Kosen-rufu mondiale e la Soka Gakkai
Il Sutra del Loto è la scrittura che chiarisce l’intento del Budda Shakyamuni, il vero scopo dei suoi insegnamenti. L’intento del Budda era che tutte le persone facessero emergere la saggezza della Buddità, da sempre esistente dentro di loro, e creassero una condizione di felicità indistruttibile per sé e per gli altri, ponendo le basi della pace in tutto il mondo.
Nel Sutra del Loto sono chiamati bodhisattva del vero insegnamento mahayana coloro che si adoperano per realizzare concretamente l’intento del Budda, lottando contro ogni sorta di ostacoli per raggiungere una trasformazione profonda nella loro vita e in quella degli altri. Questi bodhisattva, insegna il sutra, appaiono dopo la morte di Shakyamuni in un’epoca chiamata Ultimo giorno della Legge e diffondono il Sutra del Loto in tutto il mondo realizzando così lo scopo del Budda. Questo processo si chiama kosen-rufu, l’ampia propagazione dell’insegnamento del Sutra.
I bodhisattva che si fanno carico di questa missione sono chiamati Bodhisattva della Terra.
La guida dei Bodhisattva della Terra che appare nel Sutra del Loto è il Bodhisattva Pratiche Superiori. Nichiren Daishonin, risvegliandosi alla sua missione svolse il ruolo del Bodhisattva Pratiche Superiori nell’Ultimo giorno, facendo proprio il grande desiderio, o voto, di kosen-rufu descritto nel Sutra, la volontà e il mandato del Budda. Si alzò per realizzare concretamente quella volontà e istituire l’insegnamento e la pratica fondamentale per liberare tutte le persone e la società dalla sofferenza. Per questa ragione è chiamato il Budda dell’Ultimo giorno della Legge.
Oggi la Soka Gakkai ha ereditato e sta portando avanti lo spirito del Daishonin con la profonda determinazione di realizzare la sua missione di kosen-rufu mondiale, continuando a perseverare con impegno verso la concretizzazione di questo scopo.
I maestri che hanno fermamente stabilito la pratica, la consapevolezza e la determinazione per realizzare kosen-rufu nei tempi moderni sono i primi tre presidenti della Soka Gakkai: il primo, Tsunesaburo Makiguchi, il secondo, Josei Toda e il terzo, Daisaku Ikeda (che attualmente è presidente onorario della Soka Gakkai e presidente della SGI). Insieme sono rispettati come i tre presidenti fondatori. Spesso ci riferiamo a loro con il cognome seguito dal titolo onorifico sensei (maestro).
L’epoca del primo presidente Tsunesaburo Makiguchi
La Soka Gakkai ha origine dalla relazione maestro-discepolo fra il primo presidente, Tsunesaburo Makiguchi, e il secondo presidente, Josei Toda, entrambi educatori.
Tsunesaburo Makiguchi nacque il 6 giugno 1871 nel villaggio di Arahama, nell’attuale città di Kashiwazaki, prefettura di Niigata (sulle coste del Giappone).
Appena adolescente si trasferì nello Hokkaido, la più a nord delle quattro isole principali che compongono il Giappone, dove fu affidato alle cure di un parente.
Continuò a studiare mentre lavorava e alla fine fu ammesso alla Scuola normale dello Hokkaido (l’attuale Università dell’educazione dello Hokkaido). Dopo la laurea diventò maestro di scuola e nel 1901 si trasferì a Tokyo portando con sé il manoscritto della sua prima opera Jinsei Chirigaku (La geografia della vita umana), che fu pubblicata nel 1903. In seguito ricoprì la carica di preside in varie scuole elementari di Tokyo.
Josei Toda nacque l’11 febbraio 1900 nel villaggio di Shioya, nell’attuale città di Kaga, prefettura di Ishikawa (sempre sulle coste giapponesi). Attorno al 1902 la sua famiglia si spostò nel villaggio di Atsuta, che attualmente fa parte della municipalità di Ishikari, nello Hokkaido. Dopo aver conseguito il diploma elementare e quello elementare superiore (che equivale all’incirca ad aver finito le scuole medie) nel 1914, studiò da autodidatta mentre lavorava e alla fine ricevette l’abilitazione all’insegnamento e iniziò la carriera di maestro di scuola nella città di Yubari, nello Hokkaido.
L’incontro fra maestro e discepolo
Sin da allora Toda cercava un maestro di vita; quando si recò in visita a Tokyo incontrò Makiguchi, che era diventato preside di una scuola elementare, e fra loro vi fu un’intesa immediata. Makiguchi aveva quarantotto anni e Toda diciannove. Ben presto il maestro Toda iniziò a insegnare in quella scuola, considerando Makiguchi come suo maestro e sostenendolo in ogni modo possibile.
[Dopo il trasferimento a Tokyo, Toda, pur continuando a lavorare si iscrisse alle classi serali dell’Istituto superiore Kaisei e poi dell’Università Chuo, n.d.r.].
La fondazione della Soka Kyoiku Gakkai
Come educatore impegnato sul campo nella scuola primaria, il maestro Makiguchi nutriva la speranza e il voto di mettere in grado ogni bambino di creare la propria felicità personale e diventare un membro autonomo della società. Fu con questi obiettivi che si dedicò all’elaborazione del suo metodo educativo.
Makiguchi si immerse profondamente nella ricerca e formulò una teoria del valore che potesse costituire il fondamento della sua pedagogia, che in seguito avrebbe elaborato in maniera sistematica. Nel corso delle sue ricerche incontrò il Buddismo di Nichiren Daishonin e si rese conto che esso esponeva proprio i princìpi e la pratica fondamentale per realizzare quel tipo di trasformazione della vita che avrebbe portato alla creazione di valore nella società umana. Nel 1928 si convertì al Buddismo del Daishonin e divenne membro della Nichiren Shoshu – una scuola buddista che derivava i suoi insegnamenti dal lignaggio dottrinale di Nikko Shonin, discepolo diretto e successore del Daishonin. All’epoca aveva cinquantasette anni.
Makiguchi descrive così i suoi sentimenti subito dopo la conversione al Buddismo del Daishonin: «Con una gioia indescrivibile cambiai completamente il modo in cui avevo vissuto per quasi sessant’anni».
Come si intuisce da questa affermazione, egli adottò l’insegnamento del Daishonin come principio di vita e si dedicò a esso considerandolo una potente fonte di energia per creare valore e ottenere risultati concreti nella società e nella vita quotidiana.
Parlando delle motivazioni della sua conversione, Makiguchi racconta: «Quando incontrai il Sutra del Loto, capii che i suoi insegnamenti non contraddicono in alcun modo i princìpi della filosofia e della scienza che sono alla base della nostra vita quotidiana».
Quello stesso anno Toda seguì il suo maestro e prese fede nel Buddismo del Daishonin.
Il 18 novembre 1930 Makiguchi pubblicò il primo volume del suo Soka Kyoikugaku Taikei (Il sistema educativo per la creazione di valore, parzialmente tradotto in italiano come L’educazione creativa). Quest’opera, nella quale sviluppò in maniera sistematica la sua visione dell’educazione, doveva essere la prima di dodici volumi (dei quali alla fine ne furono pubblicati quattro).
Il suo discepolo Toda contribuì personalmente a finanziare la pubblicazione e collaborò in ogni aspetto alla sua realizzazione, revisionando gli appunti di Makiguchi, organizzandoli in un manoscritto e dividendone il contenuto in capitoli.
La nota tipografica del libro riportava il nome di Tsunesaburo Makiguchi come autore, di Josei Toda come editore e stampatore e della Soka Kyoiku Gakkai (Società educativa per la creazione di valore, antesignana della Soka Gakkai) come casa editrice. Fu la prima volta che apparve in pubblico il nome della Soka Kyoiku Gakkai, e per tale ragione il giorno della pubblicazione dell’opera, il 18 novembre, viene celebrato come giorno della fondazione della Soka Gakkai. [Come verrà spiegato in seguito, dopo la quasi completa distruzione della Soka Kyoiku Gakkai a opera del governo militarista, Toda la ricostruì e la chiamò Soka Gakkai, n.d.r.].
“Soka” significa “creazione di valore”. Lo scopo dell’educazione, e lo scopo della vita, è la ricerca della felicità, e il nome “Soka” esprime l’idea di Makiguchi che la creazione di valore è essenziale per costruire la felicità.
L’idea di impiegare la parola “Soka” sorse durante un dialogo fra questi due educatori innovatori. Dunque si può dire che la nascita della Soka Gakkai fu la cristallizzazione dell’unità spirituale di maestro e discepolo.
Una pratica buddista direttamente collegata a Nichiren Daishonin
Così la Soka Kyoiku Gakkai nacque dal legame di maestro e discepolo e gradualmente la sua struttura organizzativa divenne più definita e iniziò a svilupparsi.
In origine era un’associazione di educatori interessati ai princìpi dell’educazione per la creazione di valore, ma in seguito iniziarono ad aderire anche non educatori e la Soka Kyoiku Gakkai divenne un gruppo per la pratica del Buddismo di Nichiren Daishonin, la fonte di energia per la creazione di valore.
Sebbene fosse un’associazione di praticanti laici della scuola buddista Nichiren Shoshu, la Soka Kyoiku Gakkai conduceva le sue attività in maniera completamente diversa dalle associazioni laiche già esistenti legate alla Nichiren Shoshu. Ognuna di queste, infatti, era affiliata a un tempio locale e operava sotto la guida del prete a capo di quel tempio. La Soka Kyoiku Gakkai invece operava indipendentemente, sotto la guida del presidente Makiguchi e del direttore generale Toda, e non dipendeva dai preti per le sue attività di gestione o per le guide in materia di fede.
Non promuoveva un tipo di pratica buddista che obbligava a visitare i templi o a partecipare a cerimonie quali funerali o celebrazioni, come nel caso della maggior parte delle scuole buddiste giapponesi, compresa la Nichiren Shoshu. Era invece una pratica aperta a tutti che mirava a far sì che ogni persona realizzasse concretamente la propria felicità in mezzo alle difficoltà della vita reale e contribuisse alla pace e alla prosperità della società.
Attraverso gli zadankai e i viaggi dei responsabili in varie zone del Giappone per offrire guide e incoraggiamenti nella fede, la Soka Kyoiku Gakkai iniziò a crescere costantemente fino a contare circa tremila membri.
La sfida al militarismo giapponese
Il governo militarista, nella sua sconsiderata corsa alla ricerca di un sostegno sempre maggiore alla guerra, impiegò come base spirituale lo Shintoismo di Stato, mirando a far sì che tutto il popolo giapponese si uniformasse forzatamente a esso. Così gli zadankai della Soka Kyoiku Gakkai e altre attività furono poste sotto la sorveglianza della Polizia speciale, che era incaricata di investigare sui cosiddetti crimini ideologici.
A quell’epoca il governo spingeva i cittadini a visitare i santuari shintoisti per pregare e a custodire e venerare i talismani della Dea del Sole, la mitica progenitrice della stirpe imperiale. Nel giugno 1943 i preti della Nichiren Shoshu, temendo la repressione del governo, formularono alla Soka Kyoiku Gakkai la seguente richiesta: «Perché non accettate il talismano shintoista?». Questa domanda fu rivolta direttamente al maestro Makiguchi, alla presenza del patriarca.
Accettare, come aveva fatto la Nichiren Shoshu, la richiesta del governo di custodire il talismano della Dea del Sole equivaleva a rendersi complici di offesa alla Legge (offesa all’insegnamento buddista corretto). Era una violazione degli insegnamenti di Nichiren Daishonin e del suo successore Nikko Shonin, dal quale la Nichiren Shoshu affermava di discendere. Makiguchi rifiutò tassativamente di accettare il talismano shintoista e la Soka Kyoiku Gakkai persistette nell’abbracciare gli insegnamenti del Daishonin e ammonire severamente l’offesa alla Legge.
