squadra di calcio tiene i suoi migliori giocatori in panchina, come fanno a manifestare le loro capacità? Lo scopo della fede è diventare felici. Per questo ognuno deve partire da sé, curare bene la pratica corretta e approfondire ogni giorno la sua fede».

Coltivare una fede pura

«Nei suoi messaggi recenti sensei ci indica che tipo di attività svolgere da qui al 18 novembre 2018, ma il punto è mettere davvero in pratica le sue guide. Questo è il momento di confermare il Buddismo del Daishonin e ripartire dalle basi di fede, pratica e studio. In particolare per noi italiani l’Intesa è l’occasione per verificare se stiamo davvero praticando come insegnano il Gosho e i tre maestri. I membri osservano i responsabili e seguono chi ha benefici – ha continuato Tamotsu – quindi, come responsabili, dobbiamo essere noi per primi campioni di shakubuku. In Italia siamo circa 18.000 responsabili: vogliamo decidere noi per primi di fare shakubuku?
Nichiren Daishonin ci assicura che con il Daimoku l’impossibile diventa possibile.
Oltre a fare shakubuku, è indispensabile adoperarsi perché tutti i membri partecipino alle attività, in modo che ognuno possa praticare bene, far brillare la sua fede e ottenere benefici. In ogni gruppo ci sono vari responsabili di vari livelli, se ognuno di noi si impegna in prima persona nel condividere il Buddismo con gli altri, realizzare l’obiettivo di “quattro più quattro” in ogni gruppo non sarà difficile. “Quattro più quattro” significa quattro nuovi membri in ogni gruppo e in più ricreare legami con le persone che si sono allontanate. Bisogna avere chiaro che non si tratta di aumentare il numero dei membri, ma aumentare il numero di persone felici.
Recentemente sensei sta tornando a spiegare il significato delle cinque guide eterne della SGI: sviluppare la fede per costruire una famiglia armoniosa, perché ogni persona diventi felice, per superare tutti gli ostacoli, per vivere a lungo e in buona salute, per la vittoria assoluta nella vita.
Intorno a noi ci sono mille situazioni, il punto è utilizzare ogni occasione per afferrare la felicità. C’è ancora tanta forza dentro di noi, tanta saggezza, approfondendo la fede possiamo manifestare tutte le nostre potenzialità. La nostra fede deve essere pura al cento per cento. È come l’acqua contenuta in un bicchiere: se ci cade dentro anche una piccola impurità, non si può più bere. La fede non può essere un’abitudine, bisogna sforzarsi di migliorare, studiare e approfondire ogni giorno. La legge di causa ed effetto è severa, se non ci sforziamo di migliorare è come disprezzare il Gohonzon.

Lotta condivisa con il maestro

Dopo l’energia esplosiva del coro giovani, uno dei momenti più intensi di questa consulta è stato quando i responsabili nazionali dei giovani si sono avvicendati al microfono per dare voce alle parole del maestro leggendo il poema Giovani scalate la montagna di kosen-rufu del ventunesimo secolo (NR, 591, 20).
«Ricordo le circostanze nelle quali sensei compose questo meraviglioso poema – ha commentato Hideaki ­Takahashi, presidente della SGI europea. Allora lavoravo presso la sua segreteria, e nel gennaio dell’81 lo accompagnai nella sua visita in Italia, a Roma, Firenze e Milano. Incontrammo tanti giovani in quei giorni, e molti di loro oggi sono qui con noi, donne e uomini leader di kosen-rufu.
Due anni prima, nel 1979, era venuta a galla la vicenda con la Nichiren Shoshu e Ikeda, per proteggere i membri, aveva deciso di dare le dimissioni da presidente della Soka Gakkai. In quel periodo il clero gli aveva proibito di partecipare alle riunioni, di dare guide sulla fede e persino di pubblicare articoli sul Seikyo Shimbun. «Se mi proibiscono di partecipare alle riunioni andrò a trovare i membri a casa!» aveva detto, e in quel periodo visitò più di quattrocento membri. Inoltre scrisse il ­poema che abbiamo ascoltato, proprio per incoraggiare i giovani che stavano attraversando circostanze così difficili, per affidare a loro la responsabilità di kosen-rufu nel secolo successivo. Ha voluto allenarli insegnando loro come lottare per sconfiggere le funzioni demoniache.
Dopo le dimissioni sensei cercava di capire come contrattaccare, e pensò: «Se mi proibiscono di partecipare all’attività in Giappone, allora andrò a fare attività fuori dal Giappone», ed è così che decise di venire in Europa e in Italia. Sono trascorsi venticinque anni da quando il clero ha scomunicato la Soka Gakkai e ora sensei sta dando gli ultimi ritocchi per costrui­re eterne fondamenta di kosen-rufu mondiale. Molti dei giovani che oggi sono qui non erano ancora nati, per questo ho voluto condividere con voi quel momento così importante della nostra storia.

