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Per i giovani del mondo, appello alla resilienza e alla speranza - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:17

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Per i giovani del mondo, appello alla resilienza e alla speranza

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Ci rivolgiamo ai giovani del mondo affinché si uniscano per affrontare le importanti sfide dell’umanità e divengano costruttori della propria vita e della storia del nuovo millennio.
Siamo assolutamente certi che se i giovani sapranno unirsi, potranno trovare soluzioni per percorrere insieme nuove strade di convivenza, di resilienza e di speranza. Pur rimanendo ognuno nel proprio luogo d’appartenenza e mantenendo la propria identità culturale e spirituale, essi potranno generare un impeto irrefrenabile di azioni positive e collettive.
In questo ventunesimo secolo, l’umanità è chiamata ad affrontare continui cambiamenti e difficili prove. Bisogna conservare la memoria perché essa illumina il presente e genera la capacità e la resilienza dei popoli per costruire nuove alternative, luci di speranza per far sì che un altro mondo sia possibile.
Il ventesimo secolo ha segnato profondamente, tra luci e ombre, il cammino dell’umanità, generando asimmetrie e ingiustizie tra ricchi e poveri, tra i cosiddetti paesi sviluppati e quelli esclusi e in via di sviluppo, producendo distanze che ogni giorno diventano più profonde. La fame è un crimine e la lotta contro la povertà deve essere al centro di ogni politica. Bisogna lavorare per sostenere l’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite che punta a trasformare il nostro mondo. Per cooperare all’obiettivo di sradicare la povertà dal nostro pianeta, dobbiamo superare le differenze tra paesi, etnie, religioni e culture.

Le sfide per il futuro

In questi ultimi tempi si sono fortunatamente registrati segnali significativi che hanno suscitato nuove consapevolezze.
Uno di questi è l’Accordo di Parigi, che stabilisce misure contro il riscaldamento globale. Tale accordo, ratificato dalla maggior parte dei Paesi, è entrato in vigore nel novembre del 2016, momento di crescente minaccia di fenomeni meteorologici e di significativo innalzamento del livello del mare.
Un altro passo in avanti si è fatto con l’approvazione, nel luglio del 2017, del Trattato per la proibizione delle armi nucleari. L’accordo vincola giuridicamente la comunità internazionale e stabilisce l’assoluta proibizione di produzione e uso di questi armamenti. A novembre dello scorso anno il Vaticano, per volontà di Papa Francesco, ha organizzato una conferenza internazionale dal titolo Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per il disarmo integrale.
È impellente trovare il coraggio di sradicare la minaccia nucleare e l’ambizione di potere e di sicurezza di alcuni paesi che si disinteressano della vita e della dignità dei popoli. È necessario e urgente “disarmare la ragione armata”.
Il nostro dialogo sui temi di natura planetaria è ininterrotto ed è sostenuto dalla nostra illimitata fede nel potenziale dei giovani.
I giovani del mondo si sono uniti per condurre la Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN). Ciò ha messo in moto un’azione decisiva della società civile che ha portato all’adozione del trattato sopra menzionato.
Il divenire del genere umano dipende dal presente e da come i giovani avranno il coraggio di affrontare la realtà, senza lasciarsi piegare dalle avversità.
Martin Luther King ha detto: «Siamo sempre alla soglia di una nuova alba».
Noi siamo convinti che la speranza e la volontà di costruire una nuova alba per l’umanità e per tutti gli esseri viventi della nostra casa comune, del nostro pianeta Terra, non verranno mai meno.
Il problema dei rifugiati è incombente. Milioni di persone vedono la propria vita e la propria dignità violate dalle guerre e dai conflitti armati, dalla fame e dalle violenze sociali e strutturali. Dobbiamo essere solidali e aprire le braccia, la mente e il cuore a ognuno di loro per cambiare la grave situazione in cui versano.

Il nostro messaggio ai giovani

Rivolgiamo questo appello ai giovani del mondo affinché assumano con responsabilità il cammino della vita insieme ai loro popoli. Non dimenticate mai che ciò che si semina si raccoglie. La minaccia delle armi nucleari, l’incremento dei rifugiati, i fenomeni meteorologici estremi causati dal riscaldamento globale, l’avidità degli speculatori finanziari che aggravano la distanza tra ricchi e poveri rappresentano i principali problemi legati alla lotta sfrenata per la supremazia militare, politica ed economica, che offusca la nostra casa comune, il nostro pianeta Terra.
La smisurata ambizione di potere e ricchezza, che si traduce nell’affanno di ottenere tutto facilmente e rapidamente, è una tendenza preoccupante della società attuale.
La sapienza orientale ricorda che tale ottenebramento è provocato da tre impulsi negativi: l’avidità retta da un irreprimibile egoismo, l’odio e la stupidità che ci fanno perdere il giusto cammino della nostra vita e della società. Gandhi esortava le persone a giudicare le proprie parole e le proprie azioni, riflettendo sull’influenza che queste avrebbero esercitato sui più poveri e indifesi, senza dimenticare mai il loro volto. Lesse con grande interesse l’opera Unto this last del filosofo John Ruskin, il cui titolo era in armonia con il suo pensiero: ogni società deve svilupparsi soppesando il benessere dei più bisognosi, senza che nessuno venga lasciato indietro.
Questa visione coincide con l’ideale umanistico del lemma “non lasciare indietro nessuno” che è tra gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (ODS) delle Nazioni Unite.

