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18 novembre, fondazione della Soka Gakkai - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:03

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18 novembre, fondazione della Soka Gakkai

«Il cuore del grande voto di kosen-rufu e lo stato vitale della Buddità sono la stessa cosa»

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Anno dopo anno, per i membri della Soka Gakkai il 18 novembre costituisce una pietra miliare verso cui puntare per realizzare obiettivi e determinazioni, e da cui ripartire insieme verso un nuovo traguardo.
Cinque anni fa, a novembre 2013, è stato inaugurato a Tokyo il Kosen-rufu Daiseido, il Palazzo del grande voto di kosen-rufu, dove i discepoli di tutto il mondo si riuniscono per rinnovare il proprio voto insieme al maestro.
Sensei si è riferito al Daiseido come “il castello dei benefici costruito insieme agli amici preziosi” (NR, 527, 5). È l’emblema di tutte le meravigliose realizzazioni che danno speranza e ispirano sempre più persone a praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin.
In un messaggio di settembre 2016 sensei ci ha incoraggiati con queste parole: «Il 18 novembre 2018, giorno della fondazione della Soka Gakkai, segnerà il quinto anniversario del completamento del Kosen-rufu Daiseido. […] Vi prego di promettere insieme a me di lavorare sodo in questi prossimi due anni, insieme ai membri di tutto il mondo, per espandere la nostra rete di Bodhisattva della Terra» (NR, 590, 5).
Ora che siamo alle porte del 18 novembre, per rispondere alle aspettative del nostro maestro, in tutta Italia si terranno delle riunioni di shakubuku in ogni settore per festeggiare con i nostri amici questo giorno così importante, che segna anche una nuova partenza.
Infatti, come leggiamo nel messaggio inviato per i corsi autunnali, il nostro maestro ha indicato la prossima meta verso cui continuare ad avanzare insieme: «Con coraggio impegniamoci al massimo e vinciamo, conducendo una vita di immenso valore basata sul voto di realizzare kosen-rufu, e avanziamo ardenti di speranza verso la tappa del 2020, novantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai, e poi verso il 2030, centesimo anniversario» (pag. 9).
Colmi di gioia e gratitudine nei confronti del nostro maestro, sfidiamoci fino in fondo nel dialogare con i nostri amici per far conoscere il valore della pratica buddista e gli ideali della Soka Gakkai.

Nelle pagine seguenti sono descritte alcune tappe particolarmente significative legate al 18 novembre.
Trovate anche l’ultima puntata de
La nuova rivoluzione umana pubblicata sul Seikyo Shimbun l’8 settembre scorso, e due testimonianze permeate dal voto condiviso di maestro e discepolo.

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Il 18 novembre in Italia

In occasione della riunione generale italiana che si è tenuta lo scorso 16 settembre, il presidente Alberto Aprea, riferendosi alla campagna Io sono Shin’ichi Yamamoto e all’obiettivo di realizzare 20.000 giovani, ha lanciato l’iniziativa di organizzare in tutta Italia, il 18 novembre – che cade di domenica – delle riunioni di shakubuku a livello di settore, alle quali invitare tanti amici, soprattutto tantissimi giovani.
Per questo motivo, nella settimana che va dal 12 al 17 novembre non si terranno le consuete riunioni dei giovani, delle donne e degli uomini.
Concentriamoci nel preparare questi incontri a livello di settore con l’obiettivo di portare a sensei una grande vittoria, affinché sempre più persone possano sperimentare i benefici della pratica buddista.
Queste riunioni sono l’occasione per creare un’ondata di gioia e di entusiasmo nei nostri gruppi e settori, in modo da imprimere un rinnovato slancio alle nostre attività realizzando tante prove concrete nelle nostre vite.

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Domenica 18 novembre: riunioni di shakubuku

Dove? In tutti i settori d’Italia, per celebrare insieme l’ottantottesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai

Quando? Domenica 18 novembre, orario a scelta del settore.

Qual è l’obiettivo? Invitare tanti amici, vicini di casa, colleghi e familiari, per far conoscere la pratica buddista e la Soka Gakkai in un clima gioioso e accogliente. Soprattutto invitiamo tanti giovani.

A chi sono rivolte? A tutti, giovani e adulti, membri, simpatizzanti e ospiti.

Chi le prepara? Giovani e adulti insieme, dando ampio spazio alle proposte e alla creatività dei giovani.

Come prepararle? La preparazione è a cura di ogni settore, collaborando insieme e coinvolgendo ogni persona.

