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Giovani uomini, avanguardia di kosen-rufu - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:03

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Giovani uomini, avanguardia di kosen-rufu

«Dietro ai risultati dei giovani ci sono sempre delle persone che li sostengono e li incoraggiano. Abbiate sempre il massimo rispetto e apprezzamento per queste persone»

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«Dietro ai risultati dei giovani ci sono sempre delle persone che li sostengono e li incoraggiano. Abbiate sempre il massimo rispetto e apprezzamento per queste persone»

Alla riunione dei responsabili di centro che si è tenuta a Osaka, nel Kansai (4 febbraio), i giovani della SGI-USA, la maggior parte dei quali ha vent’anni o poco più, hanno eseguito in modo commovente la loro canzone Leoni di giustizia. Non potrò mai dimenticare le loro voci vibranti:

In tutto il mondo
siamo uniti.
Kosen-rufu
arde per sempre.
Insieme al nostro maestro
noi siamo leoni.

La gioia traboccava dalla vita di quei giovani che recentemente hanno conseguito un nuovo record nella propagazione del Buddismo di Nichiren Daishonin. I membri del Kansai, che a loro volta hanno realizzato un’enorme crescita, li hanno accolti con calore, come avrei fatto io.
La sera prima della riunione dei responsabili di centro, sotto l’insegna “Riunione generale del Kansai nella nuova era di kosen-rufu mondiale”, si sono tenute dieci riunioni di scambio in varie località del Kansai. Ho saputo che molti degli ospiti che hanno partecipato a questi meeting hanno espresso il desiderio di unirsi alla Soka Gakkai.
Alla riunione internazionale del Kansai tenutasi a Los Angeles venticinque anni fa, nel gennaio del 1993, condivisi questa guida del mio maestro, Josei Toda: «Chi di voi ha dei problemi reciti Daimoku ardentemente. Il Buddismo è lottare fino in fondo per vincere. Sono pronto a scommettere sulla mia vita che, se praticate con tutto il cuore, tutte le vostre preghiere avranno risposta». Toda ce lo diceva spesso. Ereditando questa convinzione assoluta nella fede, tanti giovani leoni di giustizia si stanno alzando non solo negli Stati Uniti e nel Kansai, ma in tutto il Giappone e nel mondo.
La canzone Leoni di giustizia termina con questi versi:

Il luogo è questo,
il tempo è adesso
per vivere il nostro voto.

Come è rassicurante la presenza di questi giovani così appassionati!

Nichiren Daishonin scrive: «Il Budda dimora nei nostri cuori, così come dentro la pietra focaia esiste il fuoco e dentro le gemme esiste il valore» (RSND, 1, 1008).
Il nobile, supremo stato vitale della Buddità dimora nel cuore di ogni giovane. Tuttavia, così come non possiamo vedere le nostre ciglia che sono vicine, né il cielo così lontano, ci accade di non riconoscere questo tesoro che esiste dentro di noi. Che terribile spreco sarebbe trascorrere la gioventù e il resto della nostra vita in questo stato di oblio!
Oggi molti mancano di fiducia in se stessi, si sentono alienati e in ansia per il futuro. Quando parliamo alle persone del Buddismo del Daishonin ci sforziamo di trasmettere il suo splendore simile al sole, nell’intento di risvegliarle all’insuperabile stato vitale inerente alla loro vita. Il nostro movimento Soka dedito alla rinascita dell’umanità è una preziosa fonte di speranza.
Questo mese, in circa centocinquanta località dello Hokkaido coperto di neve, si stanno svolgendo i forum dei giovani, basati sullo scambio di esperienze di fede. Queste riunioni sono diventate una tradizione della Soka Gakkai. Le storie dei giovani che stanno realizzando la propria rivoluzione umana, che si rivitalizzano attraverso la pratica buddista contribuendo positivamente alla comunità, infondono speranza a tutti.
Sono passati trentasei anni dal primo di questi forum, e da allora più di quindicimila membri hanno condiviso le loro esperienze. Adesso sono i figli e i nipoti di quei primi partecipanti a farlo, creando una meravigliosa eredità che abbraccia due e anche tre generazioni.
Il segreto è parlare con coraggio e fiducia in se stessi. Niente è più convincente dell’esperienza personale.
Mi tornano in mente le parole indimenticabili del mio maestro: «Dietro ai risultati dei giovani ci sono sempre delle persone che li sostengono e li incoraggiano. Abbiate sempre il massimo rispetto e apprezzamento per queste persone».
I giovani della SGI-USA che hanno partecipato al corso in Giappone, sono stati sostenuti dal Daimoku degli uomini e delle donne.
Mia moglie Kaneko e io siamo consapevoli dell’impegno appassionato con cui gli adulti stanno incoraggiando e sostenendo i nostri giovani.
Quest’anno in Giappone l’inverno è stato particolarmente rigido, e in molte zone si sono verificate nevicate record. Il 22 febbraio mia moglie ha tenuto un incontro informale con le responsabili donne di tutto il paese, presso il Centro internazionale delle donne. In quell’occasione le è stato riferito dell’impegno delle nostre preziose donne per portare avanti le attività in Hokuriku e in altre zone coperte da una coltre di neve. Mia moglie è rimasta profondamente colpita dallo spirito di queste compagne che hanno dichiarato che la neve non avrebbe certo impedito loro di fare tutto il possibile per sostenere la riunione mondiale dei giovani di marzo.
Ogni mattina e ogni sera mia moglie e io offriamo preghiere colme di gratitudine, e ogni tanto io stesso mi intrattengo a suonare al pianoforte la canzone Madre, in segno di rispetto per la “forza ricca e meravigliosa” delle nostre donne.

