Dalla serie Vivere il Gosho ogni giorno
di Daisaku Ikeda
Recitiamo Nam-myoho-renge-kyo con tutto il cuore
«Se reciti Nam-myoho-renge-kyo con tutto il tuo cuore sarai naturalmente dotato delle trentadue caratteristiche maggiori e degli ottanta segni minori del Budda. Come dice la frase del sutra: «[All’inizio ho fatto il voto di] rendere tutte le persone uguali a me, senza alcuna distinzione tra noi» [SDL, 80], potrai facilmente diventare un Budda pari a Shakyamuni»
Lettera a Niiike (RSND, 1, 914)
Nichiren Daishonin ci promette che recitando Nam-myoho-renge-kyo con tutto il cuore, possiamo rivelare lo stesso stato vitale del Budda, così come siamo, da persone comuni.
Impegnandoci nelle attività della Soka Gakkai per realizzare kosen-rufu possiamo aiutarci reciprocamente ad attivare la nostra natura di Budda e fare la nostra rivoluzione umana.
Non discriminare nessuno e non lasciare mai indietro nessuno: questo è il cuore del voto del Budda di «rendere tutte le persone uguali a me, senza alcuna distinzione fra noi» (SDL, 70). Con questo spirito recitiamo un Daimoku potente e ampliamo la nostra rete di sviluppo personale e felicità.
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Un indistruttibile castello di felicità
(D. Ikeda, BS, 166, 14)
Dove si trova il palazzo della felicità, l’indistruttibile castello di felicità che tanti cercano con impazienza? E come si può accedervi? Nella Raccolta degli insegnamenti orali Nichiren Daishonin afferma: «Recitare Nam-myoho-renge-kyo è ciò che significa entrare nel palazzo di se stessi» (BS, 124, 52).
L’indistruttibile stato vitale della Buddità esiste dentro di noi e può essere descritto come un solido palazzo di felicità adorno di innumerevoli tesori scintillanti. Abbracciando la fede nella Legge mistica e recitando Nam-myoho-renge-kyo possiamo entrare in questo palazzo o, in altre parole, come insegna il Daishonin, riusciamo a far brillare “il palazzo di noi stessi” del massimo splendore.
[…] Come scrive il Daishonin, il nostro più alto stato vitale è un palazzo eterno e indistruttibile, una roccaforte di felicità. Possiamo abitare in una casa elegante o possedere grandi ricchezze, ma se abbiamo uno stato vitale basso non potremo mai essere veramente felici e dimoreremo in palazzi di infelicità. Al contrario, se abbiamo un cuore bello e generoso e una condizione vitale alta, a prescindere dalle circostanze presenti otterremo sicuramente la felicità materiale e spirituale, in accordo con il principio buddista della non dualità di vita e ambiente.
Aprire il “palazzo” della nostra vita farà sì che si apra anche “il palazzo della felicità” nella vita degli altri e “il palazzo della prosperità” nella società; c’è una continuità invisibile tra il processo di aprire se stessi e l’azione analoga da parte degli altri. Questo è un meraviglioso principio del Buddismo.
Nella complessa società di oggi, dove è estremamente facile soccombere alle influenze negative, è essenziale possedere la saggezza per vivere in modo significativo e consapevole.
La pratica buddista ci mette in grado di aprire la nostra vita e diventare felici.
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Budda così come siamo
(D. Ikeda, BS, 188, 37)
Conseguire la Buddità non significa diventare qualcosa di diverso da ciò che siamo. Dopo l’Illuminazione Shakyamuni non diventò un superuomo; era e rimase sempre un essere umano.
Diventare Budda non comporta la scomparsa di tutte le sofferenze della vita: non esiste una vita libera dalla sofferenza e finché viviamo continueremo a lottare contro le difficoltà. Infatti l’essenza della nostra pratica buddista consiste nel recitare Nam-myoho-renge-kyo e lottare incessantemente contro le funzioni demoniache e l’oscurità o ignoranza innata nella vita – che è l’origine fondamentale di ogni sofferenza – allo scopo di condurre gli altri alla felicità.
In ogni momento di quella lotta emerge la nostra natura di Budda. Questo è il significato essenziale del principio secondo il quale possiamo rivelare lo stato di Buddità nella nostra vita così come siamo. Questo è l’insegnamento buddista che apre meravigliosamente a tutte le persone la strada per superare le sofferenze fondamentali di nascita, invecchiamento, malattia e morte, ed è la vera essenza di una religione per la felicità degli esseri umani.
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Nella vita di ogni persona
(D. Ikeda, NR, 573, 4)
Valorizzare ogni persona e lavorare insieme per aprire il “palazzo della felicità” dentro la vita. Tutti gli esseri umani nascono con la saggezza intrinseca e il potere di conseguire la felicità.
La nostra fede nella Legge mistica è la sorgente dalla quale possiamo attingere questa saggezza e questo potere.
Il Daishonin scrive: «Non cercare mai questo Gohonzon al di fuori di te. Il Gohonzon esiste solo nella carne di noi persone comuni che abbracciamo il Sutra del Loto e recitiamo Nam-myoho-renge-kyo. Il corpo è il palazzo della nona coscienza, l’immutabile realtà che regna su tutte le funzioni della vita» (RSND, 1, 738).
[…] Qui il Daishonin afferma chiaramente che il fondamentale “palazzo della felicità” che tutta l’umanità sta cercando si trova nella vita di ogni singola persona. Voi state condividendo questa suprema filosofia della dignità e del valore inalienabile della vita con i vostri amici, alcuni dei quali stanno affrontando profonde sofferenze karmiche. Voi li incoraggiate con calore, con empatia per il loro dolore, recitate Daimoku e fate tutto il possibile per aiutarli a far risplendere in loro il “palazzo della felicità” interiore.