Qual è la formula vincente? Recitare Daimoku per la felicità di ogni persona, basarsi sullo studio del Gosho e delle guide del maestro, fare shakubuku in prima persona e invitare amici e familiari, condividendo con gioia le proprie esperienze di rivoluzione umana basate sulla fede.

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18 novembre 1930
Nel 1930 viene pubblicato il libro Teoria per una pedagogia per la creazione di valore, frutto del lavoro del maestro Tsunesaburo Makiguchi e del suo discepolo Josei Toda. È il 18 novembre, e questa data segna la fondazione della Soka Kyoiku Gakkai (società educativa per la creazione di valore), antesignana della Soka Gakkai.

18 novembre 1944
Durante la guerra, Makiguchi e Toda vengono incarcerati per essersi opposti al governo militarista che vuole imporre lo Shintoismo come religione di stato. Il 18 novembre 1944, Makiguchi muore in carcere. Toda viene rilasciato il 3 luglio 1945 e, alzandosi da solo, dà inizio alla ricostruzione della Soka Gakkai. Due anni dopo incontra il giovane Daisaku Ikeda.

18 novembre 2013
Viene inaugurato a Tokyo il Kosen-rufu Daiseido, il Palazzo del grande voto. Da quel giorno i membri di tutto il mondo vi si recano per formulare il voto di kosen-rufu mondiale insieme al maestro Ikeda. Questo edificio rappresenta la vittoria dei maestri e dei discepoli Soka che, superando tutte le difficoltà, hanno aperto la nuova era di kosen-rufu mondiale.

18 novembre 2018
Quinto anniversario dell’apertura del Kosen-rufu Daiseido. Incoraggiati dal maestro Ikeda, i membri di tutto il mondo mirano a questa data per espandere il movimento di kosen-rufu, conseguire vittorie nella propria vita e ripartire mirando al 18 novembre 2020 e, ancora oltre, al 2030, centesimo anniversario della Soka Gakkai.

verso il 18 novembre 2020 e oltre…

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La nuova rivoluzione umana

Per venticinque anni il presidente Ikeda si è impegnato quotidianamente nella stesura del romanzo La nuova rivoluzione umana, un’opera in trenta volumi che narra lo sviluppo della Soka Gakkai e di kosen-rufu nel mondo. Non è un semplice resoconto storico: ogni pagina è un incoraggiamento rivolto a ognuno di noi. L’ultima puntata, la 139, pubblicata l’ 8 settembre, parla di una riunione di centro per celebrare il 18 novembre del 2001

Volume 30, capitolo 6 “Il voto”, ultima puntata

[139] La voce solenne di Shin’ichi Yamamoto risuonò per la sala: «Non dimenticherò mai le parole che il maestro Toda pronunciò durante una riunione del gruppo Suiko-kai: “È sufficiente un nucleo di giovani, anzi, è sufficiente anche un solo vero discepolo e kosen-rufu si realizzerà sicuramente”. Chi è quel singolo vero discepolo? Chi è che, fedele agli insegnamenti del maestro Toda, ha propagato il Buddismo in tutto il mondo a costo della sua stessa vita?
Posso dire con orgoglio e sicurezza di essere stato proprio io quel singolo vero discepolo. Prego quindi tutti voi, membri del Gruppo giovani, di portare avanti e trasmettere il nobile spirito dei tre maestri e discepoli Soka.
Chi riuscirà a farlo sarà, alla fine, il vero vincitore nella vita. Questa è la strada fondamentale affinché la Soka Gakkai possa trionfare fino in fondo nel ventunesimo secolo, è la strada per riuscire ad adempiere al grande voto di kosen-rufu ed è anche la strada maestra per la creazione della pace nel mondo.
Mi affido a voi, membri dei Gruppi giovani uomini e giovani donne, e a voi, membri del Gruppo studenti! Mi affido a tutti voi, giovani del mondo!».
«Sì!»: una voce vigorosa risuonò per tutta la sala. In fondo alla sala erano affissi i ritratti del primo presidente Makiguchi e del secondo presidente Toda. A Shin’ichi parve quasi che i due presidenti stessero vegliando sui compagni in sala sorridendo, annuendo e avvolgendoli con i loro sguardi che risplendevano di compassione.
Shin’ichi rivolse in cuor suo questo invito ai giovani: «Forza dunque! Partiamo insieme! Lottiamo finché avremo vita. Avanziamo facendo risuonare in alto il suono della seconda serie delle sette campane».
Negli occhi di Shin’ichi si apriva già la maestosa scena di queste intrepide giovani aquile della Soka che, sotto i raggi dell’alba del terzo millennio, spiccavano il volo verso il vasto cielo del mondo.
Erano le schiere dei Bodhisattva della Terra che vivevano fino in fondo la propria vita in nome del grande voto di kosen-rufu in tutto il mondo.

