Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Non smettere mai di sorridere alla vita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:01

595

Stampa

Non smettere mai di sorridere alla vita

In una giornata tersa e luminosa come poche, sotto un cielo limpidissimo, seicentocinquanta persone si sono riunite con entusiasmo al teatro Argentina di Roma per accogliere Adolfo Perez Esquivel, premio Nobel per la pace e caro amico del maestro Ikeda, in occasione della presentazione del libro La forza della speranza

Dimensione del testo AA

In una giornata tersa e luminosa come poche, sotto un cielo limpidissimo, seicentocinquanta persone si sono riunite con entusiasmo al teatro Argentina di Roma per accogliere Adolfo Perez Esquivel, premio Nobel per la pace e caro amico del maestro Ikeda, in occasione della presentazione del libro La forza della speranza

«Come state? Se voi state bene sto bene anch’io!». Così ha esordito Adolfo Perez Esquivel, premio Nobel per la pace e campione dei diritti umani nel continente sudamericano rivolgendosi direttamente al suo pubblico entusiasta – per la maggior parte giovani e giovanissimi – che affollava i palchi e la platea del teatro Argentina di Roma.
Dopo l’ispirata esecuzione di un tango in omaggio al suo recente compleanno, Esquivel ha colpito tutti per il calore umano e il tono informale, comunicativo e sincero, pieno di passione: «Mi sono domandato a lungo cosa dirvi oggi e seguirò il suggerimento degli indigeni della Colombia “di lasciar camminare le parole”. Sono molto grato alla Soka Gakkai, e quando ho incontrato la prima volta Daisaku Ikeda a Tokyo ho avuto la sensazione di conoscerlo da sempre. Anche se veniamo da culture diverse – sono sudamericano e cristiano – abbiamo scoperto di condividere un pensiero, uno sguardo comune sul mondo, e insieme ci siamo interrogati su come trasformare questa terra piena di conflitti in una terra di pace.

Visitando il Museo di Hiroshima mi ha profondamente colpito una pietra in cui è impressa l’ombra di una persona che si è volatilizzata allo scoppio della bomba atomica, ma la sua ombra è rimasta stampata come in un negativo fotografico. Ho scritto un libro in cui dialogo con quell’ombra, per testimoniare quel dolore che continua a bruciare nel cuore dell’umanità.

In un mondo come questo, ci siamo detti con Ikeda, la pace è possibile ma la pace non si regala, si costruisce, e per farlo ci vogliono speranza e coraggio. Bisogna essere dei ribelli – ha sottolineato più volte Esquivel – dei rivoluzionari, e ciò significa innanzitutto indignarsi per l’ingiustizia.
Siamo tutti esseri spirituali, esseri sociali e politici. Non bisogna avere paura della politica, la politica è la ricerca del bene comune, e ne abbiamo bisogno. Tutti abbiamo un’utopia, tutti crediamo nella possibilità di costruire un mondo migliore, diverso da questo.
«Sono passato per molte situazioni tragiche – ha raccontato – ma in fondo c’era sempre una luce di speranza ed è questo che ci dà la forza per continuare a lottare. In quest’epoca di violenza le donne rappresentano un segno di speranza, perché sono generatrici di vita e hanno dovuto conquistarsi uno spazio nella società, nella politica, conducendo la loro lotta non violenta.

Con Ikeda abbiamo molto conversato anche sul ruolo dei giovani, che devono trovare il loro cammino nella vita in modo indipendente, costruire se stessi riscoprendo le proprie radici. C’è un detto popolare “Se non sai dove stai andando, cerca di scoprire da dove vieni”.
L’educazione è una pratica della libertà per generare una coscienza critica, dei valori, per liberare le persone. Senza libertà non c’è amore, e senza amore questo mondo non ha più senso!

Ci troviamo di fronte a grandi sfide per umanità, dobbiamo costruire democrazie basate sulla partecipazione e non sulla delega. Dobbiamo incontrare e ascoltare la spiritualità di ognuno, perché l’essere umano si trova in un cammino di evoluzione, ed è parte di un tutto.
Durante i nostri incontri, con Ikeda abbiamo ricordato che “quando la notte è più buia è più vicina l’alba”. La speranza è nella condivisione con il popolo, con la gente, condivisione del pane che alimenta il corpo e dello spirito, della libertà.

Senza libertà non si può amare, né costruire ponti di dialogo per incontrare l’umanità dell’altro. Nelle monoculture irrorate di anticrittogamici non sopravvivono né uccelli né rospi né farfalle, ma non dimentichiamo che la monocultura più pericolosa è quella delle menti! Per questo ci serve la ribellione, la coscienza critica, i valori.
«Oggi non posso non ricordare i più di 10.000 morti nel Mediterraneo, persone che stavano cercando un mondo diverso, perché un mondo diverso è possibile. Dobbiamo aprire il cuore e la mente. Per favore siate costruttori di pace in modo concreto! Voglio chiedervi una cosa: neppure nei momenti più oscuri, mai, non smettete mai di sorridere alla vita, perché il giorno che smetterete di sorridere alla vita vorrà dire che siete stati sconfitti.

«La pace non ha nulla a che vedere con la passività, è una dinamica permanente delle relazioni umane. La ricchezza dei popoli e la diversità ci danno la possibilità di arricchirci… Ad esempio questo mio dito da solo non può neppure afferrare questo foglio, ma tutte insieme le cinque dita di una mano diventano una forza. Lo stesso vale per i popoli: se collaboriamo tutti insieme, potremo sicuramente cambiare questo mondo!».

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata