Il Nobel per la pace Adolfo Pérez Esquivel presenta in Argentina l’appello alla resilienza e alla speranza scritto con il presidente Ikeda
Dal Seikyo Shimbun del 7 novembre 2018 – Il 3 ottobre l’attivista per i diritti umani e premio Nobel per la pace Pérez Esquivel ha incontrato, insieme ad alcuni membri della SGI, il vice governatore Canteros e i membri del Consiglio della regione di Corrientes (Argentina).
Durante l’incontro, il professor Pérez Esquivel ha presentato “La forza della speranza”, il libro di dialoghi con Daisaku Ikeda e l’appello per i giovani del mondo alla resilienza e alla speranza, lanciato a Roma lo scorso giugno (vedi NR, 630, 12). Il vice governatore ha espresso l’intenzione di presentare l’appello congiunto e la raccolta di dialoghi al Parlamento argentino, considerando la possibilità di adottarli come materiale didattico nella regione.
Lo stesso giorno, inoltre, il professor Pérez Esquivel ha tenuto una lezione incentrata sul tema dei diritti umani presso l’Università di Cuenca del Plata, che lo scorso febbraio ha conferito al presidente Ikeda una laurea ad honorem.
Di fronte a una platea di oltre quattrocento partecipanti, il premio Nobel, citando anche l’appello condiviso con il presidente Ikeda, ha sottolineato che «le attività intraprese dai giovani della SGI, che stanno aprendo il cammino della pace, sono grandiose».
Ángel Rodríguez, rettore dell’Università, rivolgendo il suo discorso di saluto ha espresso parole di lode nei confronti delle «meravigliose attività del presidente Ikeda e del professor Pérez Esquivel nell’ambito dei diritti umani» e ha affermato che «il loro appello è una fonte di speranza che illumina il futuro dei giovani su scala mondiale».
• • •
Settant’anni di diritti umani
Sono trascorsi settanta anni da quando il 10 dicembre 1948 a Parigi l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato i trenta articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani.
«Il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo» dice il preambolo. E il presidente Ikeda, in occasione del cinquantesimo anniversario della Dichiarazione ha scritto: «Dobbiamo fare dei prossimi cent’anni il secolo dei diritti umani. Il primo passo è rispettare noi stessi, vivere con dignità, autostima e fierezza. Dobbiamo poi diffondere nella società un assoluto e fondamentale rispetto per gli altri, una profonda compassione verso la vita. Un cambiamento nei nostri cuori, nel nostro atteggiamento e nelle nostre azioni trasformerà qualunque cosa, anche il futuro».
Gli stati membri delle Nazioni Unite si sono impegnati a lavorare insieme per promuovere gli articoli sui diritti umani che, per la prima volta nella storia, erano stati riuniti e codificati in un documento unico.
Di conseguenza, molti di questi diritti, in varie forme, fanno oggi parte delle leggi costituzionali delle nazioni democratiche.