Il nostro messaggio alla Comunità Internazionale

Attraverso questo appello congiunto vi chiediamo di sostenere delle azioni che fermino gli eccessi del progresso per ristabilire l’equilibrio tra l’essere umano e la madre Terra. Chiediamo che venga rafforzato il ruolo dei giovani attraverso l’educazione a una cittadinanza globale capace di costruire società inclusive.
Crediamo sia necessario implementare, in tutto il pianeta, fino al 2030, nuovi progetti destinati a formare una cittadinanza globale e sostenere i giovani per far sì che sviluppino le loro illimitate capacità.
Le principali azioni dovranno essere:
Promuovere una coscienza collettiva a partire dalla memoria della storia universale per far sì che non si ripetano le stesse tragedie.
Far comprendere che la Terra è la nostra casa comune e nessuno deve essere escluso da essa a causa delle proprie differenze.
Favorire un indirizzo umano della politica e dell’economia, e coltivare la saggezza per giungere a un futuro sostenibile.
Per compiere questi obiettivi, i giovani dovranno unirsi tutti assieme e generare una forza d’azione dinamica che permetta loro di affrontare le sfide planetarie come la proibizione e l’eliminazione delle armi nucleari, la costruzione di una cultura dei diritti umani e la difesa della madre Terra.

tenere alta la fiaccola dell’amicizia

Noi due abbiamo vissuto le tempeste delle guerre e le violenze del ventesimo secolo. Queste esperienze hanno indirizzato i nostri continui sforzi per accrescere i legami di fraternità tra i popoli, superando ogni differenza etnica o religiosa.
Sentiamo quindi il bisogno di avvicinarci ai giovani del ventunesimo secolo per affidare loro il compito di tenere alta la fiaccola dell’amicizia, di sostenere con coraggio l’unità nella differenza e incoraggiare la solidarietà tra i popoli.
Noi, Adolfo Pérez Esquivel e Daisaku Ikeda, riteniamo che, per le società contemporanee e future, sarà estremamente importante che i giovani si uniscano e assumano l’impegno, insieme ai popoli, di difendere la dignità della vita, di combattere le ingiustizie, di condividere il cibo che nutre il corpo e lo spirito, e la libertà, per inaugurare una nuova alba di speranza.
Se faranno questo, potranno costruire un prezioso patrimonio universale spirituale dell’umanità e un nuovo mondo giusto e solidale.

Roma, 5 giugno 2018

Adolfo Pérez Esquivel, Daisaku Ikeda

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Adolfo Pérez Esquivel

Adolfo Pérez Esquivel (Buenos Aires 1931) è pittore, scultore e attivista per i diritti umani. Ha studiato presso la Scuola nazionale di Belle Arti di Buenos Aires e presso l’Università Nazionale di La Plata.
Attualmente è presidente del Servicio Paz y Justicia dell’Argentina, della Commissione provinciale per la Memoria di Buenos Aires e della Lega internazionale per i diritti e la liberazione dei popoli. È professore ordinario della cattedra di Cultura di pace e diritti umani presso la facoltà di Scienze sociali dell’Università di Buenos Aires.

Nel 1976, dopo il golpe militare, ha contribuito all’istituzione di varie organizzazioni in difesa dei diritti umani e ha sostenuto le famiglie colpite dalla repressione.
Arrestato nel 1977 a Buenos Aires, è rimasto in carcere per quattordici mesi e in libertà vigilata per un periodo altrettanto lungo.
Durante la reclusione ha ricevuto il Memoriale per la pace Giovanni XXIII.
Nel 1980 gli è stato conferito il premio Nobel per la Pace. Da allora si è dedicato a varie iniziative in difesa dei diritti umani in America Latina e nel mondo. Nel 1999 ha ricevuto il premio Pacem in terris.

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Daisaku Ikeda

Daisaku Ikeda (Tokyo 1928) è leader buddista mondiale, promotore di pace, scrittore, poeta ed educatore. Presidente della Soka Gakkai Internazionale, che conta oltre dodici milioni di membri in 192 nazioni e territori, ha fondato numerose istituzioni per la promozione della cultura, dell’educazione e degli studi sulla pace in diversi paesi. Tra queste il Sistema educativo Soka, l’Istituto di Filosofia orientale, l’Associazione concertistica Min-on,
il Museo Fuji di Belle Arti, l’Istituto Toda per la Pace globale e la Ricerca politica, il Centro Ikeda per la pace, la conoscenza e il dialogo.
È autore di numerosi saggi filosofici, poesie, romanzi e opere per bambini.

Ha pubblicato vari dialoghi con personalità di rilievo del mondo contemporaneo, tra cui Aurelio Peccei, Arnold Toynbee, Michail Gorbaciov, Johan Galtung, Joseph Rotblat e numerosi altri. Con Pérez Esquivel ha scritto il dialogo La forza della speranza – Riflessioni sulla pace e i diritti umani nel terzo millennio.
Nel 1983 ha ricevuto il premio delle Nazioni Unite per la Pace. L’Università di Bologna gli ha conferito l’Anello dottorale e l’Università di Palermo la laurea honoris causa in Scienze della comunicazione.

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