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I sogni sono le ali della giovinezza - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:57

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    I sogni sono le ali della giovinezza

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    Mirai Journal (giornale del Gruppo futuro in Giappone): Questa nuova serie si intitola “Sulle ali dei vostri sogni” e si concentrerà su diversi tipi di lavoro e professioni.

    D. Ikeda: Che idea magnifica! Si tratta di un argomento davvero importante. Sono disposto a fare qualunque cosa per i membri del Gruppo futuro: il loro sviluppo rappresenta la mia più grande speranza.
    Una giovinezza trascorsa sfidandosi per realizzare un sogno, come un particolare tipo di lavoro o una professione, risplende di luce come il sole in primavera. Non vedo l’ora di conoscere i sogni di ciascuno di voi.
    Il mio maestro, Josei Toda, diceva: «I giovani dovrebbero coltivare sogni che sembrano quasi troppo grandi per poter essere realizzati».
    I sogni sono come ali. Ci consentono di elevarci e di volare liberamente in ogni parte del mondo. I sogni sono l’interruttore che accende la nostra forza interiore. Potrebbero anche essere paragonati a un faro che illumina la nostra strada, nel buio delle difficoltà. I sogni sono il privilegio della giovinezza. Fintanto che continuiamo a perseguirli possiamo crescere senza limiti. Naturalmente, i sogni si chiamano sogni proprio perché non si sono ancora avverati. Per trasformarli in realtà, dobbiamo impegnarci con serietà. Forse per alcuni di voi è difficile avere un sogno, ma non c’è motivo di essere impazienti. L’importante è affrontare ogni sfida davanti a voi, una alla volta, con tutte le vostre forze. In questo modo scoprirete certamente qual è il vostro vero sogno.

    MJ: Durante i corsi estivi organizzati in Giappone per il Gruppo futuro, i ragazzi ascoltano con interesse i membri degli altri Gruppi che raccontano le loro esperienze di quando facevano parte dei Futuro.

    D. Ikeda: Colgo questa occasione per ringraziare tutti coloro che sostengono i ragazzi e le ragazze del Gruppo futuro.
    Ci sono molti tipi di lavoro e professioni nella società. La semplice osservazione degli oggetti attorno a voi può darvi un’idea di quanti mestieri siano necessari per la loro produzione. Prendete ad esempio un pezzo di stoffa. Qualcuno ne ha prodotto la fibra originale; qualcun altro avrà creato il tessuto; altri ancora avranno disegnato il modello di un capo di abbigliamento. Un’altra persona si sarà occupata del confezionamento del capo, che qualcuno avrà poi consegnato al negozio che l’ha messo in vendita. Se nessuno di questi mestieri esistesse, non avremmo nulla da indossare! Lavorare, indipendentemente da ciò che si sceglie di fare, non è sempre facile. Ogni lavoro richiede degli sforzi. Tuttavia, è proprio attraverso il nostro lavoro che possiamo aiutare noi stessi e gli altri a condurre una vita migliore.
    Qualcuno ha affermato che lavorare significa agevolare le persone che ci stanno intorno. Mettersi al servizio delle persone può essere fonte di gioia e di orgoglio, per noi stessi e per gli altri. Non a caso, il carattere cinese che si legge hataraku (lavorare), è composto da due elementi: uno significa “persona”, l’altro “agire”. Contribuire alla felicità e al benessere di coloro che stanno lottando o soffrendo è un atto davvero nobile. Per questo ritengo che tutti i compagni di fede che vi sostengono e si adoperano per aiutare gli altri a diventare felici e per costruire un mondo migliore, compresi molti dei vostri parenti e genitori, siano degni di ammirazione.

    MJ: Alcuni ragazzi trovano difficile mantenere i loro sogni e li abbandonano prima ancor di provare, convinti di non poterli realizzare.