Il 6 luglio, mentre era in visita a Shimoda, presso Izu, nella prefettura di Shizuoka, il maestro Makiguchi fu preso in custodia dai funzionari della Polizia speciale. Josei Toda, che si trovava a Tokyo, fu arrestato lo stesso giorno. In seguito anche ventuno responsabili della Soka Kyoiku Gakkai furono arrestati per sospetta lesa maestà (il crimine di violare la dignità dell’imperatore) e violazione della Legge per la preservazione della pace.
Tutti gli imputati furono sottoposti a interrogatori con metodi coercitivi e la maggior parte di loro abbandonò la fede. Alla fine solo Makiguchi e il suo fidato discepolo Toda mantennero la fede. Makiguchi cercò persino di spiegare gli insegnamenti del Buddismo di Nichiren Daishonin agli accusatori e ai giudici che lo interrogavano. Sia Makiguchi sia Toda si rifiutarono di cedere alle pressioni delle autorità e perseverarono nell’abbracciare i princìpi corretti del Buddismo.
Il 18 novembre 1944, all’età di settantatré anni, Makiguchi morì nel centro di detenzione di Tokyo a causa della malnutrizione e degli effetti delle rigide condizioni carcerarie sulla sua età avanzata. Il giorno della sua morte coincise proprio con l’anniversario della fondazione della Soka Gakkai.
Fino alla fine della sua esistenza egli visse e praticò come insegna il Daishonin nei suoi scritti, senza esitare di mettere a repentaglio la vita per questo. Fu un nobile pioniere che fece rivivere in tempi moderni lo spirito del Daishonin della propagazione della Legge mistica per condurre le persone dalla sofferenza alla felicità.
Il risveglio in carcere di Toda
Josei Toda, mentre era in prigione, oltre a recitare assiduamente Daimoku, all’inizio del 1944 cominciò a leggere il Sutra del Loto e a meditare profondamente su di esso. Nel corso di questo processo si risvegliò alla consapevolezza che “il Budda è la vita stessa”.
Mentre continuava a recitare Daimoku immerso in profonda contemplazione, Toda acquisì la consapevolezza di essere un Bodhisattva della Terra, presente alla Cerimonia nell’aria descritta nel Sutra del Loto, a cui era stata affidata l’ampia propagazione dell’insegnamento del sutra nell’epoca successiva alla morte del Budda Shakyamuni.
Così, nel novembre del 1944, risvegliò in sé questa profonda convinzione: «Io, Toda sono un Bodhisattva della Terra la cui missione è realizzare kosen-rufu».
Attraverso questo profondo risveglio in carcere, il maestro Toda sviluppò un’incrollabile convinzione negli insegnamenti del Buddismo del Daishonin e decise che la sua personale missione era assicurare la loro propagazione in tutto il mondo. Il risveglio di Toda in carcere diventò la fonte di ispirazione primaria per la rinascita del Buddismo nell’epoca moderna e per l’energico sviluppo della Soka Gakkai come gruppo religioso dedito alla realizzazione di kosen-rufu.
Durante il servizio funebre per Makiguchi, dopo la guerra, Toda si rivolse idealmente al suo defunto maestro con queste parole: «Nella tua vasta e infinita compassione mi hai permesso di accompagnarti persino in prigione. Così ho potuto leggere con tutto il mio essere il passo del Sutra del Loto che dice: “Le persone che avevano udito la Legge dimorarono in varie terre del Budda, rinascendo di continuo insieme ai loro maestri” [SDL, 203]. Ho ottenuto il beneficio di conoscere la mia precedente esistenza di Bodhisattva della Terra e ho potuto comprendere con la vita una piccola parte del significato del sutra. Può esserci una felicità più grande di questa?».
Questo passo tratto dal settimo capitolo del Sutra del Loto “La parabola della città fantasma” insegna che il legame fra maestro e discepolo è tale che essi rinasceranno sempre insieme in una terra del Budda, in un luogo in cui si impegneranno per salvare le persone dalla sofferenza.
Mentre la maggior parte di coloro che furono perseguitati dalle autorità abbandonarono la fede, le parole di Toda esprimono un sincero apprezzamento per il suo maestro e la determinazione di ripagare il debito di gratitudine nei suoi confronti in qualsiasi circostanza.