Concluso il 6 agosto 2018 presso il Centro culturale di Nagano.
Dedicato al primo maestro Tsunesaburo Makiguchi, al mio maestro Josei Toda e a tutti i compagni di fede del mondo, nobili emissari del Budda e “miei preziosi amici”.

Daisaku Ikeda

(Conclusione della serie di 30 volumi de La nuova rivoluzione umana, Seikyo Shimbun 8 settembre 2018)

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Con profonda gratitudine

Sul Seikyo Shimbundell’8 settembre, accanto all’ultima puntata de La nuova rivoluzione umana, è stato pubblicato un articolo in cui il presidente della Soka Gakkai Minoru Harada esprime profonda gratitudine a sensei, come rappresentante di tutti i suoi discepoli

Siamo infine giunti alla conclusione del romanzo La nuova rivoluzione umana.
Sono trascorsi venticinque anni da quando, il 6 giugno del 1993, sensei cominciò a scrivere questo romanzo. Iniziando a contare dal momento in cui diede avvio alla stesura de La rivoluzione umana, il 2 dicembre del 1964, ha continuato a scrivere per oltre mezzo secolo.
Come rappresentante dei discepoli del maestro Ikeda vorrei esprimere dal profondo del cuore la più sincera gratitudine nei confronti di questa “battaglia di parole” che sensei ha portato avanti senza mai lesinare la sua vita.
Sono convinto che la sua dedizione assoluta a questa opera sia l’espressione del voto formulato al suo maestro Josei Toda.
Il romanzo autobiografico scritto da Toda, ugualmente intitolato La rivoluzione umana, termina con la scena del protagonista, il “Conte di Montecristo” (giap. Gankotsu), che in prigione decide fermamente di dedicare la vita a kosen-rufu.
Due anni dopo essere stato scarcerato, Toda incontrò il giovane Daisaku Ikeda, il 14 agosto del 1947.
Esattamente dieci anni dopo, il 14 agosto 1957, il giovane Ikeda si recò con Toda nella prefettura di Nagano. Lì, dopo aver concluso la lettura de La rivoluzione umana scritta dal suo maestro e appena pubblicata, con il cuore pieno di commozione rinnovò il suo voto di trasmettere la vita di Toda alle generazioni future. Era consapevole che soltanto lui avrebbe potuto cristallizzare in eterno l’insegnamento del suo maestro, e che quella era la sua missione di discepolo. Sono convinto che la conclusione de La nuova rivoluzione umana rappresenti per noi discepoli il punto di partenza per decidere di scriverne il seguito attraverso la nostra vita e le nostre azioni.
La rivoluzione umana e La nuova rivoluzione umana costituiscono “il manuale della fede” in cui è inciso lo spirito della Gakkai per le generazioni future. Continuare ad avanzare con la consapevolezza che “ognuno di noi è Shin’ichi Yamamoto” significa farne una lettura attenta e appassionata e mettere in pratica il principio della rivoluzione umana.
Questi due romanzi sono anche “lo specchio limpido che illumina il futuro“.
Sensei con il suo esempio ha indicato la via per far sì che i suoi discepoli continuino eternamente a vincere realizzando kosen-rufu.
Inoltre costituiscono “la porta del dialogo tra maestro e discepolo“.
Una volta un giovane membro indiano domandò al suo responsabile come poter ricevere una guida da sensei. Egli rispose: «È semplice! Basta aprire La nuova rivoluzione umana!». In altre parole, aprire La nuova rivoluzione umana equivale ad aprire la “porta” che ci permette di dialogare cuore a cuore con il nostro maestro.
Finché continueremo a studiare La rivoluzione umana e La nuova rivoluzione umana, non vi è dubbio che la Soka Gakkai continuerà a vincere e a prosperare.
Avanziamo con piena dedizione lungo la via di maestro e discepolo per ripagare il debito di gratitudine nei confronti del nostro maestro, e impegniamoci con tutte le forze per dare inizio a una nuova storia di rivoluzione umana!