    D. Ikeda: Considerata l’abbondanza di informazioni oggi a nostra disposizione, è facile trovarsi a rimuginare sulle cose senza fare nulla per realizzarle. Ma la realtà è che non sapremo mai fin dove possiamo arrivare se non ci proviamo.
    Ricordo ancora le parole che un giorno mi disse una persona più grande di me, che stimavo molto, quand’ero ancora un ragazzo: «Qualsiasi cosa accada, la giovinezza è il periodo in cui bisogna sfidarsi coraggiosamente con questo spirito: “nulla si ottiene se nulla si intraprende”!».
    Ricordate che, anche se vi manca la fiducia in voi stessi, ci sono io che credo in voi. Credo nel vostro potenziale illimitato. Credo nel vostro coraggio da leoni.
    Anziché ricercare i motivi per cui potreste fallire, è meglio decidere di riuscirci, e impegnarvi in quella direzione. È alquanto probabile che dovrete affrontare molte difficoltà nel vostro cammino, ma la gioia che proverete una volta raggiunto il traguardo sarà per questo ancora più speciale. Anche se non ottenete i risultati desiderati, tutto il vostro impegno verrà certamente ripagato e aprirà un luminoso cammino davanti a voi.
    Siete tutti giovani. La giovinezza è il più grande tesoro della vita, più prezioso di qualsiasi bene materiale. Pertanto, anche se doveste fallire, non lasciatevi abbattere dall’insuccesso. Rimanete ottimisti e continuate a sfidarvi.
    Wangari Maathai (1940-2011), ambientalista keniota, è stata una persona esemplare che affrontò molti ostacoli per poter studiare, e riuscì ad aprire un varco verso la realizzazione della sua missione. Per trasmettere lo spirito di rispettare la natura e non sprecare le preziose risorse del pianeta, adottò l’espressione giapponese mottainai (“Che spreco!”).
    Ebbi occasione di incontrarla e di dialogare con lei per circa un’ora nel febbraio del 2005, presso la sede del Seikyo Shimbun a Tokyo. Il ricordo del suo sorriso solare e della sua calorosa compassione nei confronti dell’umanità sono tuttora vivi nel mio cuore.

    MJ: Wangari Maathai fu la prima donna africana a ricevere il premio Nobel per la Pace per il suo contributo allo sviluppo sostenibile e alla democrazia, nel 2004.

    D. Ikeda: Erano trascorsi trent’anni da quando Wangari aveva dato avvio al Green Belt Movement, ed erano già stati piantati circa trenta milioni di alberi. Piantare alberi può sembrare uno sforzo modesto, tuttavia il ripetersi continuo di questo tipo di azione ispirò le persone in ogni parte del mondo.
    Wangari Maathai, una donna determinata che non esitava ad agire, disse che quelle piccole azioni stavano avendo un impatto positivo e che moltiplicandole per diversi milioni di volte, avrebbero certamente potuto cambiare il mondo. Il suo spirito invincibile era alimentato dagli sforzi che aveva fatto sin da piccola per studiare e al contempo lavorare. Ai tempi della sua infanzia e adolescenza, la cultura keniota non prevedeva l’istruzione per le donne, ritenendola non necessaria. Tuttavia Wangari, pur dovendo lavorare sia in casa che nei campi, nutriva un forte desiderio di imparare. Dopo il diploma di scuola media entrò in un istituto superiore femminile in cui apprese una cosa molto importante, ovvero che “la società è sostanzialmente buona e che le persone generalmente fanno ciò che ritengono sia meglio”. Condivido pienamente questo spirito. Per quanto tragici possano farsi gli eventi e difficili le circostanze, noi abbiamo il potere di creare un futuro migliore. Il Daishonin scrive: «Non ci sono terre pure e terre impure di per sé: la differenza sta unicamente nella bontà o malvagità della nostra mente» (RSND, 1, 4).
    Lo sforzo di rendere la società e il futuro migliori, più gioiosi e colmi di speranza, parte dal nostro cuore, dalla nostra mente. Così, credendo nel futuro e nel suo potenziale, Wangari superò ogni ostacolo. Dotata di spirito imbattibile, riuscì a trionfare nella società e a influenzare positivamente il mondo.
    Tutti gli individui brillanti che ho incontrato in ogni parte del globo sono sempre stati campioni di incessante ottimismo. Convinti di poter superare qualsiasi ostacolo e di poter trasformare la situazione nonostante le circostanze o l’ambiente, queste persone impiegavano tutte le loro forze per agire basandosi sulla convinzione che il mondo sarebbe diventato un posto migliore in cui vivere. Voi, miei giovani amici, praticando il Buddismo del Daishonin fate sì che il sole della speranza sorga nel vostro cuore attraverso la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo. Vi prego di manifestare liberamente il vostro potenziale sul palcoscenico della vostra missione, e di credere assolutamente che il futuro si aprirà infinito davanti a voi.

    MJ: Da giovane, quando gli affari del maestro Toda erano in crisi, lei ha combattuto instancabilmente mirando a un futuro radioso. Come si sentiva in quella situazione?

    D. Ikeda: Ero completamente preso dalle attività a sostegno di Toda. All’epoca soffrivo di tubercolosi e il medico mi aveva detto che non sarei arrivato ai trent’anni. Tuttavia, una volta presa la decisione di dedicarmi anima e corpo a sostenere il mio maestro, recitando Daimoku con determinazione sentii il coraggio, la speranza, la saggezza, l’energia e la forza vitale sgorgare dentro di me. In questo modo riuscii a compiere una grandissima svolta. Quando iniziai a lavorare presso la casa editrice di Toda e mi fu affidato il ruolo di redattore di una rivista per bambini, ero felicissimo di poter ­realizzare il sogno che coltivavo fin dall’infanzia, ossia diventare un giornalista capace di comunicare la verità e trasmettere coraggio. Tuttavia, durante il difficile periodo seguito alla Seconda guerra mondiale, gli affari di Toda cominciarono ad avere un tracollo e io mi trovai costretto a fare un altro lavoro, per il quale non mi sentivo affatto portato. Ma presi una decisione: qualunque fosse stato il mio lavoro, come persona che aveva abbracciato la filosofia di vita più importante al mondo e come discepolo del miglior maestro in assoluto, promisi a me stesso che avrei raggiunto risultati eccellenti. Ero determinato a far conoscere Toda e la sua impareggiabile grandezza come maestro al mondo intero. Lavoravo e studiavo alacremente tutti i giorni, facendo dei sogni di Toda i miei sogni e realizzandoli tutti, uno dopo l’altro. Ciò rappresenta il mio più grande onore.
    Il Daishonin scrive: «Considera il servizio al tuo signore come la pratica del Sutra del Loto» (RSND, 1, 804). In altre parole, ci incoraggia a considerare il nostro lavoro come parte della pratica buddista. Queste parole immortali ancora oggi ispirano i nostri compagni di fede che quotidianamente si impegnano al massimo nella comunità.
    Pregando per lo sviluppo della società e dell’ambiente di lavoro, essi fanno del luogo in cui si trovano il palcoscenico della loro missione, compiendo la loro rivoluzione umana e dimostrando la validità del Buddismo del Daishonin. Questo loro spirito invincibile ha conquistato l’ammirazione e la fiducia di leader in ogni ambito. Coloro che hanno un sogno e lavorano, studiano e si sforzano al massimo, sono già vincitori. Al di là di ciò che potrebbero dire gli altri, sono certo che conseguirete meravigliose vittorie nel futuro.
    Con la speranza che realizziate tutti i vostri obiettivi, mi unisco ai compagni di fede di tutto il mondo nel guardare alla vostra crescita con grande attesa ed emozione.

    (1 maggio 2017)

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