Ora, in risposta alle preghiere e agli incoraggiamenti degli uomini e delle donne, molti giovani uomini, in Giappone, si stanno alzando con fierezza. Un nuovo sole della gioventù è sorto luminoso.
Ho sempre ritenuto che i nuovi membri siano una fonte di grande forza.
Durante la campagna di febbraio del 1952 in cui realizzammo un record nell’espansione del movimento di kosen-rufu nel capitolo Kamata, a Tokyo, feci ogni sforzo possibile per incoraggiare gli ospiti, nella convinzione che avrebbero portato una nuova, fresca energia al nostro movimento.
Il Buddismo insegna che «la nostra vita, corpo e mente, in un singolo istante pervade l’intero regno dei fenomeni» (RSND, 1, 326).
Il “corpo e la mente” di un singolo individuo possono creare ondate di cambiamento che si propagano in famiglia e tra gli amici, nel posto di lavoro, nella comunità, nel paese e nel mondo intero.
Tutto comincia da un singolo individuo. Il cambiamento inizia da una singola persona. È una singola persona che apre la strada, perciò è importante iniziare con l’incontrare una persona, parlare con lei e fare le cose insieme.
Viviamo un’epoca in cui il tasso di natalità sta calando in Giappone e in molti altri paesi, perciò dovremmo considerare ogni giovane come un vero tesoro. Ogni giovane, a sua volta, richiamerà altri giovani.
Seguendo il principio “dall’indaco un blu ancora più blu”, è importante far crescere un flusso di persone di valore che progrediscano fino a diventare più capaci di noi. La Soka Gakkai è diventata quello che è oggi perché ha sempre mantenuto questo spirito.

Nel 1953, l’anno dopo la campagna di febbraio, Toda mi nominò responsabile della prima squadra dei giovani uomini; ciò faceva parte del suo impegno per risvegliare il potere della gioventù e far crescere nuove persone capaci, in vista dell’obiettivo che gli stava tanto a cuore: convertire 750.000 famiglie.
Qual è la chiave per far crescere le persone nella nostra organizzazione? Il punto essenziale è aiutarle a comprendere bene lo scopo della pratica buddista. Anche il presidente fondatore della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, affermava che “l’obiettivo genera il metodo”, sottolineando che, prima di scagliare una freccia, per fare centro bisogna aver chiaro il bersaglio.
Quando ero responsabile della prima squadra dei giovani uomini, c’era un compagno di fede che si preoccupava perché, nonostante gli sforzi, sembrava non avere risultati.
Io lo ringraziai per il suo impegno assiduo e lo incoraggiai raccontandogli il famoso aneddoto del condottiero giapponese Toyotomi Hideyoshi che riuscì a riparare un castello in soli tre giorni.
Secondo la leggenda, le mura e i fossati del castello di Kiyosu – la residenza di Oda Nobunaga, che a quel tempo era il signore di Hideyoshi – erano stati danneggiati da un violento temporale, e Hideyoshi promise che li avrebbe riparati in tre giorni.
Il primo giorno Hideyoshi spronò al massimo i muratori, ma non ottenne i progressi che sperava. Riflettendo sulla sua impazienza, cercò di capire cosa mancasse. Il giorno dopo cambiò atteggiamento e rivolse un sincero appello ai capimastri: «Riparare i fossati e le mura del castello il più rapidamente possibile significa proteggere il nostro regno dai nemici, e proteggere il regno dai nemici equivale a proteggere voi stessi. Proteggere voi stessi significa proteggere le vostre famiglie».
Quelle parole infiammarono gli animi degli operai i quali, vedendo che Hideyoshi si impegnava per primo con vigore nelle riparazioni, si unirono a lui e completarono l’opera in tre giorni, proprio come egli aveva promesso al suo signore.
Dissi al responsabile che stavo incoraggiando: «Nella nostra pratica buddista accade lo stesso: se l’obiettivo dell’attività è chiaro, tutti si uniranno. Perché facciamo Gongyo? Perché facciamo shakubuku? Perché la pratica buddista conduce alla vittoria nella vita? Se i membri cominciano a capire lo scopo fondamentale della fede saranno motivati ad agire in prima persona, invece di eseguire passivamente ciò che viene detto loro di fare. E in questo modo dimostreranno le loro vere capacità».
L’importante è parlare in modo franco con i nostri compagni di fede desiderando sinceramente la loro crescita. Bisogna valorizzare ogni persona e sforzarci di incontrarla direttamente. Simili preghiere e azioni riusciranno ad aprire un varco nel cuore di chiunque.
Quell’anno i giovani uomini della prima squadra triplicarono e alla riunione generale dei giovani di fine anno, alla quale parteciparono più di mille membri, celebrammo la nostra vittoria. Ma ciò di cui fui più fiero fu condividere con gli altri membri, con i miei compagni di fede, il voto di vivere fino in fondo come discepoli del presidente Toda, e di scrivere insieme l’epopea di kosen-rufu.
Toda una volta raccontò la storia di una creatura mitologica chiamata “elefante d’acqua”, di cui aveva letto quando era in prigione. L’elefante d’acqua vive sul fondo del fiume e lo si vede raramente, ma quando emerge tutti gli altri animali della terra lo ammirano con timore reverenziale. Toda aggiunse che un vero campione ha la presenza imponente di un elefante d’acqua, come i nostri coraggiosi giovani che si sforzano intensamente dietro le quinte per proteggere la Soka Gakkai.
Quarant’anni fa, nel febbraio 1978, mentre nevicava vidi un membro del Gruppo soka-han nel parcheggio del Centro culturale Tachikawa. Riflettendo con gratitudine sul suo impegno sincero, composi questi versi:

Un soka-han
in piedi da solo
nel vento gelido
.

I soka-han e i membri dello staff gajokai – che il 1° febbraio celebra l’anniversario della sua fondazione – sono i paladini della giustizia. Affido tutto a loro.
Al Centro culturale Tachikawa quel febbraio incontrai i giovani uomini della regione di Shin’etsu, nel Giappone coperto di neve.
Dedicai loro dei versi di Walt Whitman: «Forza! Attraverso lotte e battaglie! / L’obiettivo dichiarato non può essere annullato» (“Canto della stradain Foglie d’erba, Einaudi, 1993).
Miei giovani amici, ora mettetevi in viaggio, con spirito vibrante e forza vitale. Mentre avanziamo insieme verso una primavera di brillanti vittorie, leviamo un caloroso urrà di trionfo, insieme ai membri di tutti il mondo!

(26 febbraio 2018)

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