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Più grandi le difficoltà più grande la gioia

Rilanciai verso il 18 novembre 2018, volevo andare al Daiseido per portare questa vittoria al mio maestro e feci una promessa: a ogni zadankai avrei accompagnato una persona nuova o una persona che si era allontanata

di Maria Grazia Bassanelli, Santa Marinella

Ho iniziato a praticare il Buddismo a ventidue anni ed essendo un’atleta avevo un sogno: vincere una medaglia alle Olimpiadi e portarla al presidente Ikeda. Questo scopo così grande, che richiedeva tanto sforzo e sacrificio, è stata la mia fortuna perché mi ha spinto a fare subito tanto Daimoku e attività.
Il mio sogno non si è realizzato con una medaglia, ma sensei afferma che la vita è di per sé un’olimpiade in cui lottiamo ogni giorno per migliorare i nostri record personali. Avevo ventiquattro anni quando accettai di diventare amministratore unico dell’azienda di famiglia con trecento milioni di debiti, e la nostra casa era in vendita all’asta. Ne avevo ventisette quando mia madre, finalmente diventata membro, si ammalò di tumore, e ne avevo trenta quando morì.
Rimasi incinta di mio figlio per poi rimanere sola a crescerlo. Ancor prima della sua nascita recitavo Daimoku perché divenisse una persona di valore per kosen-rufu.
Kevin mi accompagna da ventiquattro anni e mi ha sempre offerto molte occasioni per sfidarmi. A sedici anni si ammalò di tumore e ciò fece emergere un dubbio che nascondevo nel mio cuore: quello di non essere stata in grado di vincere insieme a mia madre sulla malattia. Rimasi pietrificata ma grazie allo studio del Buddismo, all’attività e al tanto Daimoku riuscii a decidere di vincere insieme a lui.
Fu un meraviglioso percorso che nei primi due anni mi permise di aprire la mia vita, creare nuovi legami e incontrare il mio attuale compagno. Ero cambiata e vivevo con un profondo senso di gratitudine. Facevo attività a Santa Marinella come vice responsabile di settore donne. Fu una nuova sfida che accettai con umiltà poiché mi trovavo a confronto con compagni molto più giovani nella fede e per farlo dovevo cambiare ancora.
La vita mi rispose. Da tempo desideravo comprare l’altra metà della casa bifamiliare nella quale vivo, che ero riuscita ad acquistare all’asta e ristrutturare. Decisi il prezzo che potevo permettermi, poco più della metà del valore di mercato, e ora è la casa di mio figlio.
Il 5 novembre 2013 sensei inaugurò il Kosen-rufu Daiseido, nel giorno del mio cinquantesimo compleanno. Decisi di abbracciare la sua decisione di mirare al 18 novembre 2018 per ripagare il mio debito di gratitudine.
Kevin aveva appena concluso i cicli di chemio e di radio, e cominciò a vivere in modo spericolato. Pensavo che fosse una reazione a tutto ciò che aveva passato negli ultimi anni e intimamente lo giustificavo… mi sfidavo nel Daimoku, nell’attività e rilanciavo l’offerta per kosen-rufu ogni volta che lui combinava qualche pasticcio.
La mia vita era agiata, quell’azienda trent’anni prima in fallimento era diventata una fiorente attività commerciale, ma io non ero felice perché l’obiettivo per il quale avevo sempre praticato, che mio figlio diventasse una persona di valore per kosen-rufu, sembrava allontanarsi ogni giorno.
Dopo una guida nella fede iniziai a pregare per aver fiducia nel suo valore e nella sua missione, ma lui andava sempre peggio. Rilanciai verso il 18 novembre 2018, volevo andare al Daiseido per portare questa vittoria al mio maestro e feci una promessa: a ogni zadankai avrei accompagnato una persona nuova o una persona che si era allontanata.
Era il 2016 e realizzai il mio obiettivo: Kevin e Francesca, la sua ragazza, sono diventati membri della Soka Gakkai. Nel 2017 due amici a cui avevo parlato del Buddismo hanno ricevuto il Gohonzon, e quest’anno altri due.
Il 2017 è iniziato con una serie di vittorie: Kevin ha deciso di prendere il diploma, ha partecipato per la prima volta a un’attività dei giovani ed è stato dichiarato guarito dal tumore.
Il 24 agosto 2017 ero insieme a lui al Daiseido per partecipare alla cerimonia del grande voto.
Tutto procedeva per il meglio quando il 22 luglio di quest’anno, mentre partecipavo a una riunione per la divisione del settore che ora conta sette gruppi e ha realizzato ottantatré presenze allo zadankai, Kevin è stato travolto in un gravissimo incidente e stava per lasciarci. Ho iniziato subito a recitare Daimoku invitando a unirsi chiunque lo desiderasse, anche chi non praticava.
Kevin è stato immediatamente soccorso da persone che gli hanno salvato la vita: l’infermiera dell’ambulanza ha intuito che era in corso un’emorragia interna e anziché chiamare l’elicottero, che sarebbe arrivato a Roma troppo tardi, ha allertato l’ospedale più vicino per farlo operare immediatamente. Nel frattempo un’altra infermiera avvisava il chirurgo che aveva terminato il suo turno affinché tornasse in sala operatoria.
Fu dichiarato gravissimo, i medici non erano certi che arrivasse all’indomani.
Scelsi di non pensare. Avevo un’unica possibilità: il momento presente, e in quel momento Kevin era vivo! Recitai Daimoku con totale fiducia.
Gridavo in silenzio: “Ho fiducia in te, ho fiducia nel tuo valore e nella tua missione”.
Ho recitato Daimoku fino all’alba, quando finalmente per qualche minuto mi hanno permesso di vederlo. Aveva solo il viso scoperto, l’unica parte del corpo senza un graffio. E anche se non poteva sentirmi gli dissi: «Kevin vuoi vivere? Vivi per kosen-rufu!».
Sono infinitamente grata a tutti i compagni di fede che fin dalla notte dell’incidente hanno costantemente recitato Daimoku per noi. Quando mi sentivo crollare, pensando a loro sentivo di non avere altra scelta che vincere. Tanti giovani hanno recitato Daimoku e tante persone hanno realizzato grandi obiettivi. Questa è la nostra vittoria!
Il 30 agosto, giorno del suo ventiquattresimo compleanno, Kevin è tornato nella sua casa a Santa Marinella.
Sono infinitamente grata e sempre più convinta delle parole di Nichiren Daishonin: «Quanto più grandi saranno le difficoltà che incontrerà, tanto più grande la gioia che egli proverà grazie alla sua forte fede» (RSND, 1, 29).

