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Creiamo la nostra felicità - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:20

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Creiamo la nostra felicità

Da un discorso del presidente Ikeda del dicembre 1993, inserito nel video della trentaduesima riunione di Centro del 25 marzo 2018

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Da un discorso del presidente Ikeda del dicembre 1993, inserito nel video della trentaduesima riunione di Centro del 25 marzo 2018

Un intellettuale giapponese ha recentemente osservato: «La Soka Gakkai avanza sempre con positività, qualunque sfida si trovi ad affrontare. Ciò è davvero straordinario. Nel corso degli ultimi decenni lo ha fatto costantemente. Ha sempre continuato a superare ogni ostacolo, a respingere ogni ondata avanzando con spirito positivo».
Come attestano queste parole, siamo andati avanti con decisione e abbiamo resistito all’assalto di ogni tipo di ostacolo; abbiamo combattuto e abbiamo vinto. Vorrei ringraziavi ancora una volta per gli incredibili sforzi che avete compiuto.

Un altro nome del Budda è “Colui che sa sopportare”. In altre parole, è una persona capace di perseverare attraverso qualsiasi difficoltà.
Nessuno è più forte di una persona che non ha paura di niente, che non si fa sconfiggere da niente, che affronta qualunque sofferenza senza il minimo lamento, anche se viene perseguitata o imprigionata per le sue idee.
La forza di resistere a ogni costo, di affrontare qualsiasi cosa e superare ogni difficoltà è la base per la felicità suprema come esseri umani. Nessuno può sconfiggere una persona che persevera, che è capace di trasformare qualsiasi cosa. La Soka Gakkai trabocca di questa forza. Questo è il motivo per cui siamo stati in grado di superare così tante avversità. Per questo abbiamo vinto.

Lo scopo della fede nel Buddismo di Nichiren Daishonin è stabilire lo stato di Buddità nella nostra vita, una condizione di felicità indistruttibile che perdura nelle tre esistenze di passato, presente e futuro. Questa è la ragione per cui ci dedichiamo alla pratica buddista in questa vita. Conseguiremo questo meraviglioso stato vitale proprio grazie ai nostri instancabili sforzi in questa esistenza.
Nella prospettiva dell’eternità della vita, trenta o cinquant’anni non sono che un momento fugace. Noi creiamo le cause per conseguire la Buddità attraverso i nostri sforzi. Come prova concreta, arriveremo a godere di una felicità ineguagliabile. Questo è lo scopo della nostra pratica buddista.
Esercitarsi è parte essenziale in tutte le sfere dell’attività umana. Che si tratti di sport tradizionali come il judo, il kendo, il sumo o di qualsiasi altra attività, come ad esempio suonare il pianoforte, in ogni caso esercitarsi è indispensabile. Senza un continuo allenamento non c’è vittoria, non c’è miglioramento.
Grazie alla pazienza e a una pratica assidua possiamo acquisire padronanza in uno specifico campo, affinare le nostre capacità e sviluppare il nostro apprendimento. Questo è l’unico modo per migliorare. Tutto ciò è in accordo con la ragione. E il Buddismo si basa sulla ragione. Quindi, coloro che perseverano con tenacia nella pratica buddista otterranno la vittoria.
Noi della Soka Gakkai siamo destinati a incontrare altri mari agitati in futuro. Avanziamo quindi risolutamente sul sentiero di kosen-rufu per sempre, superando tutti gli ostacoli. Avanziamo con questo spirito.

Vorrei condividere alcune parole che per il primo presidente della Soka Gakkai avevano un profondo significato. Nel suo libro Soka Kyoikugaku Taikei (L’educazione creativa), egli fa riferimento a una frase del chimico svedese Alfred Nobel (1833-1896) dichiarando: «In tutta la mia vita non ho mai trovato parole come queste, capaci di impartire un insegnamento con la stessa energia e arguzia». In breve, si trattava delle parole più commoventi ed emozionanti che avesse sentito al di fuori del Buddismo. E quali erano? La dichiarazione secondo cui si può ereditare la ricchezza, ma non la felicità.
Sebbene sia possibile ereditare una proprietà o un patrimonio, è impossibile ereditare la felicità. Ci sono molti esempi di persone che ereditano ricchezze per poi cadere vittime della corruzione, del vizio o della follia, arrecando infelicità e miseria. Lo stesso vale per lo “status” e la “conoscenza”, che non significano felicità. Nessuno può donarci la felicità. Né possiamo noi donarla agli altri.
La felicità è qualcosa che bisogna creare per noi stessi con le nostre forze. È qualcosa che dobbiamo creare da soli, con la nostra fede e con la nostra pratica corretta. Questo ci insegna il Buddismo. Questa era anche la salda convinzione di Makiguchi.
Pertanto, attraverso l’educazione e l’insegnamento religioso, il presidente Makiguchi si impegnò a formare individui in grado di creare la propria felicità, individui dotati di creatività, capaci di creare valore.
Non c’è altro modo per portare felicità al genere umano.
Il concetto di creazione di valore (soka) formulato da Makiguchi si concentra sui valori di bene, guadagno e bellezza. Questi sono solo termini alternativi per “felicità”. La Soka Gakkai, quindi, è un’organizzazione dedita alla creazione della felicità, un’assemblea dove le persone imparano la strada per creare felicità.

