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La verità del mio maestro: dedizione totale a kosen-rufu - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:15

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La verità del mio maestro: dedizione totale a kosen-rufu

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Grazie per tutti i vostri sforzi, e congratulazioni per l’incontro di oggi!
Ciò che mi ha spinto a scrivere La rivoluzione umana è stato il desiderio di trasmettere correttamente la verità sulla vita e lo spirito del mio maestro Josei Toda alle generazioni future. Molti si dichiaravano discepoli di Toda e molti ricevettero sostegno e guide nella fede direttamente da lui. Eppure, dopo la sua morte, diverse persone si rivoltarono contro di lui e contro la Soka Gakkai. Ciò dimostra che pochi lo conoscevano veramente.
Distinguere i fatti dalla verità è molto difficile, perché i fenomeni che percepiamo non sempre riflettono la verità. In un certo senso chiunque può vedere i fatti, ma la verità non emerge facilmente. Per discernere la verità, è necessario sviluppare la capacità di vederla.

Vorrei condividere con voi un esempio. Prima della Seconda guerra mondiale Josei Toda, allora direttore generale della Soka Kyoiku Gakkai (antesignana della Soka Gakkai), a volte durante le lezioni del presidente Makiguchi giocava a scacchi (shogi) in un angolo della sala.
Alcune persone malignamente sussurravano: «Mentre il suo maestro tiene la lezione, Toda gioca a scacchi!», criticando quello che sembrava un comportamento estremamente ineducato e irrispettoso. Ma Toda rifletteva sempre attentamente su ciò che faceva. Infatti, molti membri in quel momento, incapaci di afferrare i concetti esposti da Makiguchi sulla retribuzione karmica, stavano iniziando a prendere le distanze dalla fede. Giocando tranquillamente a scacchi durante la lezione, intendeva mostrare loro lo spirito libero e aperto della Gakkai e nel contempo alleggerire l’atmosfera, incoraggiandoli a non lasciare l’organizzazione. La sua intenzione era di proteggere il movimento di kosen-rufu.
Pur sapendo che si sarebbe esposto a critiche, il maestro Toda agiva così perché voleva che nessuno abbandonasse la fede.
L’unico a conoscere la sua vera intenzione era il suo maestro. Tutti confondevano le cose, ma il maestro Makiguchi, per quanto severo, non criticò mai questo comportamento.
Questa è la fiducia assoluta, la non dualità tra maestro e discepolo.

Un altro esempio. Dopo la guerra le imprese di Toda andarono in crisi, egli contrasse enormi debiti e la sua compagnia fallì. Non riusciva più a pagare i dipendenti, che lo abbandonarono. Eravamo rimasti solo lui ed io. Eppure, proprio in queste circostanze mi disse: «Daisaku, fondiamo un’università Soka! Quando possiamo realizzarla?».
Era il 16 novembre 1950. Me lo ricordo molto bene, fu il periodo più difficile. Chiunque altro avrebbe pensato che si trattasse solo di “aria fritta”. Eppure, indipendentemente dai fatti relativi alla sua situazione disperata, la verità di Toda era evidente nel suo spirito calmo e fiducioso. Conoscevo la sua incredibile positività, il suo spirito combattivo, la sua assoluta convinzione, e non potrò mai dimenticarli. Basandosi su circostanze temporanee, tante persone calunniarono il maestro Toda, chiamandolo impostore e truffatore. Nonostante le critiche, Toda non cercava scuse per giustificarsi. Il suo stato vitale e il suo carattere erano su un piano differente.
Io ho sempre difeso a spada tratta il mio maestro, facendo ogni sforzo possibile.

I fatti che percepiamo rappresentano solo un aspetto della realtà. Se il nostro sguardo è rivolto solo ai fatti, rischiamo di non cogliere la verità. Persino di fronte a uno stesso fatto, le persone tendono a interpretarlo in modo completamente diverso in base alla propria prospettiva. Il riflesso di uno specchio distorto sarà sempre un’immagine distorta. Per una mente distorta ogni cosa apparirà distorta. La capacità di vedere la vera natura delle cose dipende dallo stato vitale di una persona. Nichiren Daishonin scrive: «Essere lodato dagli stupidi: questa è la più grande vergogna» (RSND, 1, 260). Riferendosi a questo brano, Toda disse: «Essere lodato dal Daishonin è il più grande onore nella vita».

Quale era la verità di Toda?
In ultima analisi, la sua totale dedizione a kosen-rufu, e nient’altro. Era determinato a realizzare a ogni costo kosen-rufu e riteneva che l’unico modo per farlo fosse costruire la Soka Gakkai e proteggerla fino in fondo.
Questa era la sua verità. Ogni sua azione, ogni sua riflessione era finalizzata alla fede, a kosen-rufu, era espressione del suo fermo desiderio di vedere tutti i preziosi figli del Budda diventare felici, nessuno escluso. Per questo non ebbe mai paura di alcuna incomprensione, pregiudizio o attacco. Era davvero un uomo dalla condizione vitale fuori dal comune. Assunse su di sé tutta la responsabilità di kosen-rufu.
Naturalmente, non ha mai prestato attenzione allo status sociale, alla fama o alla ricchezza delle persone. A volte lottava furiosamente per denunciare la corruzione e l’ingiustizia e vincere le funzioni demoniache, altre volte era capace di avvolgere calorosamente tutti i membri con una compassione vasta come l’oceano. Avevo diciannove anni quando lo incontrai, e ventuno quando iniziai a lavorare al suo fianco. L’ho sostenuto con entusiasmo 365 giorni l’anno, dalla mattina presto fino a tarda notte, in tutte le situazioni.
Per questo posso dire di comprendere meglio di chiunque altro quanto duro sia stato ricostruire la Soka Gakkai, quanto difficile gestire il lavoro. La cosa migliore per capire la verità su qualcuno è conoscere i fatti della sua vita su più livelli. In particolare, è importante osservare cosa fanno le persone nelle circostanze più difficili, poiché il valore di una persona si rivela nei momenti cruciali.

Quando per la prima volta decisi di portare avanti la volontà del maestro e di assumermi tutta la responsabilità di kosen-rufu come suo discepolo, da quel momento percepii chiaramente quale intenzione e sentimenti animassero il suo cuore. Solo quando decisi di credere fino in fondo nel mio maestro, di vivere insieme a lui la mia vita, di seguire le sue orme a ogni costo, ogni cosa mi apparve più chiara. Ogni passo che facevo era in armonia con il suo spirito. Percepivo appieno la sua grandezza. Ogni cosa del maestro Toda si scolpiva nel mio cuore. Tutto ciò che faccio e dico, al novantanove per cento è espressione dello spirito del maestro Toda. Questa è l’unicità di maestro e discepolo. Il Buddismo esiste solo quando i cuori del maestro e del discepolo sono uniti come un tutt’uno.
Vi prego di vivere e far fiorire insieme a me la vostra esistenza.

(16 ottobre 1991)

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