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Oggi mi sento forte

Riccardo ha ricevuto il Gohonzon nel 2006. Nel corso degli anni ha vissuto diversi momenti bui. Il punto di svolta ha una data precisa: 9 novembre 2016, quando ha stretto un profondo legame con il maestro Ikeda, partecipando alla cerimonia del grande voto al Kosen-rufu Daiseido

di Riccardo Leonardi, Roma

Avevo quindici anni quando mio padre se ne andò di casa, era un periodo molto buio sia per me che per mia madre, che faticava a starmi dietro. Dovetti ripetere l’anno a scuola e stavo sempre fuori casa.
In quel periodo ho conosciuto il Buddismo. La prima volta che ho recitato Daimoku ho sentito subito una sensazione di pace e serenità ed ho percepito che anche io avevo una missione.
Iniziai ad andare bene a scuola, tanto da ricevere i complimenti dai miei professori, meravigliati del mio cambiamento. Mia madre iniziò a praticare il Buddismo, la vidi di nuovo felice e con la voglia e la forza di cambiare le cose. Nel 2006 diventai membro della Soka Gakkai insieme a lei, che ricevette il Gohonzon. Dopo qualche anno anche mio fratello è diventato membro.
Tuttavia si manifestò presto la mia tendenza a interrompere gli sforzi a metà, nella pratica buddista così come nella vita quotidiana. Infatti mi sono sempre fatto distrarre da divertimenti e dinamiche distruttive, causate da dipendenze e comportamenti estremi e dannosi. Ciò ebbe ripercussioni anche sulla mia salute. Soffrivo di attacchi di panico e avevo disturbi alimentari. Inoltre ebbi un grave episodio di emorragia allo stomaco e fui operato d’urgenza. Facevo uso di sostanze stupefacenti e alcolici e mi divertivo molto alle feste di musica techno. Spesso usciva fuori un lato rabbioso che distruggeva la mia vita, soprattutto se la mia pratica buddista era debole. Il medico mi disse che se avessi continuato così non sarei arrivato ai trent’anni e per un po’ mi diedi una calmata.
Poi decisi di partire per Barcellona lasciando tutto e tutti, alla ricerca di una nuova vita.
Fisicamente mi sentivo bene ma non stavo praticando molto, anzi quasi per niente. Ma incredibilmente, arrivato in un B&B qualunque, sentii dal piano di sopra qualcuno recitare Daimoku! Rimasi sbalordito, eppure era vero: proprio lì si stava tenendo uno zadankai!
Ovviamente ripresi a partecipare alle attività buddiste. All’inizio dell’esperienza a Barcellona i miei erano preoccupatissimi per me, ma poi sentii tutta la loro fiducia. Fu molto importante per me. Ma con il passare del tempo la mia pratica buddista si indebolì per l’ennesima volta e “i demoni presero il sopravvento”. Di nuovo, tutta la serie di eventi meravigliosi e serate divertenti si trasformarono nell’incubo che conoscevo bene.
Alla fine tornai a Roma, tuttavia tra il lavoro e le serate a cui continuavo a partecipare, non riuscivo a sopportare lo stress fisico e mentale. Un giorno ebbi un incidente dove rimasi ferito alla mano e alla schiena. Venne l’ambulanza che mi salvò la vita appena in tempo, perché stavo morendo dissanguato.
Avevo raggiunto il limite di sopportazione, troppe cose non andavano, ma la cosa che più mi faceva soffrire era che non mi sentivo me stesso, mi sentivo debole.