Makiguchi trascorse la sua vita ad approfondire la domanda: «Come possono le persone diventare felici?».
Egli concluse che la felicità umana può essere raggiunta solo attraverso una rivoluzione del sistema educativo e, a un livello ancora più fondamentale, attraverso una rivoluzione religiosa. La felicità non può essere raggiunta senza formare persone di profonda umanità, senza la rivoluzione umana. Questa fu la conclusione a cui giunse il nostro presidente fondatore. E tradusse questa sua convinzione in pratica.
Fin dall’inizio la visione di Makiguchi della fede era l’esatto opposto di una passiva dipendenza da qualcosa al di fuori di se stessi.
Sapeva che la felicità non si può ottenere facendo affidamento su qualcun altro, basandosi sul potere di qualcun altro o sul fatto che qualcun altro preghi al nostro posto.
La vita è una lotta con le sofferenze di nascita, invecchiamento, malattia e morte. Tuttavia, sulla base del principio buddista che “le sofferenze di nascita e morte sono nirvana”, siamo in grado di trasformare queste sofferenze in Illuminazione. In altre parole, possiamo ottenere uno stato vitale pervaso di felicità.
Qualunque cosa accada, siamo certi della protezione assoluta di Nichiren Daishonin. È importante che nutriamo la massima fiducia in questo.
Noi siamo comuni mortali. È quindi naturale sperimentare problemi e difficoltà, come la malattia. Tuttavia, anche quando incontriamo simili sofferenze, in quanto membri della Soka Gakkai siamo fortunati ad avere compagni di fede con cui condividere i nostri problemi, che pregano con tutto il cuore per la nostra felicità. Non esiste un altro mondo meraviglioso come questo! Nella vita abbiamo la possibilità di percorrere un sentiero puro e infallibile, colmo di gioia incommensurabile. Non esiste un altro regno simile.

In una delle sue lettere, che si ritiene destinata a Ota Jomyo, il Daishonin scrive: «Quando mi hanno detto che avevi contratto questa malattia, mi sono rivolto al Sutra del Loto [cioè, ho recitato Nam-myoho-renge-kyo al Gohonzon], giorno e notte, mattina e sera, e ho implorato gli dèi del cielo azzurro, mattina e sera. E oggi mi è giunta voce che sei guarito. Non potrebbe esserci notizia più bella! Le altre faccende devono aspettare finché non ci incontreremo di persona» (RSND, 2, 969).

Sono parole colme di compassione! Per una persona malata, la malattia è un grave problema. Come indica questo passo, il Daishonin considerava la malattia del suo discepolo come una sua preoccupazione personale, e pregava giorno e notte affinché guarisse. Quando venne a sapere della guarigione del suo discepolo si rallegrò con lui, affermando che la sua gioia non aveva limiti.
Quelle parole devono averlo davvero incoraggiato!
«Parliamo approfonditamente quando ci incontriamo, per favore tienimi informato, voglio avere tue notizie»: questo è il messaggio implicito nella sua lettera.
Questo spirito immutabile della Soka Gakkai, di pregare sinceramente per i nostri compagni di fede e proteggerli, è esattamente il motivo per cui la nostra organizzazione è cresciuta così tanto e rimane salda di fronte a qualsiasi persecuzione.
L’essenza della fede è la preghiera. Tutto inizia dalla preghiera, offrendo preghiere concrete per se stessi e per gli altri.
La preghiera è l’essenza della compassione, della direzione della vita e della leadership.
Se dimentichiamo questo punto fondamentale, useremo solo strategie della mente che non sono basate sul Gohonzon. Spesso, simili strategie non ci portano da nessuna parte e a volte causano problemi.
Il giorno stesso in cui il Daishonin venne a sapere della guarigione del suo discepolo, impugnò senza indugio il pennello per scrivergli una lettera di incoraggiamento. La sua azione fu fulminea.
Io ho imparato dalle azioni del Daishonin. Quindi, ogni volta che mi viene riferito qualcosa, rispondo immediatamente e adotto le misure più appropriate. Quando ricevete una relazione su qualche argomento, è cruciale rispondere e agire subito di conseguenza: questa è una regola immutabile per i leader del nostro movimento.
Questo principio è altrettanto valido in qualunque ambito.
Le organizzazioni che rispondono con rapidità crescono, che si tratti di società o di nazioni. Coloro che hanno una reazione lenta iniziano a ristagnare e si demoralizzano.
Viviamo in un’epoca frenetica e convulsa, un’epoca in cui la velocità è determinante per la vittoria.
Qualcuno una volta mi fece notare che la ragione dello sviluppo della Soka Gakkai era la velocità con cui i suoi leader agivano. Spero che i nostri leader si impegneranno per intervenire in maniera rapida e tempestiva per il benessere dei membri e per kosen-rufu.
Vi prego di basarvi sulla preghiera, recitando Daimoku davanti al Gohonzon per godere di forza, buona salute e longevità, e far scaturire un’infinita saggezza in modo da condurre una vita piena di felicità e di gioia.
Vi affido il nostro movimento.
Desidero che assumiate la guida del nostro movimento per kosen-rufu conducendo le vostre attività con libertà e fiducia, in ogni ambito, nella direzione che il vostro cuore desidera.

(16 dicembre 1993)

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