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Credere nel potenziale della vita - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:55

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Credere nel potenziale della vita

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Quest’anno ci stiamo tutti impegnando nello shakubuku, come ti stai sfidando?

Sta andando bene, una mia amica ha ricevuto il Gohonzon quest’anno! In questo periodo di intensa attività per gli altri sento la vita che si apre alle tremila possibilità che esistono in un singolo momento. Fino a oggi, sedici miei amici hanno ricevuto il Gohonzon, questo mi rende molto felice.
Per quanto mi riguarda, fare shakubuku significa riconoscere ogni volta questa vastità. Quando ci si apre alla vita degli altri è inevitabile che il cuore si apra e quindi è abbastanza naturale che una parte di te abbia una paura incredibile! La cosa bella è che quest’anno sento di avere l’occasione di affrontare la vita e i suoi improvvisi sconvolgimenti come non ho mai fatto prima, come ci incoraggia il presidente Ikeda: «Anche eventi che non riusciamo a capire col mero intelletto possono rivelare verità importanti riguardo alla nostra vita quando vengono visti con l’occhio del Budda» (BS, 189, 54).
E proprio quest’anno ho deciso che voglio esprimere al cento per cento il mio potenziale di attore internazionale, per kosen-rufu. È un obiettivo che a volte mi sembra tanto astratto, ma che in realtà va a toccare tutta la sfiducia presente in me. Infatti dal momento in cui ho preso questa decisione, il giorno successivo volevo già cambiare lavoro!
Ma sensei dice che «le difficoltà emergono perché la pratica è corretta» e che «la speranza è innata in noi esseri umani» (Ibidem, 56).
Ecco, lo shakubuku mi mette a nudo proprio su questo aspetto: quanto sono capace di credere nel mio potenziale e in quello degli altri? Condividere il Buddismo mi permette concretamente di lottare con quel peso che sento la mattina quando mi sveglio e ho paura. Paura di fallire nella vita, nel lavoro, nelle relazioni, tutte quelle volte che senti che hai fatto mille passi indietro. Shakubuku è quell’azione che mi fa riaffermare con forza: «Si! Ci riuscirò!».

Quali obiettivi hai per il 18 novembre?

Sto cercando di sviluppare la convinzione che questo grande obiettivo dei 20.000 giovani è assolutamente alla nostra portata, che posso veramente divertirmi a realizzarlo e che è strettamente legato al mio obiettivo di sfidarmi come attore in Italia, in Inghilterra, in Francia, negli Stati Uniti esprimendo la Buddità in ogni mia azione. Per questo ho deciso che non voglio essere preda dell’ansia e dell’unico scenario che la mia mente vede, fatto di azioni da supereroe e di stress e fatica enormi!
Anzi, sono curioso di far emergere il Budda che è in me, quella parte di bambino, creativo e semplice, che studia anche un piccolo monologo con gioia e fiducia, che va a trovare anche un solo giovane uomo e lo sostiene e lo ascolta senza essere con la testa in altri duemila posti. Per il 18 novembre rilancio di riuscire a sostenere col Daimoku il mio migliore amico senza giudicarmi, così come sono, con la consapevolezza che l’azione di shakubuku guidata dal Daimoku è in grado di risollevare naturalmente non solo la persona che ho davanti, ma anche me stesso!

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