In esse possiamo percepire la forza di questo legame fra maestro e discepolo.
2. L’epoca del secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda
Il 3 luglio 1945 Josei Toda uscì di prigione dopo due anni in isolamento e si alzò per portare avanti la volontà del suo maestro Tsunesaburo Makiguchi, la realizzazione di kosen-rufu. Come direttore generale della Soka Gakkai iniziò immediatamente a ricostruire l’organizzazione.
La popolazione giapponese versava nella più profonda disperazione a causa della devastazione arrecata dal secondo conflitto mondiale e della situazione caotica del dopoguerra. Lo Shintoismo di stato che era stato imposto al popolo, veniva ora ripudiato insieme ad altre credenze e valori propugnati dal governo militarista, ma non vi erano nuove fonti di speranza a cui rivolgersi.
Il maestro Toda era convinto che solo il Buddismo di Nichiren Daishonin fosse un riferimento spirituale così potente da far riemergere le persone dalla sofferenza e dalla confusione, perciò diede inizio alla sua impresa animato dal grande desiderio, o voto, di diffonderne ampiamente gli insegnamenti. Lo scopo dell’organizzazione non si sarebbe limitato alla riforma dell’educazione ma si sarebbe ampliato alla realizzazione di kosen-rufu, cioè la pace nel mondo e la felicità di ogni persona. In linea con questo obiettivo egli ne cambiò il nome da Soka Kyoiku Gakkai (Società educativa per la creazione di valore) a Soka Gakkai (Società per la creazione di valore), e ricominciò a tenere gli zadankai e a recarsi nelle regioni più lontane per dare guide nella fede.
L’incontro fra maestro e discepolo: Josei Toda e Daisaku Ikeda si conoscono
Nel 1947 il maestro Toda conobbe il giovane Daisaku Ikeda, che in seguito sarebbe diventato il terzo presidente della Soka Gakkai (oggi presidente della Soka Gakkai Internazionale).
Ikeda nacque nel distretto di Omori, nel quartiere Ota di Tokyo, il 2 gennaio 1928.
Trascorse l’infanzia e l’adolescenza tra due guerre: la seconda guerra sino-giapponese (1937),1 scoppiata quando lui aveva nove anni, e la guerra del Pacifico contro gli Stati Uniti (1941) durante il secondo conflitto mondiale, iniziata quando ne aveva tredici.
I suoi quattro fratelli maggiori, nel fiore degli anni, furono tutti chiamati alle armi e inviati al fronte. Per contribuire al sostegno della famiglia, Ikeda lavorava in una fabbrica di munizioni. Affetto da tubercolosi, trascorse la sua prima giovinezza nella malattia, e ciò lo spinse a riflettere profondamente sulla questione della vita e della morte.
Quando il fratello maggiore, Kiichi, tornò a casa in licenza dal fronte, descrisse le sofferenze atroci che la guerra stava causando ai popoli dell’Asia. Di lì a poco l’intera famiglia si ritrovò senza casa, distrutta durante un raid aereo, e fu costretta a sfollare. Fu attraverso questi resoconti e queste esperienze che Ikeda prese amaramente coscienza dell’ingiustizia e della tragica crudeltà della guerra.
Al termine del conflitto la famiglia fu informata che Kiichi, che era stato rimandato al fronte, era stato ucciso in combattimento a Burma (attuale Myanmar). Testimone diretto del profondo dolore di sua madre alla notizia della morte del figlio, la sua percezione della malvagità della guerra, un crimine contro l’umanità, si rafforzò e si approfondì sempre di più. Cercando risposte chiare alla domanda di quale fosse il modo migliore di vivere, il giovane si immerse nella lettura di opere letterarie e filosofiche.
Fu nel corso di questa ricerca che il 14 agosto 1947 partecipò al suo primo zadankai della Soka Gakkai, dove incontrò Josei Toda, che sarebbe diventato il suo maestro di vita.
Nella riunione di quella sera il maestro Toda stava tenendo una lezione sul trattato di Nichiren Daishonin Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese. Quando ebbe finito di parlare, Ikeda gli pose una serie di domande: «Qual è la maniera corretta di vivere?», «Cosa significa essere un vero patriota?», «Cosa vuol dire Nam-myoho-renge-kyo?», «Cosa pensa dell’imperatore?».