Guardare con gli occhi del Budda

La centralità della fede e la necessità di assumerci la responsabilità di tutto ciò che ci accade è stato il tema dell’intervento di Suzanne Pritchard, che ha riletto alcune puntate cruciali della Nuova rivoluzione umana (vol. 29, cap. 2 “Corsa impetuosa”, p.te 22-26) in cui sensei ci fornisce le “istruzioni” per affrontare e risolvere i problemi di relazione, sia che sorgano nel lavoro, in famiglia o nell’attività.
Sono guide severe, ma la motivazione del presidente Ikeda è che nessuno di noi sia privato della possibilità di diventare felice e compiere la sua missione. Spesso, infatti, i più grandi ostacoli per mantenere una fede pura sorgono dalla difficoltà di rispettare le persone. La mente umana ha la capacità di discernere e quindi siamo in grado di vedere i difetti gli uni degli altri. Ma la tendenza a giudicare e a mancare di rispetto è come un buco nero che ci toglie la gioia e ci spinge fuori dal corretto sentiero della fede. Qual è l’aspetto più importante perché ciò non avvenga?
Fede, spiega sensei, «significa alzarsi con l’assoluta convinzione che ogni cosa è racchiusa nella nostra vita, dentro noi stessi, e che noi stessi siamo entità di Myoho-renge-kyo, noi stessi siamo Budda. […] Credi fermamente che la suprema condizione di Buddità è innata dentro di te e, recitando Daimoku, migliora te stesso. Non vi è altra strada all’infuori di questa per sfuggire alle sofferenze e alle illusioni della vita, questo ci insegna il Daishonin. Siamo tutti Budda fin dall’inizio. L’importante è crederlo veramente, fino in fondo» [Ibidem, p.ta 23].
Per pulire la nostra vita, l’unica strada è recitare Daimoku sforzandoci di credere profondamente che noi stessi siamo entità di Myoho-renge-kyo.
Potremmo pensare “sì, lo so”, ma quando ci troviamo a vivere una difficoltà di relazione cerchiamo sempre la ragione della nostra sofferenza nel comportamento dell’altro. Il Daishonin ci insegna che la ragione della nostra sofferenza è sempre dentro di noi, e l’unico modo di uscirne è cambiare la nostra condizione vitale. Tutte le cause e tutti i fenomeni sorgono dalla nostra mente. «Quindi impegniamoci a coltivare una fede limpida e riflettiamo profondamente su come possiamo rispondere alle aspettative del maestro. Con questa fede pura creiamo un’unità armoniosa nelle nostre famiglie e nell’organizzazione e facciamo dell’Italia una fonte di ispirazione per tutta l’Europa e per il mondo intero! Creiamo la più forte unità in modo che il flusso di kosen-rufu non possa mai essere fermato».

«Da oggi, quindi, per tutto l’anno, facciamo una gara per trovare in ogni situazione i pregi delle persone, per lodare gli altri», ha proposto Tamotsu Nakajima in chiusura della riunione. Ogni persona è un Budda e ha una missione che solo lui o lei può compiere. In questa società la tendenza dominante è disprezzare gli altri, ma se abbiamo l’atteggiamento di apprezzare, di lodare e di imparare da ogni persona, sicuramente possiamo migliorare. Il Buddismo sta nel comportamento come essere umano, nell’azione, non nelle parole. Ogni mattina possiamo decidere di scolpire un diario dorato della nostra vita. Siamo davvero fortunati ad avere sensei vicino a noi, come i discepoli di Shakyamuni quando lui era ancora in vita, quindi per favore non sprechiamo questa occasione! Andiamo avanti, uniti al nostro maestro Ikeda; divertiamoci insieme e creiamo legami meravigliosi!».

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Nuove nomine a livello nazionale

Divisione Futuro
Responsabile
Mirko Lugli
Responsabile giovani donne
Paloma Messina
Responsabile giovani uomini
Lorenzo Console

Le loro determinazioni

Mirko: Noi responsabili della Divisione futuro, come discepoli del presidente Ikeda, ci impegniamo a sostenere i successori di sensei, assicurando il flusso eterno di kosen-rufu. Ci impegniamo a trasmettere il cuore del mae­stro come buoni amici e “fratelli maggiori”. Darò tutto me stesso nella mia rivoluzione umana per sostenere la Divisione futuro e creare ricordi meravigliosi con tutte le ragazze e i ragazzi.

Paloma: Puntando al 2030 prometto di fare del mio meglio per trasmettere il cuore dei tre mae­stri a ogni singolo futuro.  Prometto inoltre di creare unità con le quattro Divisioni per trovare il modo migliore di prenderci cura insieme dei futuro, e di creare un’atmosfera accogliente nei confronti dei genitori che non praticano affinché i ragazzi possano partecipare serenamente e liberamente alle nostre attività.

Lorenzo: Determino di credere sempre nei sogni dei futuro e incoraggiarli, con le parole del maestro, a seguire la loro strada. Determino di essere coerente con me stesso e non arrendermi mai, di andare fino in fondo e realizzare la mia rivoluzione umana, per sostenere tutte le ragazze e i ragazzi.

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