Ripresi a praticare costantemente, partecipando alle riunioni anche se svogliato e depresso. Mi affidai al Gohonzon completamente perché, nonostante tutto, ero sempre stato protetto in tutti questi anni. Impegnandomi nelle attività e offrendo casa per le riunioni, sentii le esperienze di alcuni compagni di fede che erano andati al Kosen-rufu Daiseido, a Tokyo.
Così, nonostante le difficoltà economiche, decisi di andare anch’io, con l’obiettivo di creare un io solido e ritrovare me stesso.
Il 9 novembre 2016 partecipai alla cerimonia del grande voto di kosen-rufu al Daiseido.
Durante la cerimonia di Gongyo guidata dalla registrazione della voce del presidente Ikeda, ho percepito che Nam-myoho-renge-kyo è come il ruggito di un leone. È emerso con forza quell’io solido che stavo cercando da così tanto tempo, insieme a una determinazione che mai avevo avuto prima! È stata un’esperienza indimenticabile che ha cambiato profondamente il corso della mia vita. Da lì ho cominciato a costruire una relazione fortissima con sensei. Lui è riuscito a incidere nel profondo del mio cuore l’importanza di saper riconoscere il mio potenziale e di essere me stesso, perché io sono in grado di trasformare la mia esistenza.
Anche dopo la cerimonia al Daiseido non sono mancati i momenti bui, ma ogni volta mi sono rialzato e ho perseverato ogni giorno nella pratica buddista. Quando succedevano cose che mi facevano pensare di non aver cambiato niente, leggevo gli incoraggiamenti di sensei, come questo: «Toda era solito dire: “Non siate impazienti. Dal momento che avete abbracciato il Gohonzon
la vostra situazione non potrà che migliorare. Non c’è motivo di preoccuparsi. Certo, ci saranno momenti difficili, momenti in cui avrete voglia di piangere. Ma fino a quando avete il Gohonzon, la vostra vita sarà piena di gioia”. Perseverando nella fede, diventeremo felici. Non dobbiamo mai nutrire dubbi a questo riguardo, qualsiasi cosa accada; avanziamo e affrontiamo tutte le difficoltà e gli ostacoli lungo il cammino. Questa è vera fede» (Giorno per giorno, esperia, 20 dicembre).
Continuando con questo spirito, mantenendo una pratica costante, mi sono accorto che la mia vita sta veramente cambiando, anche se a piccoli passi. Tra gli altri ho parlato di Buddismo ad Andrea, un mio caro amico di infanzia che ha cominciato a praticare e l’anno scorso ha ricevuto il Gohonzon. Poi, qualche mese fa, ho perso il lavoro. È stato un colpo duro, ma ho recitato tanto Daimoku fino a eliminare qualunque dubbio. In poco tempo sono stato assunto da una compagnia aerea come assistente di volo. Questo lavoro mi richiede di avere una vita estremamente equilibrata e questa è per me una protezione frutto della pratica buddista. Inoltre, da poco mi sono trasferito in una nuova casa dove vivo con la mia ragazza.
Oggi mi sento forte. Voglio fare di kosen-rufu il centro della mia vita, perché credo che avere la possibilità di trasformare le radici della propria esistenza sia il beneficio più grande, e darne la possibilità anche a una sola persona può trasformare l’intera umanità. Sono determinato ad andare avanti con una fede indistruttibile, inseparabile dal mio ­maestro.

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