Dalle risposte di Toda, chiare e articolate, traspariva una profonda convinzione maturata nelle sue battaglie contro il governo militarista giapponese e nei due anni di ingiusta prigionia. Mentre lo ascoltava, il giovane provò l’intensa sensazione di potersi fidare di qualsiasi cosa quell’uomo dicesse.
Dieci giorni dopo, il 24 agosto, Ikeda iniziò a praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin. Aveva diciannove anni mentre Toda ne aveva quarantasette.
Nell’aprile dell’anno successivo il giovane si iscrisse alle classi serali della Taisei Gakuin (che in seguitò diventò l’Università Fuji di Tokyo). A settembre cominciò a frequentare le lezioni di Toda sul Sutra del Loto e, con Toda come maestro, approfondì lo studio e la comprensione del Buddismo e formulò il voto di dedicare la vita a kosen-rufu.
Poi, nel gennaio 1949, iniziò a lavorare nella casa editrice di Toda come redattore di una rivista per ragazzi.
La lotta condivisa di maestro e discepolo per ricostruire la Soka Gakkai
Nel luglio 1949 iniziarono le pubblicazioni della rivista mensile della Soka Gakkai Daibyakurenge. Il numero inaugurale conteneva un saggio di Toda dal titolo La filosofia della vita. In seguito i suoi affari, già in difficoltà a causa della caotica situazione economica del dopoguerra, subirono una grave crisi finanziaria e, il 24 agosto 1950, Toda annunciò l’intenzione di rassegnare le dimissioni dalla carica di direttore generale della Soka Gakkai.
In quell’occasione il giovane Ikeda gli chiese: «Chi sarà il mio maestro d’ora in poi?».
E Toda rispose: «Anche se finora non ti ho causato altro che problemi, il tuo maestro sono io», affermando così il legame indissolubile di maestro e discepolo.
Il discepolo si impegnò al massimo per sistemare gli affari di Toda e risolvere la crisi finanziaria. Aveva deciso profondamente di fare il possibile affinché Toda potesse assumere pienamente la leadership come presidente della Soka Gakkai.
Ikeda aveva deciso di lasciare la scuola serale per dedicarsi completamente a sostenere il suo maestro e in cambio Toda gli disse che lo avrebbe istruito personalmente, dandogli una formazione migliore di quella che avrebbe ricevuto all’università. Queste lezioni private, note come “università Toda”, proseguirono per quasi dieci anni, fino a un anno prima della morte del maestro.
In questa intensa lotta Toda condivideva le sue idee per il futuro con il suo discepolo più fidato.
Fra queste vi era la creazione di un quotidiano dell’organizzazione, il Seikyo Shimbun, per utilizzare anche la carta stampata nell’impegno per kosen-rufu, e la fondazione dell’Università Soka. Entrambe queste iniziative furono poi realizzate come risultato di quei dialoghi fra maestro e discepolo.
La nomina del secondo presidente
Superate le difficoltà finanziarie, il maestro Toda accettò, su richiesta di molti membri, di assumere la carica di presidente della Soka Gakkai. La sua nomina a secondo presidente ebbe luogo il 3 maggio 1951 e in quell’occasione egli dichiarò il suo voto di convertire 750.000 famiglie2.
Allora la Soka Gakkai contava solo tremila membri e nessuno riusciva a considerare realizzabile lo scopo dichiarato da Toda.
Prima della nomina a presidente, Toda aveva messo in atto una ristrutturazione organizzativa della Soka Gakkai, istituendo un sistema basato sui capitoli come fondamenta dello sviluppo futuro, in modo che l’organizzazione fosse pronta ad affrontare la sfida di kosen-rufu.
Il Seikyo Shimbun aveva già iniziato le pubblicazioni il 20 aprile dello stesso anno e su quel numero inaugurale comparve la prima puntata del romanzo di Toda La rivoluzione umana, che aveva scritto con lo pseudonimo di Myo Goku3.
La “rivoluzione umana” è il processo con il quale, attraverso la pratica del Buddismo di Nichiren Daishonin, ogni individuo trasforma il proprio stato vitale per giungere infine a una trasformazione del destino di tutta l’umanità. Sostenendo il principio della rivoluzione umana basato sulla sua filosofia di vita, Toda si adoperò a diffondere il Buddismo del Daishonin, un insegnamento accessibile e applicabile da tutte le persone che vivono nel mondo di oggi.
Subito dopo la sua nomina Toda istituì, uno dopo l’altro, i Gruppi donne, giovani uomini e giovani donne. All’inizio del 1952, dietro sua indicazione, Ikeda diventò consigliere del capitolo Kamata di Tokyo e condusse una campagna che portò all’adesione alla Soka Gakkai di 201 nuove famiglie nel solo mese di febbraio. Fu un risultato impressionante, di gran lunga superiore ai record di adesioni mensili realizzati fino ad allora dai vari capitoli, e divenne noto come la storica campagna di febbraio. A partire da quella svolta, il progresso della Soka Gakkai verso la realizzazione delle 750.000 famiglie accelerò rapidamente.
Il maestro Toda progettò di pubblicare una raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, ritenendola indispensabile per studiarne e capirne correttamente gli insegnamenti e progredire verso kosen-rufu, l’ampia propagazione del Buddismo del Daishonin. Così chiese a un grande studioso del Daishonin, Nichiko Hori (1867-1957), di occuparsi della compilazione e della pubblicazione. Nell’aprile 1952, in occasione del settecentesimo anniversario della fondazione dell’insegnamento del Daishonin, fu pubblicata la Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin (in giapponese Nichiren Daishonin Gosho Zenshu). Da allora ogni membro utilizzò questo testo per studiare assiduamente gli insegnamenti di Nichiren Daishonin e si stabilì nell’intera Soka Gakkai lo spirito di basare tutto su tali scritti.
La battaglia contro le tendenze demoniache del potere
Nell’aprile 1955 la Soka Gakkai sostenne per la prima volta alcuni suoi candidati alle elezioni delle assemblee locali. Decise di intraprendere questo passo basandosi sullo spirito di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” che il Daishonin aveva esposto mentre lottava per la felicità delle persone e la creazione di una società pacifica.
L’anno successivo, nella zona del Kansai, Ikeda fu ispiratore e promotore di una notevole crescita nelle attività di propagazione, e a maggio il capitolo Osaka realizzò il traguardo dell’adesione di 11.111 famiglie in un solo mese. Nelle elezioni per la Camera dei consiglieri, che si tennero nel luglio di quell’anno, a dispetto di ogni previsione fu eletto un candidato della Soka Gakkai proprio nella circoscrizione di Osaka. Fu un risultato così sorprendente che un importante quotidiano giapponese intitolò l’articolo “È stato realizzato l’impossibile!“.
Nel corso di quelle elezioni furono eletti alla Camera dei consiglieri tre candidati sostenuti dalla Soka Gakkai, che si ritrovò al centro dell’attenzione come gruppo che esercitava una crescente influenza sociale. Contemporaneamente iniziarono gli ingiusti tentativi di ostacolare l’organizzazione da parte del potere costituito.
Nel rispondere a questi attacchi Ikeda si batté risolutamente per proteggere i membri della Soka Gakkai. Nel giugno del 1957, quando il sindacato dei minatori della città di Yubari, in Hokkaido, cercò di minacciare la libertà religiosa dei membri della Soka Gakkai, egli si recò immediatamente sul posto per affrontare il problema e, dichiarando che la Soka Gakkai si sarebbe sempre nettamente opposta a questo tipo di abusi, si adoperò in ogni modo per trovare una soluzione (episodio del sindacato dei minatori di Yubari).
Il 3 luglio, subito dopo aver lasciato Yubari, Ikeda fu arrestato ingiustamente dalla polizia della prefettura di Osaka (episodio di Osaka). Nelle elezioni dell’aprile precedente la Soka Gakkai aveva presentato un candidato per il posto vacante alla Camera dei consiglieri nel distretto elettorale di Osaka e alcuni membri impegnati nella campagna erano stati accusati di aver violato le leggi elettorali. Ikeda, come persona responsabile della campagna elettorale, fu falsamente accusato di aver orchestrato attività illegali.
Il 3 luglio è la stessa data in cui, nel 1945, Toda era uscito di prigione. Anni dopo, Ikeda scrisse una poesia haiku su questi fatti: «In questo giorno, / il giorno dell’arresto e della scarcerazione, / rifulge la via di maestro e discepolo» (RU, 11, 330).
Per quindici giorni Ikeda fu sottoposto ad aspri interrogatori e a minacce da parte del procuratore: «Se non confessi la tua colpa, arresteremo il presidente Toda».
Le condizioni di salute di Toda in quel periodo erano già assai precarie e il carcere avrebbe significato una morte certa.
Per proteggere la vita del suo maestro, Ikeda ammise temporaneamente le imputazioni a suo carico, riservandosi di dimostrare in seguito la sua innocenza in tribunale. Il 17 luglio fu rilasciato dal carcere di Osaka. Dovette intraprendere una battaglia legale che durò quattro anni e mezzo e infine, il 25 gennaio 1962, fu pienamente assolto da tutte le accuse. Il pubblico ministero accettò la decisione del tribunale e rinunciò all’appello.
L’affidamento di kosen-rufu ai successori
L’8 settembre 1957 Toda sensei pronunciò la sua Dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari4, che divenne il punto di partenza e il fondamento del movimento per la pace della Soka Gakkai. Basandosi sul principio della santità e della dignità della vita, Toda disse che le armi nucleari erano una creazione diabolica che minaccia di usurpare all’umanità l’inviolabile diritto di vivere, e stigmatizzò il loro uso come il male assoluto.
Nel dicembre 1957 la Soka Gakkai realizzò lo scopo di 750.000 famiglie di membri, l’obiettivo che Toda aveva fatto voto di raggiungere. Poi, nel marzo dell’anno seguente, completò e donò l’edificio chiamato “grande sala di conferenze” al tempio principale della Nichiren Shoshu, il Taiseki-ji. In quella sede, il 16 marzo, seimila giovani giunti da tutto il Giappone si riunirono su indicazione di Ikeda per una cerimonia nella quale il maestro Toda affidò loro la realizzazione di kosen-rufu in ogni suo aspetto. In quella occasione Toda dichiarò: «La Soka Gakkai è la regina del mondo religioso».
Il 16 marzo, giorno nel quale fu affidato a quei giovani successori il grande desiderio, o grande voto di kosen-rufu, venne in seguito chiamato giorno di kosen-rufu della Soka Gakkai e della SGI.
Il 2 aprile 1958 Toda morì dopo aver completato tutto ciò che aveva deciso di realizzare. Basandosi sul risveglio vissuto in carcere, aveva ricostruito la Soka Gakkai e gettato solide fondamenta per il futuro di kosen-rufu.
1. La guerra che ebbe inizio con l’invasione giapponese della Cina e terminò con la sconfitta del Giappone nella Seconda guerra mondiale, nel 1945.
2. In quei giorni per indicare il numero di membri della Soka Gakkai si parlava di “famiglie aderenti”.
3. Lo pseudonimo “Myo Goku” era legato all’esperienza di Toda in carcere, nella quale egli si era risvegliato (go) all’essenza del Buddismo, la verità mistica (myo) della non sostanzialità o vacuità (ku).
4. Più letteralmente, per l’abolizione delle “bombe atomiche e all’idrogeno” che era il termine che si impiegava in Giappone a quell’epoca per indicare le armi nucleari.
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Le puntate precedenti sono state pubblicate in questi numeri de Il Nuovo Rinascimento:
Cap. 1, Il Buddismo di Nichiren Daishonin, NR, 578, 580, 582
Cap. 1, Il lignaggio e la tradizione dell’umanesimo buddista, NR, 587
Cap. 2, La filosofia buddista della vita, NR, 589, 592
Cap. 3, Fede e pratica, NR, 594, 627, 629, 631
Cap. 2, La storia della Soka Gakkai, NR, 634